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TE3C, progetto targato Enea e Utilitalia che mostra come il riciclo può contribuire alla decarbonizzazione
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Il nome scelto per il progetto è TE3C e deriva dall’unione di Titoli di efficienza energetica circolare (Teec) e Crediti di carbonio circolare (3C). La sua caratteristica e il suo obiettivo? Valorizzare i potenziali risparmi di energia conseguenti all’utilizzo e alla produzione di materiali secondari in luogo dei primari, attraverso meccanismi analoghi a quelli dei titoli di efficienza energetica e dei crediti di carbonio. Il progetto è realizzato da Enea per conto e con il contributo di Utilitalia. Frutto di uno studio di oltre due anni, ha coinvolto un gruppo significativo di imprese associate alla Federazione per la fornitura dei dati. E oggi è stato presentato a Roma.
La ricerca ha riguardato il confronto tra consumo di energia/emissioni di CO2 equivalente, nel caso di utilizzo di materie prime vergini e delle materie secondarie, andando a dimostrare che mediamente, nel caso di utilizzo di materie secondarie si ha un risparmio, a parità di unità di prodotto. L’analisi dei consumi e delle emissioni viene effettuata secondo l’approccio “dalla culla al mercato”, dove nel caso delle materie prime la “culla” è l’estrazione dalla biosfera, mentre nel caso delle materie secondarie la “culla” è la fase di raccolta di rifiuti o sottoprodotti dal sistema economico da sottoporre a processi di selezione e valorizzazione. In questo senso la proposta mira a garantire un utilizzo costante alle materie prime secondarie ottenute dal riciclaggio dei rifiuti: un passaggio indispensabile per una vera attuazione dell’economia circolare che però ha bisogno di strumenti di supporto dedicati. Per questo è fondamentale riconoscere e valorizzare il contributo dell’economia circolare al risparmio di energia e alle mancate emissioni climalteranti che deriva dalla loro produzione e uso.
Nell’ambito dell’attività è stato quindi realizzato uno strumento informatico presente sul web, associato a un database, contenente le informazioni sui consumi energetici e sulle emissioni di CO2 equivalenti che derivano dall’utilizzo delle materie prime vergini e secondarie, per calcolare i risparmi in termini di energia e di emissioni e generare relativi attestati dei valori Teec e 3C associati a tale sostituzione.
Lo studio ha riguardato più di 40 filiere di riciclo. Per esempio, nel caso del cartone il risparmio di energia equivale a 0,25 tonnellate di petrolio equivalente per tonnellata di materia prima secondaria utilizzata [Tep/t], per il vetro 0.58 Tep/t, per il PET (il polimero della plastica delle bottiglie di acqua minerale) 1,11 Tep/t, per l’acciaio 2,86 Tep/t, risparmio energetico che può essere espresso anche come emissioni climalteranti evitate.
«Oltre al tema fondamentale dell’economia circolare – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – il riciclo può offrire un contributo importante anche sul fronte della decarbonizzazione e quindi della transizione energetica. La decarbonizzazione, nel quadro delle azioni per la transizione ambientale, è uno dei pilastri della politica dell’Unione Europea. Molto si è fatto nel settore energetico ma poca o nessuna attenzione finora è stata data a quanto può contribuire ad essa l’economia circolare. Questo studio pone le basi per favorire l’utilizzo delle materie secondarie in sostituzione delle materie prime, attraverso un meccanismo analogo a quello attualmente esistente per il mercato dei titoli di efficienza energetica e a quello dei crediti di carbonio. Permette inoltre di incentivare l’uso delle materie secondarie nei processi produttivi, favorendo un corretto funzionamento delle filiere del riciclo. E, infine, può garantire una maggiore resilienza del sistema Italia rispetto all’approvvigionamento delle materie prime in generale e delle materie critiche e strategiche in particolare».
«L’economia circolare gioca un ruolo fondamentale per raggiungere la neutralità climatica, perché trasforma il modo in cui produciamo, consumiamo e gestiamo i materiali minimizzando le emissioni di CO₂ e ottimizzando l’uso delle risorse», commenta Claudia Brunori, direttrice del dipartimento Enea Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali. «Enea - prosegue - è in prima linea per accelerare questa transizione, sviluppando tecnologie e soluzioni concrete come il software sviluppato con Utilitalia, in grado di quantificare e valorizzare i risparmi energetici e la riduzione delle emissioni climalteranti derivanti dall’uso di materiali riciclati al posto di quelli vergini».
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