
Pniissi, vale 954 mln di euro il primo stralcio di opere idriche finanziate dal ministero delle Infrastrutture

In un’Italia in piena crisi climatica, alluvioni e siccità continuano ad alternarsi, quando non sono addirittura compresenti in aree diverse dello Stivale. Basti osservare all’andamento dell’ultimo anno, certificato dai dati Ispra all’interno del modello BigBang: in Appennino meridionale ha piovuto il 39% in meno rispetto alla media, in Sicilia -49% in meno rispetto alla media e in Sardegna -55%, mentre l’Italia del nord – e in particolare Piemonte, Veneto e Liguria – segnano al contempo +40%.
È dunque evidente la necessità di potenziare le infrastrutture idriche nel Paese per gestire la troppa acqua e renderla disponibile nelle fasi siccitose: allo scopo il ministero delle Infrastrutture (Mit) ha dato il via libera al primo della programmazione di interventi previsti dal Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (Pniissi), ovvero lo strumento di pianificazione di infrastrutture idriche strategiche con una visione di medio-lungo termine costruito adottando un modello di analisi basato su quattro dimensioni: economico-finanziaria, ambientale, sociale ed istituzionale.
«Il Piano – spiegano dal ministero – è stato adottato a dicembre 2024 includendo: 418 interventi ammissibili, per un valore finanziario pari a circa 12 miliardi di euro e 565 interventi già programmati di importo finanziato dal Mit pari a circa 5 miliardi di euro». Di fatto però il primo stralcio contiene solo una minima frazione di questi fondi, mentre sul resto ancora non ci sono certezze: «Sono 19 le Regioni coinvolte per un importo della realizzazione dei lavori che supera i 917 milioni di euro, mentre l’importo della progettazione è pari a circa 36 milioni di euro, per un finanziamento totale di oltre 954 milioni di euro», dichiarano dal dicastero.
L’iter comunque non è ancora concluso, neanche per questo primo stralcio. L’elenco delle prime opere è infatti adesso al vaglio della Conferenza Stato-Regioni, che deve approvare il documento e reinviarlo al dicastero perché possa emanare il relativo decreto.
«Lo stralcio trasmesso dal Mit – spiega Massimo Gargano, dg dell’Associazione nazionale che rappresenta i Consorzi di bonifica (Anbi) – prevede il finanziamento di una settantina di interventi, di cui quasi la metà in capo a Consorzi di bonifica ed irrigazione. Ne siamo orgogliosi, perché confermano la nostra concreta sintonia con gli interessi del Paese, così come sta accadendo per le opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che stiamo realizzando nel rispetto degli stringenti cronoprogrammi europei».
Al Paese però servirebbero circa 176 volte più risorse rispetto al miliardo di euro scarso stanziato dal ministero per questo primo stralcio: il Piano nazionale per la sicurezza idrica e idrogeologica, proposto dalla Fondazione Earth and water agenda (Ewa), vale infatti 176,5 mld di euro in 10 anni. Oggi in Italia spendiamo infatti 7 mld di euro all’anno di risorse pubbliche e da tariffa per la gestione di tutti gli aspetti idrici, mentre ne servirebbero 10 in più, secondo le stime elaborate dalla Fondazione Ewa. Al contempo occorre migliorare il contributo dell’Italia alla decarbonizzazione, perché in un pianeta in surriscaldamento continuo la disponibilità idrica non potrà che continuare a diminuire nel medio periodo.
