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La responsabilità dell’impresa cooperativa verso l’economia circolare

Le cooperative, con la loro democrazia interna e orientamento alla comunità, sono essenziali per la transizione verso un’economia sostenibile: politiche mirate potrebbero potenziarne ulteriormente il ruolo
 |  Green economy

Il cambiamento climatico rappresenta una sfida ormai nota, i cui effetti devastanti si manifestano in tutto il mondo. Affrontare questa emergenza richiede l’impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti, incluse le imprese private, pubbliche e cooperative a cui viene richiesto di essere sostenibili non solo socialmente ma anche a livello ambientale. Per questo motivo l’Università di Ferrara ha creato il progetto Climate Circular Coop.

Il progetto Climate Circular Coop, promosso dall'Università di Ferrara in collaborazione con Area Studi Legacoop e Roma Tre, mira a indagare il potenziale delle cooperative italiane nell'adottare strategie di economia circolare. Attraverso una ricerca approfondita su oltre 280 cooperative, il progetto analizza i driver e le barriere che influenzano la transizione circolare, offrendo spunti su come superare le difficoltà operative e normative. Tra i risultati più rilevanti emergono l'importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) e l'appartenenza a filiere produttive come elementi chiave per incentivare l'innovazione. Le cooperative che collaborano con stakeholder e adottano pratiche circolari, come la riduzione degli sprechi e il riutilizzo dei materiali, mostrano una maggiore resilienza e capacità di adattarsi alle sfide globali. Il progetto Climate Circular Coop non solo sottolinea il ruolo strategico delle cooperative nella transizione ecologica, ma propone politiche e soluzioni pratiche per potenziarne l'impatto, contribuendo così alla costruzione di un'economia più equa e sostenibile.

Un approccio fondamentale per mitigare e adattarsi agli impatti del cambiamento climatico è rappresentato dall’economia circolare. Questo modello ripensa i metodi di produzione e consumo, ponendo l'accento sulla riduzione dei materiali impiegati, sulla minimizzazione dei rifiuti generati durante il ciclo produttivo e sul prolungamento della vita utile dei prodotti, sia durante che dopo il consumo.

Secondo i ricercatori (Figge et al., 2023), la definizione di economia circolare presenta margini interpretativi e un quadro concettuale che si fonda sull'obiettivo di ripensare il ciclo produttivo. Tuttavia, essa è anche influenzata da politiche che possono incidere su specifici aspetti del ciclo stesso, come il contesto, il prodotto, i costi e il tempo necessario affinché un'azienda possa adattare i propri prodotti o servizi alla transizione circolare. In generale, affinché un ciclo possa essere considerato realmente circolare ed efficiente, deve rispettare quattro criteri fondamentali identificati:

  • Chiusura dei cicli delle risorse: Una definizione efficace deve enfatizzare la chiusura completa dei cicli delle risorse, eliminando la necessità di utilizzare risorse vergini.
  • Ottimizzazione dei flussi di risorse: È essenziale considerare l'ottimizzazione, piuttosto che la semplice riduzione, dei flussi di risorse, garantendo che l'output e l'input di risorse siano equilibrati.
  • Approccio multilivello: L'economia circolare dovrebbe essere applicata su almeno due livelli complementari, come cluster di aziende o industrie, riconoscendo la natura multilivello del concetto.
  • Distinzione tra ideale e realtà: È importante distinguere tra un'economia circolare perfetta, ideale, e una versione realistica e imperfetta, riconoscendo che l'uso di risorse vergini potrebbe essere inevitabile in alcune circostanze.

Le cooperative sono state create con lo scopo di generare valore sociale per le comunità e di contrastare le disuguaglianze economiche e sociali. Questo modello imprenditoriale si fonda sulla proprietà collettiva e su una governance democratica, in cui ogni membro ha diritto di voto indipendentemente dal contributo economico fornito. Questi principi conferiscono alle cooperative un carattere distintivo nel panorama economico, rendendole particolarmente resilienti e capaci di adattarsi con successo alle crisi (Roelants et al., 2014).

Le cooperative si distinguono per il loro modello di business unico, fondato su valori fondamentali come l’aiuto reciproco, la responsabilità condivisa e la partecipazione democratica (International Cooperative Alliance, ICA). A differenza delle imprese tradizionali, orientate esclusivamente al profitto, le cooperative perseguono obiettivi che integrano benefici economici, sociali e ambientali, rendendole attori chiave nell'affrontare sfide globali come la transizione verso un'economia circolare e digitale (Zamagni e Zamagni, 2010; Guerreschi e Dìaz López, 2023).

Per loro natura, le cooperative si basano su principi di democrazia e attenzione alla comunità, offrendo un modello imprenditoriale ideale per l'implementazione di strategie circolari. Questo approccio intrinseco, non focalizzato unicamente sul profitto, favorisce la collaborazione con gli stakeholder e l'adozione di pratiche sostenibili, come la riduzione degli sprechi e il riuso dei materiali, promuovendo al contempo un equilibrio tra obiettivi sociali, ambientali ed economici.

