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Dopo l’allerta meteo rossa diramata ieri e lo stato di emergenza già firmato dal presidente della Regione, Luca Zaia, il nubifragio sta concedendo una tregua al territorio: non piove da almeno sei ore. In giornata è atteso il passaggio dei colmi di piena alle sezioni di pianura/foce di Piave, Livenza, Brenta e Bacchiglione; anche il Bisatto e il Fratta-Gorzone potranno mantenere livelli sostenuti dovuti allo smaltimento delle acque presenti nella rete secondaria. E secondo la Protezione civile veneta, in assenza di ulteriori precipitazioni, i tratti montani dei corsi d’acqua continueranno ...

L'Editoriale

Perché per siccità e alluvioni non ci sono più le mezze stagioni. Effetto Global Change sull'acqua

Mauro Grassi
Mauro Grassi
Siamo a maggio, e molti corsi d’acqua improvvisamente sono in piena, soprattutto al nord. Ieri sono esondati il Lambro e il Seveso in Lombardia. Oggi in Veneto rompe gli argini il fiume Muson e allaga. Insomma, non ci sono più le mezze stagioni e se, con meteorologi ed esperti, eravamo in attesa solo del grande caldo e della probabile conseguente stagione siccitosa, dobbiamo invece difenderci in piena primavera da una meteorologia di tipo autunnale. C’è già chi, con la solita alzata di spallucce, grida al complotto della “grande truffa” del cambiamento climatico, ti incalza e ti chiede: ma allora il caldo estremo, la diminuzione delle precipitazioni, le siccità, sono tutte invenzioni? E l’aumento della temperatura? Pensa che stanotte ho dormito col piumone! E così via, da un bar all’altro, da un social all’altro. Il fatto è che il cambiamento climatico è una cosa seria, certificato e studiato e rappresentato in una miriade di studi su riviste scientifiche di ricercatori e studiosi di tutto il mondo, come seri sono i suoi impatti. Ma spesso viene ridotto dai media, e anche da alcuni “cultori della sciagura”, come una sorta di “evento biblico” con fenomeni e relativi impatti eco...
Ormai nevica solo sulle Alpi

Ormai nevica solo sulle Alpi

Il rapporto della Fondazione Cima racconta di un inverno abbastanza nevoso al nord, sulle Alpi ma non sugli Appennini e meno che mai al Sud. Il monitoraggio segna addirittura complessivamente un + 42% di neve caduta ma non in maniera omogenea.
Forte è il deficit di neve a quote inferiori ai 1800 metri, la neve è riuscita a essere abbondante solo sulle Alpi e solo al di sopra dei 2000 metri. In altre parole, al di sotto di determinate quote le temperature sono state troppo elevate e, anche a fronte di precipitazioni abbondanti, hanno portato a una fusione precoce della neve.

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