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Pnrr, la Corte di conti: permangono criticità che richiedono interventi mirati

La scadenza di giugno 2026 si avvicina e l’organo di controllo accende un faro sui rallentamenti nelle verifiche di spesa di alcune voci e sui minori progressi legati alle missioni riguardanti istruzione, salute, inclusione e coesione
 |  Green economy

Obiettivi al momento raggiunti ma rimangono criticità che richiedono interventi mirati, considerata la scadenza di giugno 2026. La Corte dei conti ha acceso un faro sulle attività riguardanti il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e il Piano nazionale complementare (Pnc). Nella Relazione sullo stato di attuazione degli interventi di entrambi, esaminati nel 2024 dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti (Delibera n. 41/2025/G) l’organo di controllo evidenzia che il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi, stabiliti a livello nazionale e concordati a livello europeo, è in linea con le previsioni, ma sottolinea anche che permangono alcune criticità che richiedono attenzione costante e interventi mirati, soprattutto in vista della scadenza del Piano fissata a giugno 2026.

Sul fronte finanziario, richiama la Corte dei conti, i dati della piattaforma ReGiS mostrano un rinvio di spese programmate per il biennio 2023-2024 pari a circa 2,4 miliardi di euro, con un conseguente incremento della spesa di 1,2 miliardi nel 2025 e 680 milioni nel 2026. La carenza di personale negli uffici di rendicontazione e controllo - si sottolinea ancora - ha prodotto un rallentamento sulle verifiche di spesa. Il mancato regolare aggiornamento dei dati sulla piattaforma ReGiS da parte di alcune amministrazioni coinvolte - causa di frequenti disallineamenti tra dati interni e ufficiali - rappresenta, inoltre, un elemento di criticità, soprattutto alla luce della recente normativa, che rafforza le responsabilità nella gestione degli obiettivi Pnrr.

Nel documento si evidenziano anche i progressi raggiunti per le Missioni 1 (digitalizzazione), 2 (transizione ecologica) e 3 (infrastrutture e mobilità), con livelli di spesa tra il 37% e il 40% delle risorse assegnate (esclusi i crediti d’imposta). Minore il progresso legato, invece, alle Missioni 4 (istruzione), 5 (inclusione e coesione) e 6 (salute), che registrano un avanzamento della spesa pari, rispettivamente, al 25%, 14% e 27% dei finanziamenti destinati.

La Corte dei conti ha anche rimarcato la particolare delicatezza del tema della sostenibilità della spesa corrente, soprattutto per gli enti locali, vista la necessità di garantire continuità e una gestione efficiente delle opere avviate attraverso una programmazione che assicuri un adeguato supporto finanziario nel medio-lungo periodo, ben oltre il termine del 2026.

Redazione Greenreport

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