Crescono i rifiuti urbani trattati nei Tmb, ma solo l’1% viene poi riciclato in Italia
Nel 2023 i rifiuti avviati al trattamento meccanico biologico o al solo trattamento meccanico sono pari a quasi 9 milioni di tonnellate, costituiti per il 78,4% da rifiuti urbani indifferenziati (7 milioni di tonnellate), per il 16,4 % da rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani e dal trattamento di altri rifiuti appartenenti al capitolo 19 dell’elenco europeo (oltre 1,4 milioni di tonnellate), per l’1,9% (oltre 166 mila tonnellate) da altre frazioni merceologiche di rifiuti urbani (carta, plastica, metalli, legno, vetro e frazioni organiche da raccolta differenziata) e, infine, per il 3,3% da rifiuti speciali provenienti da comparti industriali (agro industria, lavorazione del legno, ecc.), con un quantitativo pari a 292 mila tonnellate.
Gli impianti operativi censiti sul territorio nazionale (134) includono 33 impianti che effettuano il solo trattamento meccanico (TM) dei rifiuti urbani indifferenziati. In quest’ultima fattispecie rientrano anche alcuni impianti di TMB che nell’anno in esame non hanno effettuato il processo di biostabilizzazione della frazione organica. La distribuzione regionale degli impianti è riportata nella Figura 3.3.2; in particolare, nel Nord sono presenti 41 impianti (comprensivi di 14 impianti di TM), nel Centro 40 (16 TM) e nel Sud 53 (3 TM).
Al Nord sono trattate complessivamente oltre 1,7 milioni di tonnellate, di cui oltre 1,2 milioni di tonnellate sono rifiuti urbani indifferenziati (il 70,6% del totale), la restante parte è costituita da RU pretrattati (292 mila tonnellate, 16,6%), da frazioni merceologiche di RU (circa 73 mila tonnellate, 4,1%) e da rifiuti speciali (135 mila tonnellate, 7,7 %). Al Centro, invece, sono trattate circa 2,6 milioni di tonnellate, di cui quasi 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati, che costituiscono l’84,1% del totale nazionale. Le altre tipologie di rifiuti sono costituite da RU pretrattati (250 mila tonnellate, 9,7% del totale), da frazioni merceologiche di RU (oltre 50 mila tonnellate, 1,9%) e da rifiuti speciali (112 mila tonnellate, 4,3%). Al Sud i rifiuti trattati sono quasi 4,6 milioni di tonnellate, di cui circa 3,6 milioni sono i rifiuti urbani indifferenziati (78,2% del totale trattato). Le restanti tipologie di rifiuti sono costituite da RU pretrattati (oltre 924 mila tonnellate, 20% del totale), frazioni merceologiche di RU (oltre 43 mila tonnellate, 0,9%) e rifiuti speciali (45 mila tonnellate, 0,9%). Si osserva che il Sud è la macroarea che avvia la maggiore quantità di rifiuti urbani al trattamento intermedio meccanico biologico prima di una destinazione definitiva di recupero o smaltimento. La Figura 3.3.3 fornisce il dettaglio per macroarea delle quantità autorizzate, nonché delle tipologie e dei quantitativi di rifiuti trattati dagli impianti in esame.
Rispetto al 2022, si assiste ad un aumento dei quantitativi trattati di oltre 185 mila tonnellate (+2,1%) riconducibile esclusivamente ad un incremento delle quantità dei rifiuti del capitolo 19 dell’EER, derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani, mentre si riduce dell’1,7% (124 mila tonnellate) la quantità di rifiuti indifferenziati. I quantitativi pretrattati aumentano del 29,9% (circa 338 mila tonnellate), le altre frazioni di rifiuti urbani diminuiscono dell’11,3% (21 mila tonnellate) mentre, per i rifiuti speciali, si osserva una riduzione del 2,3%, pari a circa 7 mila tonnellate. Tale incremento è riscontrabile, in particolare, nelle macroaree del Centro e del Sud dove i quantitativi di rifiuti trattati aumentano rispettivamente di oltre 18 mila tonnellate (+0,7%) e oltre 316 mila tonnellate (+7,4%). D’altra parte, la macroarea del Nord registra una riduzione del 7,8% (circa 149 mila tonnellate).
