
Le acque sotterranee coprono l’84% del fabbisogno idropotabile italiano

Bisogna porre attenzione alla risorsa acqua. Le acque sotterranee nel territorio italiano coprono l’84% del fabbisogno idropotabile, oltre a una parte significativa delle esigenze agricole e industriali, mentre contribuiscono per il 30% al fabbisogno idrico mondiale.
Le acque sotterranee, risentono della diminuzione delle piogge, rispetto alle acque superficiali, ma in maniera più attenuata e a lungo termine dell’evaporazione dovuta alle elevate temperature, e risultano quindi più “resilienti” ai cambiamenti climatici. Le rocce acquifere costituiscono un serbatoio naturale per immagazzinare le acque che si infiltrano, garantendone inoltre un’ottima qualità, in quanto ben protette.
A livello globale, è quindi urgente promuovere la conoscenza delle tematiche geologiche e idrogeologiche per poter effettuare studi approfonditi sulle risorse idriche sotterranee, mirati a un uso sostenibile e alla protezione delle risorse idriche sotterranee, al fine di garantire l'accesso all'acqua potabile in tutto il mondo. Due miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua e la gestione sostenibile delle risorse idriche è un obiettivo prioritario dell'UNESCO e delle Nazioni Unite. In molti paesi sono presenti problematiche legate alla mancanza o scarsità di acqua che determinano condizioni di precarietà nell’approvvigionamento o insicurezza a livello di salute pubblica.
C'è ancora molto da fare, in particolare per quanto riguarda la gestione dei bacini idrici e delle falde acquifere transfrontaliere. L'accesso all'acqua genera conflitti e guerre in molte aree del mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove gli effetti della siccità e dei cambiamenti climatici, sono ancora più marcati e l’accesso all’acqua potabile rappresenta la sfida quotidiana per molte popolazioni. Inoltre i flussi migratori sono determinati dalla carenza di cibo (e soprattutto di acqua) e dalle guerre, molte delle quali a loro volta generate o esacerbate dalla gestione delle acque tra paesi confinanti.
di Daniela Ducci, docente di Geologia applicata dell’Università Federico II di Napoli e consigliera del Direttivo nazionale della Società geologica italiana
