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Procedure d'infrazione Ue, il poco onorevole primato dell’Italia rimane all’ambiente

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Ammontano a 97 le procedure d'infrazione a carico dell’Italia per violazione del diritto dell’Unione europea e per mancato recepimento di direttive: tra i vari settori interessarti l’ambiente mantiene il primato, con 19 casi di infrazione aperti.

Sono stati archiviati 4 procedimenti (di cui uno riguarda la direttiva 2010/31 sulla prestazione energetica nell'edilizia), ma ne sono stati aperti altri 2. Fra questi due uno riguarda il mancato recepimento della direttiva 2013/56 che modifica quella del 2006 relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori, per quanto riguarda l’immissione sul mercato di batterie portatili e di accumulatori contenenti cadmio destinati a essere utilizzati negli utensili elettrici senza fili, e di pile a bottone con un basso tenore di mercurio.

La direttiva del 2013 - che doveva essere recepita entro il primo luglio 2015 - estende il divieto di immissione sul mercato ad alcuni prodotti i quali non erano in precedenza interessati dal divieto. Vengono, infatti, stabiliti specifici limiti temporali al divieto di immissione sul mercato di pile a bottone con un tenore di mercurio non superiore al 2 per cento in peso, fino al 1° ottobre 2015 e di pile e accumulatori portatili destinati ad essere utilizzati in utensili elettrici senza fili, fino al 31 dicembre 2016.

Fino a quella data l'industria del riciclaggio e i consumatori lungo l'intera filiera avranno la possibilità di adeguare ulteriormente le pertinenti tecnologie sostitutive in tutte le regioni dell'Unione in modo uniforme.

Eleonora Santucci

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