Acqua, oltre un terzo degli italiani sotto standard minimi per perdite di rete, fognature e depurazione
Nell’ottobre 2023 l’Autorità ARERA ha pubblicato gli esiti dell’applicazione del meccanismo incentivante della regolazione della qualità tecnica RQTI per le annualità 2020-2021. Infatti, proprio l’eccezionalità di questo biennio – segnato dalla pandemia di COVID-19 e dalle sue conseguenze – ha spinto l’Autorità a prendere in esame entrambi gli anni, in luogo delle singole annualità.
Ma quali sono stati i principali risultati emersi? Senza dubbio si evidenzia una crescita della copertura del monitoraggio delle performance di qualità tecnica. Infatti, dalle 203 gestioni del 2018-2019, si è passati alle 208 del periodo considerato, per una copertura sulla popolazione residente servita pari all’88,9% del Paese. Il buon esito numerico, tuttavia, nasconde degli importanti livelli di disomogeneità fra i territori. Se nel Mezzogiorno e nelle Isole ci si ferma al 71% (percentuale comunque in crescita rispetto al 67% del 2019), al Nord-Est si sfiora quasi il 100%. Ugualmente buoni i risultati degli operatori del Centro, con quasi il 99% e del Nord-Ovest, con circa il 97% (in crescita rispetto al 93% del 2019).
Le gestioni che non hanno trasmesso i dati di qualità tecnica e/o per le quali si è registrata una grave incompletezza della documentazione fornita servono tra il 12% e il 16% degli abitanti residenti italiani, a seconda del segmento del servizio preso in considerazione (acquedotto, fognatura o depurazione). Un dato comunque in calo rispetto al 2019, quando le percentuali si attestavano tra il 17% e il 22%.
Dall’altro lato vi sono le gestioni con tutte le carte in regola per essere ammesse al meccanismo incentivante.
L’aumento del tasso complessivo di gestioni ammesse a partecipare ai 4 Stadi di valutazione rispetto al biennio precedente (428 valutazioni complessive per il 2021 rispetto alle 400 nel 2019 e +3 p.p. in termini di popolazione servita considerando tutti i macro-indicatori) è indice di qualche miglioramento nei criteri di elaborazione degli indicatori, così come delle attività di monitoraggio e validazione dei dati da parte degli Enti di Governo d’Ambito. In particolare, tale crescita si è registrata per i macro-indicatori del comparto fognario e depurativo (“Adeguatezza del sistema fognario-M4”, “Fanghi in discarica-M5” e “Qualità dell’acqua depurata-M6”).
Le percentuali maggiori di ammissione continuano a riguardare i macro-indicatori “Perdite di rete-M1” e “Qualità dell’acqua-M3” (rispettivamente 64% e 62% della popolazione servita), mentre il macro-indicatore “Adeguatezza del sistema fognario-M4” rimane quello per cui si registrano le maggiori difficoltà (solo il 39% della popolazione italiana è servita da gestori ammessi al meccanismo incentivante). L’ingresso del macro-indicatore “Interruzioni di servizio-M2” nel meccanismo vede una percentuale di ammissione pari al 56% della popolazione residente servita, con un divario di circa il 7% rispetto agli altri macro-indicatori del segmento di acquedotto.
Le gestioni escluse
Tra le gestioni che hanno trasmesso i dati, rimane alto il numero di quelle escluse – totalmente o parzialmente – dal meccanismo incentivante. Tradotto in percentuali di popolazione servita significa un oscillamento percentuale tra il 12% e il 27% degli abitanti residenti italiani (a seconda del segmento del servizio preso in considerazione).
Guardando tutti i macro-indicatori, si registra un calo del numero delle esclusioni dal meccanismo o dalle relative premialità: 76 gestioni nel 2021 contro le 90 del 2019. In termini di popolazione servita significa oltre 9,5 milioni di abitanti;si tratta di 36 gestioni del Mezzogiorno (42 nel 2019), 12 del Centro (10 nel 2019) e 28 del Nord (38 nel 2019).