I rifiuti urbani indifferenziati trattati dagli impianti intermedi di TMB/TM provengono prevalentemente dalla stessa regione in cui sono prodotti; fanno eccezione il Piemonte che riceve oltre 103 mila tonnellate dalla Liguria e l’Abruzzo che riceve 58 mila tonnellate dal Lazio. Con riferimento, invece, ai rifiuti appartenenti al capitolo EER 19, si osserva che le regioni che ne ricevono le maggiori quantità da fuori regione sono l’Emilia Romagna con circa 95 mila tonnellate, l’Abruzzo con quasi 47 mila tonnellate, il Lazio con 41 mila tonnellate e la Lombardia con 39 mila tonnellate.
I rifiuti prodotti dagli impianti TMB e TM (Figura 3.3.6) e destinati ad altre forme di trattamento sono pari, nel 2023, a oltre 8,1 milioni di tonnellate e sono costituiti da:
- frazione secca (FS): oltre 3,8 milioni di tonnellate (47,1 % del totale dei rifiuti prodotti);
- combustibile solido secondario (CSS): oltre 1,6 milioni di tonnellate (20,5%);
- frazione organica non compostata: oltre 1,1 milioni di tonnellate (14,1%);
- biostabilizzato (BS): poco più di 740 mila tonnellate (9,1%);
- frazione umida: oltre 474 mila tonnellate (5,8%);
- percolato: oltre 148 mila tonnellate (1,8%)
- frazioni recuperabili/riciclabili avviate a operazioni di recupero, incluso il riciclaggio, quali carta, plastica, metalli, legno, vetro, tessili: circa 106 mila tonnellate (1,3%)
- bioessiccato (BE): 27 mila tonnellate (0,3%).
Si osserva che il codice EER 191212 è usualmente utilizzato per identificare sia la frazione secca, sia gli scarti di trattamento e talvolta, anche, per indicare la frazione umida. Pertanto, solo laddove sono stati forniti dati di dettaglio, attraverso la compilazione di un apposito questionario annuale predisposto e somministrato da ISPRA, si sono potute distinguere le diverse frazioni merceologiche. Laddove, invece, non è stato possibile effettuare tale distinzione, il codice EER 191212, indicato nelle dichiarazioni MUD, è stato identificato come frazione secca.
Osservando le operazioni di gestione a cui sono destinati i rifiuti prodotti dal trattamento meccanico e meccanico biologico nell’anno 2023, la quota destinata ad “ulteriore trattamento meccanico e/o biologico” è comprensiva dei quantitativi avviati alle operazioni di biostabilizzazione e produzione/raffinazione di CSS effettuate presso altri impianti. Le quantità di rifiuti destinate a “trattamento preliminare al recupero” (R12), invece, sono quelle avviate ad impianti di gestione autorizzati allo scambio di rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni indicate da R1 a R11. In analogia al 2022, le frazioni merceologiche quali carta e cartone, plastica e gomma, metalli, vetro, legno, ecc. sono state incluse nelle operazioni di recupero/riciclaggio di materia. Non sono state invece computate nel riciclaggio le stesse frazioni destinate all’operazione di trattamento preliminare (R12).
L’analisi mostra che il 36,6% del totale dei rifiuti prodotti, corrispondente a circa 3 milioni di tonnellate, viene smaltito in discarica. Si tratta, principalmente, di frazione secca (oltre 1,8 milioni di tonnellate), di frazione organica non compostata (quasi 636 mila tonnellate) e di biostabilizzato (più di 377 mila di tonnellate). Rispetto al 2022 si assiste ad una flessione di oltre 374 mila tonnellate (-11,2%) del quantitativo avviato a tale destinazione.
