Come ridurre le emissioni: lezioni per efficaci politiche climatiche europee
Cinque anni dopo l’annuncio della Commissione Europea del suo impegno a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, l'Unione Europea (UE) ha adottato la maggior parte delle politiche climatiche che dovrebbero rendere possibile il raggiungimentodegli obiettivi intermedi del 2030. La nuova Commissione dovrebbe continuare a rafforzare il quadro esistente e fissare obiettivi e politiche per il 2040.
Vale la pena fare un passo indietro per osservare cosa ha funzionato fino ad oggi. Nel suo Rapporto "Verso la neutralità climatica dell'UE: progressi, lacune politiche e opportunità" (2024), il Comitato Scientifico Consultivo Europeo sui Cambiamenti Climatici (ESABCC) ha formulato delle raccomandazioni basate su dati storici per verificare se l’UE è sulla giusta strada rispetto agli obiettivi stabiliti.
Come sottolineato dall'ESABCC, il cui scopo è analizzare e proporre miglioramenti delle politiche climatiche, la valutazione ex-post delle politiche è un processo fondamentale per migliorarle. Dei 69 indicatori elencati nel rapporto per valutare i progressi in atto, solo dieci sono "in linea con gli obiettivi" o "quasi in linea con gli obiettivi" (si veda l’elenco fornito di seguito all’articolo)[1].
Di conseguenza, è necessario intensificare gli sforzi di attuazione delle misure del Green Deal Europeo. Le aspettative sono alte e si può essere ottimisti: nel 2023 si è registrata una riduzione record del 15% delle emissioni nei settori coperti dall'EU ETS, principalmente grazie al forte aumento delle energie rinnovabili nel settore elettrico. Con questo sviluppo, le emissioni dell'ETS sono ora circa il 47% al di sotto dei livelli del 2005 e ben avviate per raggiungere l'obiettivo del 62% di riduzione delle emissioni di GHG entro il 2030.
A tal proposito, un recente articolo (Stechemesser et al., 2024) su Science ha valutato sistematicamente oltre 1.500 politiche climatiche in 41 paesi, identificando quelle che hanno portato a significative riduzioni delle emissioni negli ultimi due decenni. Alcuni dei risultati possono essere utili per la preparazione della strategia europea per il clima per il 2040.
L'articolo rileva che le politiche efficaci nella riduzione delle emissioni sono varie ma spesso condividono caratteristiche comuni, come solidi quadri normativi, la fissazione dei prezzi del carbonio, e sussidi mirati. La combinazione di diversi tipi di politiche (es. regolamentazioni, meccanismi di prezzo, sussidi) spesso produce risultati migliori rispetto alle singole politiche. Naturalmente, è bene ricordare che non esiste un approccio universale; l'efficacia delle politiche (e delle combinazioni di politiche) varia tra settori, contesti economici e paesi.
Per quanto riguarda il settore elettrico delle economie sviluppate, meccanismi di prezzo come le tasse sul carbonio e i sistemi di scambio delle emissioni si rivelano molto efficaci. Infatti, le combinazioni di politiche efficaci nel settore energetico includono elementi di prezzo, suggerendo che la fissazione dei prezzi è cruciale per ottenere significative riduzioni delle emissioni. Tuttavia, non sono necessariamente politiche isolate. Ad esempio, il price floor del carbonio introdotto nel Regno Unito nel 2013 ha significativamente ridotto le emissioni, ma la sua introduzione è stata accompagnata da altre misure di command and control, come i portolio standardssulle rinnovabili, l’uscita dal carbone, e altri strumenti di mercato, tra cui le tariffe feed-in e le aste.
La tendenza a favore della fissazione dei prezzi si estende ancora di più nel settore industriale. I meccanismi di prezzo in sé sono particolarmente efficaci nelle economie sviluppate, ma mostrano forte sinergie con altri strumenti politici nei paesi in via di sviluppo.
Il settore dei trasporti, invece, mostra un forte potenziale di complementarietà tra diversi strumenti politici. Le iniziative per lariduzione delle emissioni che hanno avuto successospesso implicanouna combinazione di sussidi, regolamentazioni e prezzi. Nelle economie sviluppate, i meccanismi di prezzo sono efficaci da soli. Tuttavia, i sussidi combinati con i prezzi sono i più complementari.
Allo stesso modo, le politiche efficaci nel settore edilizio si basano spesso su una combinazione di strumenti. Lo studio di Stechemesser et al. (2024) ha rilevato che i divieti, i codici edilizi, i mandati di efficienza energetica e i sussidi sono più efficaci se combinati con meccanismi di prezzo. Inoltre, la dimensione media dell'effetto di riduzione delle emissioni è maggiore quando le politiche fanno parte di una combinazione piuttosto che di approcci isolati.
Conclusione
Nel complesso, i risultati del nuovo articolo sembrano allinearsi con l'attuale quadro dell'UE, che pone la fissazione dei prezzi al centro delle politiche di decarbonizzazione, con un approccio diverso per ciascun settore. Essi rivelano che, benché la maggior parte degli studi tenda ad attribuire alla fissazione dei prezzi del carbonio un forte effetto di mitigazione, la letteratura potrebbe trascurare l'influenza delle politiche complementari nella decarbonizzazione delle economie (es. standard di emissione per le auto e supporto alle rinnovabili).
Sebbene l'EU ETS, e per estensione l'EU ETS 2, debbano avere un ruolo solido, potrebbero esserepiù efficaci nel regolare attori economici razionali, come le aziende nei settori industriale ed energetico. Al contrario, le politiche complementari avranno un ruolo più decisivo nei settori che incidono direttamente sulle famiglie, come i trasporti e il settore edilizio. Una priorità della nuova Commissione Europea sarà lo sviluppo di politiche complementari che riflettano le priorità dell'UE verso la competitività e la rivitalizzazione industriale dell'Europa senza compromettere l'impegno verso la neutralità climatica e il supportodi tutticittadini.
[1] E2a: Percentuale di combustibili fossili nel mix totale di generazione di elettricità; E2b: Percentuale di rinnovabili (escl. bio) nel mix totale di generazione di elettricità; E6: Emissioni di metano legate all'energia; T2b: Domanda di trasporto merci; T4a: Intensità di CO2 dei veicoli stradali (auto passeggeri, nuove vendite); T6a: Percentuale di combustibili fossili nell'uso energetico dei trasporti; B6: Pompe di calore (stock totale); A5c: Consumo di carne suina; A7: Uso di prodotti agricoli come materie prime per bioenergia; L7: Emissioni nette di GHG nell'uso del suolo non forestale.
Referenze (in lingua inglese):
- Consiglio consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici, "Verso la neutralità climatica dell'UE: progressi, lacune politiche e opportunità." Rapporto di valutazione dei progressi, 2024.
- Stechemesser, A., Koch, N., Mark, E., et al., "Politiche climatiche che hanno ottenuto riduzioni significative delle emissioni: prove globali da due decenni." Science, 385, 884–892 (2024). https://www.science.org/doi/10.1126/science.adl6547
I risultati e ulteriori approfondimenti possono essere esplorati interattivamente sul sito web del Climate Policy Explorer http://climate-policy-explorer.pik-potsdam.de/
Disclaimer:
Questa pubblicazione è una traduzione dell’articolo di Albert Ferrari “What works to reduce emissions: lessons for European climate policies towards 2040” pubblicato per la serie “Topic of the Month”sul sito della Florence School of Regulation, un programma dell’Istituto Universitario Europeo.