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In Lombardia glifosato nelle acque superficiali, erbicidi nelle valli e insetticidi in montagna

BigData e biosensori per analizzare l’inquinamento dei fiumi lombardi
 |  Acqua

Lo studio Synergistic effects of contaminants in Lombardy waters”, pubblicato su Scientific Reports da Caterina A. M. La Porta,  Maria Rita Fumagalli,  Stefano Gomarasca, Maria Chiara Lionetti,  Stefano Zapperi e Stefano Bocchi dell’università degli studi di Milano è partito dai dati dell’Agenzia Regionale per la Protezione ambientale (ARPA) del 2018 e da quelli dell’Istituto Superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) per analizzare per la prima volta in modo concreto e dettagliato il livello di inquinamento delle acque superficiali e profonde dei fiumi della Lombardia. Ne è venuto fuori che «Il glifosato e il suo composto evoluzione AMPA sono i diserbanti più utilizzati, e sono state trovate alte concentrazioni di erbicidi nelle valli coltivate e di insetticidi nelle zone alpine».

I ricercatori milanesi ricordano che «L’agenda 2030, che ci invita a studiare gli equilibri ambientali con approccio sistemico, sottolinea i forti legami che esistono fra salute degli ecosistemi acquatici con il nostro benessere, individuale e collettivo. In particolari territori, come quello lombardo, è di cruciale importanza non solo monitorare lo stato di inquinamento delle acque, ma anche le fonti di rischio emergente, al fine di individuare nuove strategie di intervento, prevenzione e cambiamento dei processi produttivi».

Lo studio ha individuato le più frequenti combinazioni (cocktail) di sostanze inquinanti (generalmente di origine agricola), «Alcune delle quali da tempo non più consentite (come gli erbicidi Dichlorophenol and Metolachlor), altre ancora diffusamente utilizzate come, ad esempio, il glifosato, impiegato sia in agricoltura per il diserbo totale delle maggiori colture erbacee e arboree, sia nelle aree industriali e lungo le infrastrutture stradali».

All’università di Milano evidenziano che «Dalla geolocalizzazione si nota un’importante concentrazione del glifosato nella zona di Roggia Vignola (centro di irrigazione di Treviglio) e di AMPA, un composto evoluzione del glifosato, nella zona di Varese, dove ci sono diversi fumi inquinati come Seveso e Olona. Insetticidi si trovano sia nelle zone alpine che nelle valli mentre erbicidi maggiormente nelle valli con zone a coltivazione».

Per studiare meglio l’impatto di questi cocktail inquinanti, è stata utilizzata come biosensore l’alga unicellulare C. reinhardtii quantificando così, grazie ad un algoritmo disegnato appositamente. «condizioni di stress determinate dalla presenza di aggregati cellulari chiamati anche palmelloidi». Il team di ricerca ha notato come «il biosensore manifesti situazioni di stress con la progressiva comparsa di neoformazioni palmelloidi in presenza di dosi crescenti di cocktail».

Caterina La Porta spiega che «Questo lavoro utilizza un approccio rigoroso e quantitativo che fornisce una strategia che può essere utilizzata su più vasta scala per studiare l’impatto sinergico degli inquinanti sull’ambiente».

Stefano Bocchi conclude: «Questi studi, sviluppati a scala territoriale sulle dinamiche degli ecosistemi, ci permettono di indagare le tante e complesse sfide del grande tema One Health della salute del pianeta, un fronte di innovazione che ci spinge a superare i limiti disciplinari per affrontare adeguatamente problematiche sempre più complesse».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.