Agli impianti di incenerimento con recupero di energia sono avviati quasi 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti (26,8% del totale prodotto), costituiti, principalmente, da frazione secca (1 milione tonnellate), da CSS (più di 845 mila tonnellate) e da frazione organica non compostata (oltre 240 mila tonnellate). Rispetto al 2022 i quantitativi di rifiuti avviati ad incenerimento con recupero di energia registrano un incremento di oltre 224 mila tonnellate (+11,5%).
Al coincenerimento presso impianti produttivi (cementifici, produzione di energia elettrica e lavorazione del legno) sono avviate oltre 867 mila tonnellate di rifiuti, ovvero il 10,7% del totale prodotto. Il valore comprende anche le quantità di rifiuti avviate all’estero a recupero di energia, pari a quasi 592 mila tonnellate. Tali rifiuti sono costituiti da CSS (503 mila tonnellate), da frazione secca (oltre 251 tonnellate), da frazione umida (oltre 44 mila tonnellate) e da frazione organica non compostata (oltre 62 mila tonnellate). Dal confronto con il 2022 si osserva un aumento del 6% (oltre 15 mila tonnellate). Il 12,3%, quasi 1 milione di tonnellate, è, invece, destinato ad ulteriore trattamento meccanico e/o biologico, che ha interessato prevalentemente la frazione secca (oltre 455 mila tonnellate), la frazione umida (circa 335 mila tonnellate), la frazione organica non compostata (quasi 86 mila tonnellate), il BS (oltre 107 mila tonnellate) e il CSS (15 mila tonnellate). Rispetto al 2022, si osserva un incremento del 3,4% di tale forma di trattamento intermedio (oltre 32 mila tonnellate).
A copertura di discarica sono destinate 223 mila tonnellate di rifiuti prodotti (2,7% del totale), costituite, per lo più, da biostabilizzato (quasi 123 mila tonnellate) e da frazione organica non compostata (100 mila tonnellate). Rispetto al 2022 i quantitativi dei rifiuti prodotti destinati a copertura di discarica registrano una riduzione di quasi 15 mila tonnellate (-6,2%).
Le quantità destinate al riciclaggio in Italia sono quasi 83 mila tonnellate (circa l’1% del totale prodotto) con un aumento di circa 2 mila tonnellate rispetto al 2022, mentre i quantitativi avviati a recupero di materia all’estero sono oltre 177 mila tonnellate (2,2%). Alle operazioni di trattamento preliminare sono destinate quasi 142 mila tonnellate di rifiuti (1,7%) ed infine alla messa in riserva/deposito preliminare sono conferite circa 320 mila tonnellate di rifiuti (3,9%).
I rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento meccanico/meccanico biologico sono destinati, per il 69,2% (5,6 milioni di tonnellate), ad impianti localizzati nella medesima regione, per il 21,3% (1,7 milioni di tonnellate) ad impianti extra regionali e per il 9,5 % (quasi 776 mila tonnellate) ad impianti esteri. Come mostra la Figura 3.3.9, in cui sono sinteticamente evidenziate, con il dettaglio regionale, le quantità di rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico/biologico che, nel 2023, sono stati conferiti fuori regione e all’estero, il Lazio è la regione che destina al di fuori del proprio territorio i maggiori quantitativi con 673 mila tonnellate (50,3% dei rifiuti prodotti da TMB/TM in regione). Nel caso della Sicilia sono destinate fuori regione 197 mila tonnellate (17,9% dei rifiuti prodotti da TMB/TM in regione), mentre il Piemonte destina fuori regione 160 mila tonnellate (42% dei rifiuti prodotti da TMB/TM in regione), All’estero vengono avviate circa 776 mila tonnellate dei rifiuti prodotti dai TMB/TM, in particolare, dalla Campania (oltre 367 mila tonnellate), dal Lazio (quasi 147 mila tonnellate) e dalla Sicilia (circa 86 mila tonnellate) La Sardegna è l’unica regione che gestisce tali rifiuti esclusivamente a livello regionale.
di Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)