Le cause di esclusione? Sono diverse è si riferiscono principalmente a:
- mancato rispetto di adempimenti amministrativi e regolatori, con la motivazione più frequente relativa all’invio tardivo dei dati RQTI
- mancato invio dei dati dell’anno base
- mancato versamento delle componenti perequative
- mancato l’invio della predisposizione tariffaria MTI-3
- mancata validazione dei dati
- incompletezze nei registri della RQTI o nella documentazione inviata
- mancanza di prerequisiti per tutti i macro-indicatori
Tali esclusioni hanno riguardato maggiormente la popolazione servita da operatori del Mezzogiorno, mentre il Nord-Est è l’area del Paese meno impattata.
Vi sono poi 132 gestioni (112 nel 2019), per una popolazione servita di 35,8 milioni di abitanti (37 milioni nel 2019), che sono state escluse dal meccanismo o dalle premialità solo per alcuni macro-indicatori. Si tratta per la maggior parte di esclusioni dovute a carenze nella completezza, congruità e coerenza dei dati trasmessi tra le quali citiamo: la mancanza di confrontabilità con i dati più recenti o l’assenza di dei prerequisiti, per dichiarazioni non suffragate da evidenze documenta o l’invio dati RQTI successivo al termine.
Gestori più vicini agli obiettivi, ma 1 su 3 non centra gli obiettivi sulle perdite
Con riferimento agli Stadi I e II (Livello Base di valutazione), che considerano il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla RQTI per i gestori ammessi al meccanismo incentivante, la situazione è diversificata a seconda del macro-indicatore analizzato.
Tra il 2019 e il 2021 si assiste per tutti i macro-indicatori ad un aumento delle gestioni risultate idonee ad accedere ai primi due Stadi, con la sola eccezione del macro-indicatore M4 “adeguatezza del sistema fognario”, per il quale il numero di operatori valutati è passato dalle 64 unità del 2019 alle 58 del 2021.
Guardando al raggiungimento degli obiettivi prefissati, il macro-indicatore M3 “qualità dell’acqua potabile” è quello per il quale si registra il maggiore incremento (dal 30% al 41).
Si registra, invece, eterogeneità nelle capacità di raggiungere gli obiettivi tra macro-indicatori: quelli che registrano la maggior facilità nel farlo sono l’M2 “interruzioni di servizio” e l’M5 “smaltimento dei fanghi in discarica”, rispettivamente con l’89% e l’86% delle gestioni che hanno raggiunto gli scopi prefissati, mentre gli obiettivi di riduzione delle perdite di rete (M1) sembrano essere i più difficili da raggiungere, con solo il 32% delle gestioni che sono riuscite a conseguirli. Infatti, benché cresca il numero di operatori che raggiungono l’obiettivo assegnato rispetto al 2019, si riduce la popolazione da essi servita, denotando una aumentata difficoltà a raggiungere gli obiettivi da parte delle gestioni di maggiori dimensioni. Gli obiettivi sono stati, infine, raggiunti dal 41% dei gestori per la qualità dell’acqua potabile e dal 48% per quella dell’acqua depurata.
Il “Water service divide” si conferma in tutte le prospettive di osservazione. Nelle Regioni del Sud Italia i divari di qualità del servizio e stato delle infrastrutture si accompagnano alla presenza di numerose piccole gestioni non in grado di realizzare gli investimenti necessari. L’unica eccezione riguarda il macro-indicatore M2 relativo alle interruzioni di servizio, per il quale la percentuale di popolazione servita da gestori del Mezzogiorno che hanno raggiunto gli obiettivi previsti è pari al 36%, superando il dato dell’area Centro Italia al 29%.
Inoltre, con la sola eccezione dell’indicatore M6, relativo alla qualità dell’acqua depurata, per il Mezzogiorno e le Isole per tutti gli altri macro-indicatori si osserva una riduzione rispetto al 2019 nella quota di popolazione servita da operatori che hanno conseguito gli obiettivi previsti dall’autorità.
