Il viaggio del giovane capodoglio da un capo all’altro del Mediterraneo
Lo studio “Threatened cetaceans off the coast of Israel and long-range movement of a sperm whale”. pubblicato su Aquatic conservation: marine and freshwater ecosystems da un team di ricercatori britannici, israeliani, italiani e francesi racconta Il viaggio di un giovane capodoglio attraverso il Mediterraneo ed evidenzia le numerose minacce che affliggono gli animali oceanici».
Scienziati di Greenpeace e delle università di Exeter e Haifa hanno studiato balene e delfini nel Mediterraneo orientale, al largo delle coste di Israele e hanno trovato zifi (Ziphius cavirostris), tursiopi (Tursiops truncatus) e capodogli (Physeter macrocephalus), compreso un giovane maschio adulto che era stato precedentemente avvistato al largo della Francia meridionale. La distanza tra i due luoghi di avvistamento rende questo lo spostamento più lontano mai registrato di un capodoglio nel Mediterraneo e significa che il cetaceo ha intrapreso un viaggio pericoloso.
Dall'altra parte del mediterraneo il giovane capodoglio è stato seguito dai ricercatori italiani del Tethys Research Institute di Milano, e di Il respiro del mare Aps di Savona, Golfo Paradiso Whale Watching di Camogli, Delfini Del Ponente Aps di Imperia e dai francesi del Groupe de Recherche sur les Cétacés di Antibes (Grec) che scrivono: «Non del tutto al sicuro dalle turpitudini di un'umanità ecocida e masochista, la grande fauna marina del Mediterraneo dimostra ancora una volta di avere un solo 'territorio'... il Grande Blu. Lontano dalle “quasi certezze” di 20 anni fa, le prove di una popolazione mediterranea unica di capodoglio Physeter macrocephalus si stanno gradualmente accumulando. L'ultima, il ritrovamento fotografico fotografica al largo di Israele di un giovane maschio noto per la sua presenza regolare nel mare ligure-provenzale».
All’università e di Exeter confermano: «L’analisi audio fornisce un’ulteriore prova del fatto che i cetacei al largo delle coste israeliane fanno parte della più ampia popolazione regionale, poiché le loro vocalizzazioni corrispondevano al “dialetto mediterraneo”». I ricercatori francesi evidenziano che «indipendentemente dal suo vero nome (perché gli umani gliene hanno dati diversi), il nostro “Moby Dick” è facilmente riconoscibile perché la sua pinna caudale è punzonata come un biglietto della metropolitana, quindi chiamiamolo Lilas in riferimento alla famosa canzone di Serge Gainsbourg. Ed è stato quindi rivisto nella primavera del 2022, al largo delle coste di Israele, durante una prospezione scientifica. Con una distanza in linea d'aria di circa 2.800 chilometri, è quindi il capodoglio ad aver compiuto il viaggio più lungo mai documentato nel Mediterraneo».
Il giovane capodoglio, conosciuto con diversi nomi - Kim, Elia, Lilas e Onda - dai ricercatori dei diversi Paesi dove è stato avvistato, ha probabilmente iniziato il suo lungo viaggio con altri giovani maschi, che in genere lasciano il loro gruppo natale in questa fase della loro vita. I ricercatori affermano che i loro risultati «Dimostrano la necessità di una protezione mirata nei luoghi chiave».
La principale autrice dello studio, Kirsten Thompson dei Greenpeace Research Laboratories, a dell’università di Exeter, ricorda che «la vita marina nel Mediterraneo deve affrontare numerose minacce, dalla pesca all'inquinamento, al rumore e alle collisioni con le imbarcazioni. Il viaggio di questo particolare cetaceo deve essere passato attraverso stretti – il Canale di Sicilia o lo Stretto di Messina - entrambi estremamente trafficati, rumorosi e potenzialmente pericolosi per un capodoglio che si immerge in profondità».
La Thompson fa notare che «il fatto che queste balene attraversino mari stretti e poco profondi significa che in quei punti potrebbero essere installati dispositivi di ascolto per proteggerle. Questo potrebbe creare un sistema di allerta per prevenire le collisioni con le navi. Il Mediterraneo è il mare più trafficato del mondo, con una ricca fauna selvatica e un’elevata popolazione umana. Sfortunatamente, alcune specie come queste balene minacciate si trovano ad affrontare un ulteriore sviluppo industriale, con l’esplorazione di petrolio e gas e la costruzione di un nuovo gasdotto tra il bacino orientale e l’Italia. Alcuni affermano che un’ulteriore estrazione di idrocarburi costituisce una violazione della legislazione europea sulla protezione ambientale: questa espansione non è solo dannosa per i nostri futuri obiettivi climatici, ma anche per la fauna selvatica che sta già lottando in questo mare frenetico».
Il Grec ha recentemente aggiornato il suo database di fotoidentificazione dei capodogli nel Mediterraneo, con individui “catturati” (fotograficamente ovviamente) dal 1991 e conclude: «Lo scopo del nostro lavoro sul capodoglio nel Mediterraneo è la protezione di questa specie, che è minacciata da collisioni, reti derivanti, rumore intenso e dalla riduzione delle sue risorse alimentari, principalmente calamari, alcune delle quali sfruttate dall'uomo».