
Clima, il budget di carbonio per restare entro i +1,5°C si è già dimezzato in soli tre anni

Mentre i governi di tutto il mondo sono impegnati a preparare il terreno per l’ennesima Conferenza Onu sui cambiamenti climatici – la Cop28 si terrà questo dicembre, negli Emirati arabi uniti leader dei combustibili fossili – le emissioni di gas serra continuano di fatto a crescere.
Il nuovo studio Indicators of global climate change 2022: annual update of large-scale indicators of the state of the climate system and human influence rappresenta un aggiornamento degli indicatori chiave dello stato del sistema climatico che si basa direttamente sull’ultimo rapporto di valutazione dell’Ipcc: l’Ar6 pubblicato nel 2021, col relativo rapporto di sintesi uscito quest’anno.
«Il riscaldamento antropogenico è ora stimato essere in media di 1,14°C nell’ultimo decennio. Il budget di carbonio rimanente, ovvero la quantità di anidride carbonica che può essere emessa per avere una probabilità superiore al 50% di mantenere l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, si è dimezzato in tre anni, ed è diventato molto piccolo», spiegano gli autori del rapporto.
L’analisi è frutto della piattaforma di scienziati “Indicatori del cambiamento climatico globale” (Igcc), un’iniziativa coordinata da Piers Forster dell’Università di Leeds, cui partecipa per il Cmcc la ricercatrice italiana Anna Pirani.
L’iniziativa nasce affinché i decisori politici, i negoziatori climatici e i gruppi della società civile possano avere accesso a prove scientifiche aggiornate e robuste su cui basare le decisioni; i rapporti Ipcc, ovvero il riferimento mondiale per la scienza sui cambiamenti climatici, vengono infatti pubblicati solo ogni 5-10 anni.
Questo primo aggiornamento da parte dell’Igcc include dunque le ultime stime delle emissioni di gas serra e forzanti climatici a vita breve, le concentrazioni di gas serra, il forcing radiativo, i cambiamenti della temperatura superficiale, lo squilibrio energetico della Terra, il riscaldamento attribuito alle attività umane, il budget residuo di carbonio e stime degli estremi di temperatura globali.
Gli autori hanno definito lo studio un “campanello di allarme tempestivo”, che dimostra che il ritmo e l’entità delle azioni sul clima sono state insufficienti.
«Questo è il decennio critico per il cambiamento climatico – spiega Forster – Le decisioni prese ora avranno un impatto su quanto aumenteranno le temperature e sul grado e la gravità degli impatti che vedremo come risultato».
Finora le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera sono continuate ad aumentare a causa delle emissioni da consumo di combustibili fossili e da attività industriali. Un livello record di gas serra viene emesso ogni anno, equivalente a 54 miliardi di tonnellate di CO2, sebbene con un segnale che il tasso di aumento delle emissioni potrebbe aver rallentato.
Lo squilibrio energetico della Terra (l’energia guadagnata – principalmente negli oceani – rispetto all’energia persa nello spazio) continua così a crescere e le temperature superficiali continuano a aumentare, insieme alla frequenza e all’intensità degli eventi meteo estremi.
«Il cambiamento sta avvenendo rapidamente e ogni sforzo è necessario – sottolinea Pirani – per ridurre le emissioni di gas serra e limitare il riscaldamento globale. L’Igcc può monitorare i progressi e rilevare gli effetti sul sistema climatico su base annuale. Stiamo diffondendo apertamente i set di dati e il codice utilizzati per i calcoli come risorsa per la comunità in modo più ampio, e forniamo anche un pannello di controllo online in modo che tutti possano essere aggiornati sulle ultime stime».
