
Innovazione e sostenibilità nel settore chimico: il futuro del petrolchimico di Ferrara

La crescente necessità di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, insieme alla promozione di una risposta ecologica post Covid-19, richiede una transizione verso un’economia circolare, disaccoppiando la crescita economica dal consumo di risorse. In tal senso, l’Unione Europea promuove iniziative come il Green deal e la Strategia per l’economia circolare, mirate a ridurre le emissioni di gas serra e a limitare il consumo di risorse, con particolare attenzione a quelle ad alto impatto ambientale.
Il settore chimico, e in particolare quello delle materie plastiche, svolge un ruolo cruciale in questa transizione. Nel biennio 2019-2020, circa il 30% delle imprese produttrici di prodotti chimici ed il 55% delle imprese produttrici di materie plastiche italiane hanno prodotto almeno un’innovazione ambientale. I dati elaborati dal Centro di ricerca dell’Università degli Studi di Ferrara – Cercis – mostrano che le industrie del settore della chimica hanno puntato soprattutto ad innovare a livello di riduzione dell’utilizzo di materie prime e sulla riduzione e riutilizzo di rifiuti e riutilizzo di energia. Tuttavia, la decarbonizzazione in questo settore presenta ancora grandi difficoltà a causa delle sue caratteristiche intrinseche: la CO₂ viene infatti generata non solo dai processi di combustione, ma anche dalle reazioni chimiche stesse.
Inoltre, molti materiali plastici, come quelli misti o contaminati, continuano a concludere il loro ciclo di vita nei termovalorizzatori, poiché non possono essere recuperati attraverso il riciclo meccanico o perché, una volta riciclati, non raggiungono una qualità sufficiente per essere reintrodotti sul mercato. Gli sforzi futuri dovranno pertanto concentrarsi sullo sviluppo di nuove tecnologie per migliorare l’efficienza dei processi di riciclo, tra cui il riciclo chimico, con l’obiettivo di valorizzare gli scarti e promuovere la produzione di materiali a basso impatto ambientale.
In Italia, tra i poli chimici di rilievo, si distingue il petrolchimico di Ferrara, che si ritrova al centro di questa trasformazione green. Nato negli anni ’30 con lo sviluppo dell’industria legata all’agricoltura, il polo subì una radicale trasformazione a partire dalla fine degli anni ’40 con l’arrivo della Montecatini, segnando il passaggio dalla carbochimica alla petrolchimica e rendendo i materiali plastici sempre più centrali nello sviluppo economico-produttivo avanzato. Oggi, il Polo è alle porte di un’auspicabile rivoluzione. Di fronte alle sfide del cambiamento climatico e della transizione verde, il petrolchimico di Ferrara dovrà evolversi in un sistema basato su processi circolari, creando un ciclo virtuoso di innovazione capace di rispondere alle nuove sfide ambientali ed economiche.
Il futuro del Polo chimico ferrarese dipende inevitabilmente dalle politiche nazionali, che negli ultimi anni hanno portato alla chiusura di diversi impianti produttivi. Infatti, sebbene l'Italia sia riconosciuta per l’eccellenza nello sviluppo tecnologico, il Paese soffre di un deficit produttivo di polimeri, che lo rende dipendente dai mercati esteri. Questa separazione tra ricerca e produzione indebolisce la posizione strategica nazionale, specialmente in periodi di crisi, quando la disponibilità di materie prime diventa cruciale per evitare la vulnerabilità alle oscillazioni dei prezzi internazionali.
Storicamente, il petrolchimico ferrarese ha mantenuto una posizione di leadership nell’innovazione tecnologica e nella ricerca, grazie al contributo del Centro Giulio Natta. Per delineare scenari futuri, la presenza di un centro di ricerca di tale rilevanza deve tuttavia essere sostenuto anche dalla presenza di impianti produttivi che permettano di rispondere alle esigenze di mercato soprattutto di polipropilene. È dunque necessaria una politica industriale ambiziosa, basata su tre punti chiave:
- Consolidare la leadership tecnologica, continuando a investire nella ricerca per consolidare l’eccellenza del Polo;
- Sfruttare le opportunità offerte dal Green deal europeo, sviluppando il riciclo integrale della plastica attraverso tecnologie di riciclo meccanico e chimico. Questa riconversione permetterebbe al Polo chimico di affermarsi come eccellenza in materia di innovazione tecnologica e di coniugare l’obiettivo di crescita economica con quello di sostenibilità ambientale, interconnettendo così, sia gli obiettivi di sviluppo e crescita locale che gli obiettivi comunitari di neutralità climatica;
- Investire nel capitale umano, promuovendo la formazione specializzata e la creazione di posti di lavoro qualificati nel settore della chimica verde, rafforzando così le competenze locali e rendendo Ferrara ed Emilia-Romagna poli competitivi per know-how e innovazione.
Il rilancio sostenibile del petrolchimico di Ferrara rappresenta una sfida complessa ma imprescindibile per coniugare sviluppo industriale e transizione ecologica. La storia del polo dimostra come l’innovazione sia stata il motore della sua crescita, con esempi emblematici come lo sviluppo del polipropilene e del processo Spheripol. Oggi, di fronte alle nuove sfide ambientali e di mercato, è necessario adottare lo stesso approccio pionieristico per trasformare il petrolchimico in un centro di eccellenza per il riciclo integrale della plastica e l’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale. Il futuro del settore passa attraverso l’integrazione di processi di riciclo avanzati, sia meccanici che molecolari, sfruttando le competenze maturate nel tempo e i progetti già avviati. In questo contesto, il lavoro di ricerca e sviluppo condotto da Lyondell Basell con il progetto MoReTech, grazie alla sua esperienza nei catalizzatori e nei processi industriali, e da Versalis con il progetto Hoop a Mantova, rappresentano esempi concreti di innovazione orientata alla sostenibilità.
Questi progetti dimostrano che la strada per una chimica circolare è già tracciata: occorre ora un impegno deciso per consolidarla e ampliarla. Per realizzare questa visione, sarà fondamentale un approccio sinergico tra istituzioni, imprese e centri di ricerca, sostenuto da politiche industriali ambiziose e investimenti strategici.
La collaborazione tra settore pubblico e privato diventa quindi essenziale per creare un ecosistema favorevole all’innovazione, capace di attrarre nuove risorse e competenze. Solo attraverso una strategia condivisa sarà possibile affrontare le sfide del settore, garantendo al tempo stesso competitività al Polo ferrarese e un contributo concreto agli obiettivi di sostenibilità nazionali. Ferrara ha ora l’opportunità di posizionarsi come punto di riferimento per un’industria chimica innovativa, sostenibile e pienamente inserita nei principi dell’economia circolare. Con un impegno concreto e una visione di lungo termine, il Petrolchimico ferrarese può diventare un modello di eccellenza, capace di coniugare crescita economica, ricerca d’avanguardia e tutela ambientale, rispondendo così alle sfide del futuro con soluzioni all’altezza della sua storia industriale.
a cura di Elisa Chioatto e Fabiola Onofrio