Il Nord-Est performa molto bene con riferimento alle “interruzioni di servizio” e allo “smaltimento dei fanghi in discarica”. Per il macro-indicatore “smaltimento dei fanghi in discarica” si registrano progressi significativi anche da parte dei gestori del Centro e del Nord-Ovest. Stessa dinamica è visibile con riferimento alla qualità dell’acqua potabile (M3), seppur con miglioramenti più contenuti. Mentre per le perdite di rete aumenta il grado di raggiungimento degli obiettivi da parte delle gestioni del Centro e si riduce per le gestioni del Nord-Ovest. Negli altri casi si riscontra un sostanziale mantenimento delle prestazioni in termini di popolazione servita da gestori che hanno raggiunto gli obiettivi assegnati rispetto alle performance registrate nel 2019.
Miglioramento: Nord-Ovest e Centro in testa alle graduatorie
Negli Stadi III e IV (Livello Avanzato di valutazione) le premialità sono state assegnate alle prime tre gestioni con i migliori livelli di performance per macro-indicatore in Classe A e alle prime tre gestioni che hanno registrato i più ampi miglioramenti per macro-indicatore, laddove ricadenti nelle classi inferiori alla classe ottima. Allo stesso modo vengono assegnate le penalità alle ultime tre gestioni presenti in graduatoria.
Sul podio per il raggiungimento dei più alti livelli di qualità tecnica o per i più ampi miglioramenti registrati per macro-indicatore si trovano i gestori del Nord-Ovest (13 su 36), di cui 9 operanti in Lombardia, seguiti dai gestori del Centro (11 su 36), con 4 podi assegnati a gestioni operanti in Toscana, e dal Nord-Est con 7 podi. Agli ultimi posti si posizionano in prevalenza i gestori del Mezzogiorno (13 su 36) e del Centro (9 su 36).
Se si considerano le gestioni in termini dimensionali, emerge che i gestori di piccole-medie dimensioni (fino a 200.000 abitanti serviti) rappresentano il 78% dei gestori con le performance peggiori. Di contro, nel caso delle premialità, con 10 operatori che hanno ricevuto il premio negli Stadi III e IV, le piccole gestioni (fino a 75.000 abitanti) si collocano al secondo posto, subito dopo le gli operatori di grandi dimensioni (oltre 500.000 abitanti serviti) che vantano 13 gestori che hanno avuto accesso al meccanismo di premialità previsto da ARERA nel periodo di riferimento.
Eccellenze in aumento, soprattutto in Toscana e nel Nord-Est
Nel 2021, le gestioni che hanno avuto accesso allo Stadio V, (Livello di Eccellenza) erano 27, in crescita rispetto alle 21 del 2019. Si tratta di gestioni al servizio del 25% della popolazione residente italiana (Trentino-Alto Adige escluso); era il 20% nel 2019. Il Nord-Est vanta la più alta presenza di operatori in classe di eccellenza(59% della popolazione residente servita), seguito dal Nord-Ovest (34%) e dal Centro (22%). L’aumento maggiore lo si registra nelle regioni del Centro (+17 p.p. rispetto al 2019), grazie alle performance delle gestioni toscane, e nel Nord-Est (+15 p.p. rispetto al 2019), soprattutto con riferimento alle gestioni del Veneto e dell’Emilia-Romagna. Nel Nord-Ovest, al contrario, scende la percentuale di popolazione residente servita da gestori in classe di eccellenza (-19 p.p. rispetto al 2019) per l’uscita di alcune gestioni lombarde dalla classifica. Continua a rimanere un “grande assente” in graduatoria: il Mezzogiorno.
Come per il 2019 nella graduatoria di eccellenza si trovano prevalentemente gestioni di medio-grandi dimensioni (circa il 77% del totale delle gestioni premiate), al servizio di oltre 250.000 abitanti residenti.
Qualità tecnica: fatti dei passi avanti, ma sforzi ancora ingenti da compiere
A partire dai risultati del primo biennio di applicazione del meccanismo incentivante RQTI, ARERA ha reso disponibile uno strumento – realizzato sotto forma di schede interattive – che permette di esaminare e comparare le performance dei gestori italiani.