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Sotto la crosta di Marte c’è acqua liquida

Dai dati raccolti dal Mars Lander i ricercatori deducono che nella crosta del pianeta devono esistere riserve d'acqua
 |  Acqua

Secondo il nuovo studio “Liquid water in the Martian mid-crust”, pubblicato su rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da un team di ricercatori dell’università della California – San Diego (UCSD) e dell’università della Californi - Berkley, «I dati sulla crosta planetaria di Marte raccolti dal  lander Mars InSight sono spiegati al meglio con la conclusione che la crosta contiene riserve di acqua liquida».

L'analisi condotta dal team di ricercatori guidato dal geofisico Vashan Wright della Scripps Institution of Oceanography dell'UCSD, fornisce la migliore prova finora che il pianeta ha ancora acqua liquida oltre a quella congelata ai suoi poli.  Alla Scripps fanno notare che «Se questa conclusione è vera, prepara il terreno per una nuova ricerca che consideri l'abitabilità del pianeta e continui la ricerca di vita che esista in un luogo diverso dalla Terra».

L'acqua è essenziale per rendere un pianeta abitabile e da decenni la  potenziale presenza di acqua liquida su Marte sollecita l’interesse e il dibattito scientifico. Wright sottolinea che «Comprendere il ciclo dell'acqua marziano è fondamentale per comprendere l'evoluzione del clima, della superficie e dell'interno. Un utile punto di partenza è identificare dove si trova l'acqua e quanta ce n'è».
Lo studio appena pubblicato è stato sostenuto dal Canadian Institute for Advanced Research, dalla National Science Foundation e l'US Office of Naval Research  e oltre a Wright, gli autori sono Matthias Morzfeld della Scripps Oceanography e Michael Manga dellDepartment of Earth and Planetary Science dell’università della California Berkeley.  Il team di Wright ha utilizzato i dati raccolti da InSight durante una missione di 4 anni che è conclusa nel 2022, dopo che il lander è rimasto in silenzio ad ascoltare "il battito di Marte" per 4 anni, durante i quali la sonda ha registrato più di 1.319 scosse e ha raccolto informazioni su variabili come la velocità delle onde sismiche direttamente dal terreno marziano sottostante, dati dai quali  gli scienziati possono dedurre quali sostanze ci sono sotto la superficie. I dati sono stati inseriti in un modello informato da una teoria matematica della fisica delle rocce. Da questo, i ricercatori hanno determinato che «La presenza di acqua liquida nella crosta spiegava i dati in modo più plausibile».

Manga spiega che «Si tratta in realtà delle stesse tecniche che utilizziamo per cercare acqua sulla Terra o per cercare petrolio e gas. L'analisi ha rivelato riserve d'acqua a profondità comprese tra 10 e 20 km nella crosta marziana. Comprendere il ciclo dell'acqua su Marte è fondamentale per comprendere l'evoluzione del clima, della superficie e dell'interno. L'acqua è la molecola più importante nel plasmare l'evoluzione di un pianeta. Questa scoperta  risponde a una grande domanda: "Dov'è finita tutta l'acqua marziana?".

Studi sulla superficie di Marte, con i suoi canali e le sue increspature, dimostrano che in tempi antichi il pianeta ospitava fiumi e laghi. Ma per tre miliardi di anni è stato un deserto. Parte di quell'acqua è andata persa nello spazio quando Marte ha perso la sua atmosfera. Manga fa notare che «Qui sulla Terra, gran parte della nostra acqua è sotterranea e non c'è motivo per cui non debba essere così anche su Marte».

La sonda Insight è stata in grado di registrare direttamente solo dalla crosta sotto i suoi piedi, ma i ricercatori si aspettano che ci saranno riserve simili in tutto il pianeta. Se così fosse, stimano che «Ci sia abbastanza acqua liquida su Marte da formare uno strato sulla superficie che sarebbe profondo più di mezzo miglio. Tuttavia, la posizione di queste falde acquifere marziane non è una buona notizia per i miliardari che hanno in programma di colonizzare Marte e che potrebbero volerne sfruttare l'acqua».  Manga ha spiegato a BBC News che  «E’ sequestrata a 10-20 km di profondità nella crosta, Trivellare un buco profondo 10 km su Marte sarebbe difficile, anche per Musk. La scoperta potrebbe anche indicare un altro obiettivo per la continua ricerca di prove di vita su Marte. Senza acqua liquida, non c'è vita. Quindi se ci sono ambienti abitabili su Marte, ora potrebbero essere nelle profondità del sottosuolo».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.