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Adottato il trattato sulla proprietà intellettuale, le risorse genetiche e le conoscenze tradizionali indigene

World Intellectual Property Organization: risultato storico dopo 25 anni di trattative
 |  Green economy

Gli Stati membri della World Intellectual Property Organization (WIPO) hanno approvato oggi un nuovo rivoluzionario trattato sulla proprietà intellettuale (IP), le risorse genetiche e le conoscenze tradizionali associate, segnando una svolta storica dopo decenni di negoziati. Il presidente della Conferenza Diplomatica, Guilherme de Aguiar Patriota, rappresentante permanente del Brasile all’Organizzazione Mondiale del Commercio, (WTO) lo ha dichiarato tra gli applausi dei delegati in chiusura dei negoziati  tenutisi a Ginevra dal 13 al 24 maggio 2024 hanno applaudito e applaudito il risultato, Si tratta del primo Trattato WIPO che affronta l’interfaccia tra proprietà intellettuale , risorse genetiche e conoscenze tradizionali e che include disposizioni specifiche per le popolazioni indigene e le comunità locali.

Patriota ha definito il nuovo Trattato «Un risultato davvero molto attentamente bilanciato di questa Conferenza Diplomatica. Costituisce il miglior compromesso possibile e una soluzione attentamente calibrata, che cerca di colmare e bilanciare una varietà di interessi, alcuni sostenuti con grande passione ed assiduamente espressi e difesi nel corso di decenni. Aspettavamo questo momento da 25 anni».

I negoziati per questo Trattato sono partiti grazie a una proposta avanzata dalla Colombia nel 1999 e sono iniziati alla WIPO, un’agenzia Onu, nel 2001 e ci sono b voluti 23 anni  per includere le popolazioni indigene e delle comunità locali che sono state la vera ragione della lunghezza di questo faticoso percprso negoziale per arrivare a un accordo.  

Una volta entrato in vigore con la ratifica di 15 parti contraenti, il Trattato stabilirà nel diritto internazionale un nuovo obbligo di divulgazione per i richiedenti di brevetti le cui invenzioni si basano su risorse genetiche e/o conoscenze tradizionali associate.

Il trattato prevede che se un'invenzione per la quale viene avanzata una richiesta di brevetto si basa su risorse genetiche, ciascuna parte contraente esigerà dai richiedenti di rivelare il Paese d'origine o la fonte delle risorse genetiche. Se l'invenzione oggetto della richiesta di brevetto si basa su conoscenze tradizionali associate alle risorse genetiche, ciascuna parte contraente richiederà ai richiedenti di indicare le popolazioni indigene o la comunità locale, a seconda dei casi, che hanno fornito le conoscenze tradizionali.

Ad esempio, le risorse genetiche sono contenute nelle piante medicinali, nelle colture agricole e nelle razze animali. Mentre le risorse genetiche stesse non possono essere protette direttamente come proprietà intellettuale, le invenzioni sviluppate utilizzandole possono esserlo, nella maggior parte dei casi attraverso un brevetto.

Alcune risorse genetiche sono anche associate alle conoscenze tradizionali attraverso il loro utilizzo e conservazione da parte delle popolazioni indigene e delle comunità locali, spesso da generazioni. Questa conoscenza viene talvolta utilizzata nella ricerca scientifica e, come tale, può contribuire allo sviluppo di un'invenzione brevettata.

Il direttore generale della WIPO, Daren Tang ha concluso: «Abbiamo fatto la storia in molti modi. Questo non è solo il primo nuovo Trattato WIPO in oltre un decennio, ma anche il primo che si occupa delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali possedute dalle popolazioni indigene e dalle comunità locali. In questo modo, stiamo dimostrando che il sistema della proprietà intellettuale può continuare a incentivare l’innovazione evolvendosi in modo più inclusivo, rispondendo alle esigenze di tutti i Paesi e delle loro comunità. Questo accordo consensuale non è solo il culmine di un percorso negoziale durato 25 anni, ma anche un forte segnale che alla WIPO il multilateralismo è vivo e vegeto. Ringrazio tutti i negoziatori, passati e presenti, che hanno lavorato instancabilmente nelle ultime due settimane e negli ultimi decenni per fare la storia oggi».

Redazione Greenreport

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