A Torino registrato un «eccesso significativo di mortalità» per ondate di calore
Mentre è in corso una nuova ondata di calore, con 22 dei 27 capoluoghi monitorati dal ministero della Salute che sono già o si avviano a entrare in bollino rosso, il caldo eccezionale registrato nelle scorse settimane sta già mietendo vittime (anche) nel nord Italia, in particolare nella popolazione over65.
«Gli studi epidemiologici – spiegano dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) del Piemonte – confermano che le ondate di calore sono condizioni meteorologiche con un impatto significativo sulla salute della popolazione residente, in particolare sulla mortalità della popolazione anziana. È stato dimostrato, infatti, che le alte temperature hanno un effetto relativamente immediato sulla mortalità, con una latenza solitamente di 1-3 giorni tra il verificarsi di un rapido innalzamento della temperatura ed un successivo aumento del numero di decessi (Baccini 2008, Basu 2009, Guo 2014). Nell’ondata registrata a cavallo tra luglio ed agosto (28 luglio-4 agosto) è stato osservato un eccesso significativo di mortalità rispetto alla media, da imputare quasi esclusivamente agli ultimi tre giorni di luglio».
In tempi di crisi climatica, provocata dall’uso di combustibili fossili come petrolio e gas, non è purtroppo una novità. Si stima infatti che nella sola, caldissima estate del 2022, i morti per le ondate di calore in Europa siano arrivati a superare quota 70mila, di cui oltre 18mila in Italia.
Quest’anno non sembra andare molto meglio. Il termometro della stazione meteo di Capanna Margherita (Punta Gnifetti, 4554 m slm) sabato 10 agosto ha registrato una temperatura massima di 9,0 °C prossima ai valori record di 9,3 °C del 2015 e 9,2 °C dello scorso anno. A quote inferiori gli estremi di temperatura non si sono avvicinati a valori record per gli elevati tassi di umidità che caratterizzano questa annata. L’elevato contenuto di vapor acqueo in atmosfera riduce infatti l’escursione termica giornaliera abbassando le temperature massime, ma aumentando i valori minimi notturni, con conseguente disagio fisiologico.
«Da Capanna Margherita, dove Arpa Piemonte – spiega il dg Secondo Barbero – ha una stazione meteo che è la seconda più alta d'Europa ed è l’osservatorio più alto d’Europa, si può osservare che l’abbondante copertura nevosa ancora presente alle alte quote si sta trasformando e riducendo rapidamente liberando grandi quantità di acqua di fusione; il ghiaccio libero dalla neve risulta esposto a forte fusione, contribuendo alla riduzione delle masse glaciali».
Le Alpi sono infatti un hot spot della crisi climatica in corso, che in Europa corre a velocità doppia rispetto al resto del mondo: non a caso, solo nel periodo 2022-2023, i ghiacciai presenti lungo l’arco alpino hanno perso circa il 10% del volume residuo.
Occorre dunque agire su più fronti: da un lato mitigare la crisi climatica tagliando le emissioni di gas serra - investendo in efficienza energetica e fonti rinnovabili -, dall'altro adattare le città al clima che cambia, ad esempio incrementando la presenza di alberi che con le loro fronde sono in grado di contenere le temperature estreme.