La «spinta gentile» verso la sostenibilità ambientale: l’enciclopedia dell’ecologia applicata. Da tutti
Questo mio libro nasce da una nostalgia, da una curiosità, e da un desiderio.
La nostalgia è quella di tornare a scrivere. E per scrivere non intendo articoli o saggi. Intendo invece la voglia di raccontare idee e pensieri, intuizioni, curiosità coltivate ed esperienze fatte che vale la pena di mettere in ordine.
Mi sono avvicinata allo studio del nudge e dell'economia comportamentale in punta di piedi e per curiosità. Piero Capodieci, un po’ di anni fa mi mise nelle mani il libro con la teoria di Ruchard Sunstein e Cass R. Thaler “Nudge: Improving Decisions about Health, Wealth, and Happiness”, e mi disse che in quella formula, la teoria della «spinta gentile» c'era tanto sapere in grado di spiegare e dare vita logica ai vari progetti che avevo sviluppato in passato, nell'ambito delle politiche di prevenzione dei rifiuti. Questo è stato un «nudge» che ha funzionato perché ha suscitato dentro di me la voglia di conoscere la «spinta gentile». È stato un tuffo immersivo che mi ha così permesso poi di leggere la realtà in un modo più ricco, e di rileggere anche tante esperienze di vita e di lavoro condotte fino a quel momento.
Grazie a questa curiosità “aiutata” ho capito che in tutta la mia vita, ogni volta che avevo lavorato per un'esigenza ispirata alla necessità di rispettare e migliorare l'ambiente e le persone, di fatto avevo progettato dei “comportamenti”.
Vi sembrerà banale, ma non ci avevo mai pensato prima. Eppure, il mio primo libro aveva come sottotitolo “riflessioni sulla progettazione dei nostri consumi”. Puntava sui nostri comportamenti. E se allora esiste un modo per orientarli in maniera più efficace, viva il nudge.
Studiarlo è stato, ed è, un viaggio all'insegna del «è proprio vero che non si smette mai di studiare». E continuare a farlo serve a non imbalsamare i saperi ma farli avanzare, anche in base a come le innovazioni e le sensibilità mutano e si reinventano.
Condividere storie di nudge è oggi un atto di generosità di cui c'è gran bisogno perché dalle esperienze degli altri e dalle buone pratiche abbiamo solo da imparare e anche copiare per poterci migliorare. Mai stancarsi di raccontare allora storie, affinché tanti possano riflettere e mutuarle in qualcosa di utile al proprio “fare”. Serve a contribuire a colmare quella innegabile distanza tra ciò che vorremmo essere e ciò che facciamo. Ecco il mio desiderio ed ecco perché il titolo del mio libro è “La Cerniera”. La cerniera che serve ad accorciare la distanza tra desiderio e azione e a farci vivere in un mondo più rispettoso verso noi umani. Il che accadrà quanto più riusciremo ad esercitare il sentimento della сuга di noi stessi, dei nostri ambienti e del nostro pianeta. I nostri gesti e i nostri comportamenti servono mai come oggi, occorrono tanta attenzione e tanta cura verso le risorse naturali disponibili e verso l'intero patrimonio materiale che possediamo o usiamo. Se capiamo questo, noi saremo cittadini migliori.
Diversi decenni fa, durante una conferenza universitaria, qualcuno domandò all'antropologa Margaret Mead quale fosse, secondo lei, l'oggetto più simbolico e rappresentativo del processo di civilizzazione dell'umanità.
La Mead, dopo una brevissima riflessione, rispose «Un osso guarito».
Perché se un animale si rompe un osso o un'articolazione muore, mentre per un essere umano esiste la possibilità di guarire a condizione che qualcuno, sentendosi parte di una gens - codificata o no da regole - si metta in ascolto ed eserciti il potere della “cura”. Questa breve ma immensa storia mi fa pensare a quanto bisogno abbiamo oggi di incardinare il nostro rapporto con le risorse e le persone intorno al sentiment e all'esercizio della “cura”.
Essa da una parte abbraccia i comportamenti e le azioni che adottiamo per preservare, proteggere e migliorare l'ambiente, ma dall’altra anche il come siamo capaci di sviluppare ascolto, attenzione e rispetto verso le persone e le cose che ci circondano per contribuire alla costruzione di una società migliore.
Il desiderio è quindi quello di riuscire ad offrirvi degli stimoli per farlo, partendo da un punto di vista diverso.
Il libro si apre con 9 storie vere che ci dicono quanto un cambiamento sia possibile senza uso di norme, regolazioni e divieti, ma solo grazie all'intraprendenza, all'intelligenza, al coraggio, alla determinazione (e a tutti i soft power possibili) di persone che, senza poteri sovraordinati, hanno guardato il proprio intorno e hanno trovato il miglior modo di cambiare ciò che serviva cambiare.
Seguono un capitolo che spiega cosa è la “spinta gentile”, da dove arriva, perché funziona e come si costruisce, un capitolo sulla opportunità di usarla per attivare comportamenti sostenibili in 4 aree critiche: rifiuti, energia, trasporti e acqua, evitando gli errori più frequenti e quindi partendo dalle nostre “inesattezze” preferite.
Nel libro non affronto il “come” si possa utilizzare la “spinta gentile” per intervenire in ambiti cosiddetti sociali. Ma ce ne sono e dovranno essere approfonditi privilegiando alcuni topic specifici quali:
-l’overtourism e il nostro rapporto con i turisti e il turismo che chiede di essere governato e lo facciamo senza gran successo. Ormai chi ne è assediato li detesta, chi ne trae vantaggio economico non può e non vuole farne a meno. L'overtourism è davanti ai nostri occhi, con le conseguenze che si porta in dote, ed è difficile distinguere prede e predatori perché lo siamo un po' tutti indistintamente.
-Il nostro rapporto con i libri e la povertà culturale che ci impedisce di riconoscere le fake news e, per alcune fasce sociali è un tema ingombrante affrontabile anche con il nudge.
-Il nostro rapporto con l'Italia, sempre più “anziana” ma non ancora un “Paese per vecchi”. Sono quindi molto interessata a capire come essere più proattivi, anche usando il nudge, verso gli anziani attivi e disponibili e interessati a svolgere ruoli socialmente apprezzabili e utili, mettendo a disposizione saperi e tempo.
Servono “cassette per gli attrezzi”, nuove ricette per l’ecologia quotidiana, canali di conoscenza per affrontare soluzioni possibili e già pronte per essere applicate nella nostra quotidianità su una varietà di questioni che a volte sembrano banali ma sono invece irresistibili suggerimenti comportamentali, parte essenziale della rivoluzione green che serve al nostro Paese. Con ottimismo e con piccoli grandi benefici immediati agendo anche sulle nostre percezioni per passare dalle intenzioni e alle “buone azioni” per i rifiuti o per ridurre lo spreco di cibo, per le nuove energie e la mobilità attiva o contro lo spreco di acqua.