L’incalcolabile costo delle guerre sulla vita dei bambini
Quello mostrato dallo studio “Education under Attack 2024”, pubblcato dalla Global Coalition to Protect Education from Attack (GCPEA) in occasione dell’ International Day to Protect Education from Attack è un mondo dove I bambini stanno pagando un prezzo incalcolabile per le guerre e che avrà pesantissime ricadute sulle loro vite. Almeno per quelli che riusciranno a sopravvivere.
Nel periodo tra il 2022 e il 2023, la GCPEA, una coalizione inter-agenzie Onu formata nel 2010 per affrontare il problema degli attacchi mirati all'istruzione durante i conflitti armati, ha identificato «Circa 6.000 attacchi a studenti, educatori, scuole e università, nonché casi di parti in conflitto che hanno utilizzato strutture educative per scopi militari».
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha commentato: «Negli ultimi anni si è assistito a un drammatico aumento degli attacchi contro studenti, insegnanti, personale scolastico e scuole in tutto il mondo: da Gaza al Sudan, al Myanmar, all'Ucraina, alla Colombia, alla Repubblica Democratica del Congo e altrove. Ogni conflitto esige un crudele tributo umano. Ma per i bambini e i giovani coinvolti nell'inferno del conflitto, il costo è incalcolabile. Questa giornata importante ci ricorda i danni che la guerra provoca ai corpi, alle menti e agli spiriti dei giovani studenti. Dalle ferite e dalla perdita di vite umane, al rapimento, allo sfollamento forzato, alla violenza sessuale, al reclutamento nei combattimenti e alle opportunità perse, i rischi sono enormi. L'istruzione non è solo un diritto umano fondamentale in sé, ma è essenziale per il rispetto di tutti i diritti umani. Invito tutti i Paesi a investire nell'istruzione e a non risparmiare alcuno sforzo per salvaguardare l'istruzione e i luoghi di apprendimento, proteggere studenti e insegnanti e assicurare alla giustizia gli autori di attacchi ai luoghi di apprendimento. Esorto inoltre tutti i paesi ad approvare e attuare pienamente la Dichiarazione sulle scuole sicure, a sostenere la Global Coalition to Protect Education from Attack e a impegnarsi al massimo per garantire che i bambini e i giovani possano continuare il loro apprendimento, sia in tempi di crisi che dopo la fine dei combattimenti. Proteggiamo l'istruzione dagli attacchi e tuteliamo il diritto fondamentale all'istruzione che appartiene a ogni bambino e giovane, ovunque».
La Coalizione evidenzia che «Gli attacchi all'istruzione e l'utilizzo militare sono aumentati di quasi il 20% nel 2022 e nel 2023 rispetto ai due anni precedenti». Inoltre, «in quei due anni più di 10.000 studenti ed educatori sono stati uccisi, feriti, rapiti, arrestati o altrimenti danneggiati da attacchi all'istruzione. Il numero di studenti, insegnanti, professori e personale scolastico uccisi o feriti è aumentato di oltre il 10% rispetto ai due anni precedenti».
Secondo la direttrice dell’Unicef Catherine Russell, «Quasi tutti i bambini di Gaza e del Sudan, e molti altri ad Haiti e nella Repubblica Democratica del Congo, non vanno a scuola a causa della guerra e della violenza».
Infatti, dallo studio GCPEA emerge che: I numeri più alti di attacchi all'istruzione sono stati registrati in Palestina, Ucraina, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Myanmar. In ogni Paese, centinaia di scuole sono state minacciate, saccheggiate, bruciate, prese di mira con ordigni esplosivi improvvisati o colpite da bombardamenti o attacchi aerei. In India, Pakistan, Palestina e Afghanistan è stato segnalato un numero elevato di persone ferite o uccise in attacchi alle scuole: ferite o uccise in attacchi, prese di mira con rapimenti o arresti, o ferite durante il tragitto da o verso la scuola o l'università. Rispetto ai due anni precedenti, gli attacchi all'istruzione sono aumentati in Ucraina, Sudan, Palestina, Siria e Nigeria.
Lo studio descrive dettagliatamente come l'escalation della guerra in Ucraina si sia tradotta in un aumento degli attacchi a scuole e università anche con bombardamenti di artiglieria, razzi e attacchi aerei. La guerra civile in Sudan tra l’esercito golpista e le milizie sue ex alleate, scoppiata nell'aprile 2023, ha visto un'ondata di attacchi alle strutture educative e di un loro utilizzo militare. Gli attacchi all'istruzione in Palestina hanno raggiunto il picco nell'ottobre 2023, in seguito all'attacco di Hamas a Israele e all'invasione e al bombardamento a tappeto della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano. In Siria, la Coalizione ha registrato un aumento dei casi di bambini reclutati mentre si recavano a scuola e le scuole sono state oggetto di crescenti attacchi. In Nigeria, l'uso militare delle scuole è aumentato, mentre sono continuati i rapimenti di scolari e studenti.
L'Onu ha riferito che solo nel 2023 sono state verificate 32.990 gravi violazioni contro 22.557 bambini, con 5.301 uccisi, l'equivalente di quasi 15 bambini uccisi ogni giorno, e ha detto che il numero più alto di violazioni gravi è stato verificato in Israele e nei Territori palestinesi occupati, nella Repubblica Democratica del Congo, in Myanmar, Somalia, Nigeria e Sudan. L'Onu ha attribuito quasi il 50% delle violazioni a gruppi armati non statali, mentre «Le forze governative sono state le principali responsabili dell'uccisione e della mutilazione di bambini, degli attacchi a scuole e ospedali e della negazione dell'accesso umanitario». Le Nazioni Unite hanno anche identificato un aumento significativo del 21% negli attacchi contro i bambini nei conflitti armati e un aumento del 35% nel numero di casi di uccisioni e mutilazioni. L'aumento segnalato di attacchi all'istruzione, nonostante la crescente consapevolezza che questi attacchi costituiscono violazioni del diritto internazionale umanitario e che molti rientrano nella definizione legale di crimini internazionali, richiede un'attenzione urgente da parte della comunità internazionale.
Virginia Gamba, pappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu per i bambini nei conflitti armati, ha sottolineato che «Il numero allarmante di bambini che hanno subito gravi violazioni nei conflitti nel 2023 rappresenta un campanello d’allarme. Stiamo deludendo i bambini. Invito la comunità internazionale a rinnovare il suo impegno verso il consenso universale per proteggere i bambini dai conflitti armati».
Mentre gli attacchi all'istruzione infuriano e sono in aumento, bisogna sottolineare l'importanza dell'istruzione come catalizzatore per garantire coesione sociale e società più sostenibili e pacifiche. Gli attacchi all'istruzione sono crimini che devono essere affrontati con tutti gli strumenti a disposizione per porre fine alla cultura dell'impunità per tali attacchi. La responsabilità di chi compie violenze e uccide bambini e bambine è fondamentale per garantire giustizia alle vittime/sopravvissuti e alle loro famiglie, ma anche per prevenire future atrocità. Giustizia e responsabilità sono fondamentali per la prevenzione.