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Mancano i provvedimenti per attuare il divieto di uccisione dei pulcini maschi

I deputati del Movimento 5 Stelle e Animal Equality Europa chiedono chiarezza al Governo
 |  Green economy

Ogni anno, in Italia, oltre 30 milioni di pulcini maschi vengono gassati o triturati perché considerati come scarti di produzione da parte dell’industria delle uova. La petizione lanciata da Animal Equality nel 2020 ha raccolto le firme di oltre 110 mila cittadini italiani schierati contro la terribile modalità di uccisione di questi animali appena nati. Attualmente, l’adozione dei provvedimenti relativi alla legge 4 agosto 2022, n.127, che vieta l’uccisione dei pulcini maschi in Italia entro la fine del 2026, risulta ancora incompleta. La scadenza per l’emanazione dei provvedimenti rimasti in sospeso era fissata per il 7 aprile 2024 e la mancata attuazione della normativa rischia di continuare a favorire l’abbattimento di milioni di pulcini attraverso pratiche dolorose.

I deputati del Movimento 5 Stelle, Alessandro Caramiello, Sergio Costa e Susanna Cherchi, hanno presentato un’interrogazione al ministro della salute, al ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e al ministro delle imprese e del made in Italy, nella quale ricordano che «Il 7 gennaio 2024 è entrato in vigore il decreto legislativo 7 dicembre 2023, n. 205, di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio, del 24 settembre 2009, relativo alla protezione degli animali durante l'abbattimento, ai sensi dell'articolo 18 della legge 4 agosto 2022, n. 127».

I deputati pentastellati sottolineano che quel decreto «Prevede l'introduzione del divieto di abbattimento dei pulcini maschi appena nati entro il 31 dicembre 2026, quindi con un “più che ragionevole” periodo di transizione; nell'ambito delle pratiche diffuse nell'industria per la produzione di uova è, infatti, consuetudine l'abbattimento, mediante triturazione o gassificazione, dei pulcini maschi, poiché improduttivi e quindi giudicati un onere finanziario superfluo da sostenere; tale pratica, diffusa e consolidata, dimostra concretamente l'importanza di promuovere alternative etiche e sostenibili che rispettino il benessere degli animali e promuovano forme di produzione alimentare più responsabili».

L'articolo 3, comma 2, del decreto prevede deroghe al divieto di abbattimento in alcuni casi specifici: «1) quando non sia stato possibile rilevare in tempo utile il sesso; 2) in caso di identificazioni erronee del sesso legate alla sensibilità e alla percentuale di affidabilità della tecnologia impiegata ("errori di sessaggio"); 3) quando ricorre una situazione di emergenza; 4) nei casi in cui, nel piano di azione adottato dall'autorità competente responsabile ai sensi dell'articolo 18 del regolamento (CE) n. 1099/2009, è contemplato lo spopolamento; 5) quando l'abbattimento dei pulcini si rende necessario in osservanza della disciplina afferente alle malattie animali ovvero, in casi particolari, per motivi connessi alla protezione degli animali o della salute e sicurezza delle persone; 6) quando all'abbattimento si procede nel corso di esperimenti scientifici svolti sotto il controllo delle Autorità competenti».

l'articolo 5 del decreto prevede «Misure per implementare le tecnologie per il sessaggio», che consentono di riconoscere il sesso dell'embrione prima della schiusa dell'uovo, quindi la sistematica eliminazione delle uova contenenti futuri maschi e, quanto più l'identificazione del sesso è tempestiva, tanto più è possibile operare nell'arco temporale in cui l'embrione non è in grado di percepire il dolore». Nello stesso articolo è specificato che «Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e con il Ministro delle imprese e del made in Italy, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono stabilite: a) linee guida per promuovere l'utilizzo dei macchinari in grado di determinare il sesso dell'embrione, secondo le più avanzate tecnologie, il prima possibile e comunque non oltre il quattordicesimo giorno dall'incubazione; b) linee guida per sostenere il sessaggio in ovo, attraverso la promozione del miglioramento tecnologico e il monitoraggio dei risultati, con particolare riguardo ai tempi di rilevazione del sesso dell'embrione e alla percentuale di errore di sessaggio».

I deputati M5S fanno notare che «il decreto, senza i relativi decreti attuativi, risulta incompleto in termini di specifiche cruciali, come evidenziato dall'articolo 5 “Misure per implementare le tecnologie per il sessaggio” e dall'articolo 6 “Disposizioni in materia di reinserimento o utilizzo dei pulcini maschi».

Per questo i deputati del Movimento 5 Stelle  chiedono ai ministri  «Se  intendano esporre in modo puntuale le modalità e le tempistiche con cui intendano attuare il decreto in oggetto, con particolare riferimento alle questioni legate all'etichettatura, alla ricollocazione dei pulcini, alle tecnologie di ovo sessaggio e all'adattamento degli incubatoi richiesti dalla norma».

L’interrogazione parlamentare si va ad aggiungere alla richiesta delle principali associazioni italiane per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare di implementare i provvedimenti previsti e Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality Europa, ha commentato: «L’interrogazione presentata ribadisce l’importanza di questa battaglia: l’uccisione di decine di milioni di animali considerati come scarti di produzione dall’industria zootecnica non è accettabile e va fermata. A distanza di due anni dalla legge, manca oggi il passaggio fondamentale dell’adozione degli ulteriori provvedimenti necessari per garantire che il divieto diventi realtà e che le aziende possano adeguarsi a questo cambiamento necessario, sempre più diffuso in tutta Europa».  

Redazione Greenreport

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