
Acqua, dal Governo 2 miliardi di euro alle infrastrutture idriche

Nell’ambito dei fondi Pnrr, ha ricevuto il via libera un decreto del ministero delle Infrastrutture sugli investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico: assegna 2 miliardi di euro, di cui 900 milioni di fondi del Pnrr aggiuntivi e 1,1 miliardi di risorse a legislazione vigente per 124 interventi.
Si tratta di interventi volti a migliorare la sicurezza dei sistemi di approvvigionamento a scopo idropotabile e irriguo e comprendono opere per completare le infrastrutture per la derivazione, l’accumulo e l’adduzione dell’acqua, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, incentrando le risorse nell’area del Paese che ne ha più bisogno: il 40% degli investimenti è destinato infatti alle Regioni del Mezzogiorno.
È qui infatti che si concentra la maggior parte delle gestioni in economia delle infrastrutture idriche, ovvero dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio idrico, investendo però 8 euro procapite l’anno contro i 46 rilevati per le gestioni industriali. In entrambi i casi l’acqua è “pubblica” o meglio un bene comune, ma l’efficienza nel suo utilizzo è molto diversa.
«Il Pnrr rappresenta un’occasione unica per il miglioramento del servizio idrico, e il lavoro del ministero si sta rivelando rapido ed efficace – commenta Michaela Castelli, presidente di Utilitalia – Si tratta di risorse fondamentali per aumentare la disponibilità della risorsa, ridurre gli sprechi e accrescere la resilienza delle reti rispetto ai cambiamenti climatici. Il Pnrr può aiutare a consolidare il processo di industrializzazione del settore, con l’obiettivo finale di migliorare i servizi offerti ai cittadini».
Non a caso la maggior parte degli interventi previsti è destinata proprio alle regioni del Sud: per Castelli «colmare il gap infrastrutturale del Mezzogiorno per quanto riguarda il sistema idrico, è una questione prioritaria e non più differibile: innescare una positiva dinamica di ripartenza economica e sociale del Meridione, ma anche a tutela dei diritti dei cittadini ad usufruire di un servizio di qualità uniforme su tutto il territorio nazionale».