Durante la crisi economica del 2007-2011, le cooperative italiane hanno dimostrato una notevole resilienza, con un aumento dell'occupazione dell'8%, rispetto a un calo del 2,3% nelle altre imprese. Questa resilienza è attribuibile alla capacità delle cooperative di rispondere rapidamente alle esigenze locali, evitando la delocalizzazione e promuovendo decisioni democratiche ed efficienti (Roelants et al., 2014; EURICSE, 2014). Sebbene rappresentino una parte significativa del tessuto economico italiano, le cooperative sono spesso sottovalutate rispetto alle imprese tradizionali nei discorsi politici ed economici mainstream (Monni e Bernardi, 2016).

Le cooperative si trovano ad affrontare vincoli legali e fiscali che variano significativamente da paese a paese, rendendo difficile un confronto diretto e uniforme tra di esse. Questi vincoli, sebbene possano rappresentare una sfida, offrono anche vantaggi e limiti unici. Tra le principali barriere che le cooperative devono affrontare si annoverano ostacoli burocratici, la carenza di manodopera qualificata e una limitata disponibilità di finanziamenti. Tali difficoltà non sono esclusive delle cooperative, ma si riscontrano anche in altre forme imprenditoriali, in particolare nell'ambito dell'economia circolare. Nonostante queste sfide, la capacità intrinseca delle cooperative di collaborare con stakeholder e di integrare innovazioni circolari le rende attori fondamentali per la transizione ecologica e digitale. Politiche mirate potrebbero rafforzare ulteriormente il loro ruolo, incentivando l'adozione di strategie di economia circolare e supportandone la crescita (Cheng et al., 2022; Ritzén & Sandström, 2017; Guerreschi e Zecca, 2025).

La ricerca sull’economia circolare sottolinea che la cooperazione rappresenta un requisito essenziale per l’implementazione di strategie circolari. Ad esempio, la mancanza di collaborazione potrebbe ostacolare accordi finanziari e operativi, come quelli necessari per il commercio di rifiuti che, invece di essere smaltiti, vengono riutilizzati per creare nuovi prodotti. Questo processo, noto come simbiosi industriale, è una componente cruciale per massimizzare l’efficienza delle risorse e promuovere la sostenibilità.

Questa resilienza si riflette anche nelle scelte strategiche: le cooperative tendono a rispondere più rapidamente alle esigenze locali, evitando la delocalizzazione e puntando su efficienza e innovazione democratica. La loro natura mutualistica e orientata alla comunità rappresenta un vantaggio competitivo per affrontare le sfide della transizione ecologica. Tuttavia, questo è anche vero perché le cooperative sono pronte a “sopperire” per delle mancanze del mercato e del governo sono delle imprese in primis e come tali devono essere economicamente sostenibili a lungo termine per sopravvivere e offrire quella sostenibilità di cui vogliono essere virtuosi.

Obiettivi futuri e implicazioni politiche

I risultati preliminari del CCC sottolineano l'importanza di politiche mirate per supportare le cooperative nella transizione verso l'economia circolare. In particolare, è fondamentale:

  • Promuovere l'accesso ai finanziamenti per l'innovazione circolare.
  • Facilitare la collaborazione tra cooperative, istituzioni e stakeholder.
  • Ridurre le barriere burocratiche per incentivare l'adozione di strategie sostenibili provvedendo a facilitare il processo di richiesta di eventuali finanziamenti

Il progetto Climate Circular Coop non solo fornisce una panoramica sull'adozione delle strategie di economia circolare nelle cooperative italiane, ma apre la strada a future ricerche comparate con altri tipi di imprese. La transizione verso un'economia circolare e digitale richiede uno sforzo collettivo, e le cooperative, con il loro modello inclusivo e sostenibile, sono pronte a guidare questo cambiamento.

a cura di Asia Guerreschi

SEEDS

SEEDS è un centro di ricerca interuniversitario che mira a sviluppare e promuovere progetti di ricerca e di formazione superiore nei campi dell'economia ecologica e ambientale, con un occhio particolare al ruolo delle policy e dell'innovazione nel percorso verso una società sostenibile, in termini economici e ambientali. I principali campi d'azione sono la politica ambientale, l'economia dell'innovazione, l'economia e la politica energetica, la valutazione economica con tecniche di preferenza dichiarata, la gestione e la politica dei rifiuti, il cambiamento climatico e lo sviluppo. Diretto dall’economista ambientale Massimiliano Mazzanti, vede l’adesione di 12 Università italiane: quelle di Ferrara, Bologna, Siena, Udine, Padova, Chieti-Pescara, Roma Tre, Tor Vergata, Cattolica, Urbino, Milano Statale e Unitelma Sapienza. La collaborazione editoriale tra SEEDS e greenreport.it viene realizzata grazie ai contributi di molti ricercatori affiliati al Centro: Massimiliano Mazzanti, Alessio D'Amato, Asia Guerreschi, Fabiola Onofrio, Antonio Massarutto, Roberta Curiazi