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Con il teleriscaldamento geotermico la Toscana evita l'emissione di 58mila tonnellate di CO2

Chiacchella: «Oltre a produrre energia pulita, la geotermia può essere un valido strumento a servizio della tutela e sviluppo dei territori»
 |  Crisi climatica e adattamento

Le 34 centrali geotermoelettriche ad oggi presenti in Toscana riescono a fornire 5.871 Gwh di energia elettrica (un record toccato nel 2016), l’equivalente per soddisfare quasi il 30% dei consumi regionali – o di 2 milioni di famiglie –, ma dal sottosuolo arrivano anche importanti approvvigionamenti per quanto riguarda il calore.

Come osserva su Qualenergia.it (portale web promosso da Kyoto Club, Legambiente e AzzeroCO2) il direttore generale CoSviG (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), Sergio Chiacchella, per quanto riguarda i teleriscaldamenti geotermici, va ricordato che dei circa 20 impianti di distribuzione di energia termica che utilizzano in Italia il calore del sottosuolo, 17 si trovano nelle due aree geotermiche toscane», o per meglio dire nell’area geotermica “tradizionale” e in quella dell’Amiata, servendo complessivamente 5.423 utenze distribuite nel territorio di sei diversi Comuni (Castelnuovo Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Pomarance e Santa Fiora).

«Sono impianti – aggiunge Chiacchella – che riscaldano quasi sempre piccoli borghi ed aree rurali, in ampi territori con bassa concentrazione antropica, alimentati da calore geotermico ad alta temperatura. Rispondono a criteri di economicità e sostenibilità finanziaria, di grande importanza sociale per i territori sia per l'applicazione di tariffe particolarmente basse da parte dei gestori delle reti (società in-house o partecipate) sia per la grande efficienza del servizio erogato. Complessivamente si tratta di una potenza installata pari a circa 107 Mwt, con un risparmio annuo di quasi 27.000 TEP e una mancata emissione di CO2 di oltre 58.000 tonnellate.

Le prossime tappe saranno gli impianti di Radicondoli e Chiusdino. A Radicondoli, i lavori del primo lotto saranno ultimati entro aprile 2017. I lavori del primo lotto a Chiusdino, invece, inizieranno nella prima metà del 2017. In seguito, le reti dei due comuni saranno estese anche ad altre zone dei rispettivi territori, per giungere a riscaldare altre 900 utenze complessive».

«Questi esempi – conclude il direttore generale CoSviG – dimostrano che la geotermia, oltre a produrre energia pulita, può essere un valido strumento a servizio della tutela e sviluppo dei territori».

L. A. 

Redazione Greenreport

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