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Firmato a Roma il Protocollo d’intesa tra Metinvest e Danieli per una nuova acciaieria «green» a Piombino

Prevista la produzione di 2,7 mln ton/anno tramite forno ad arco elettrico, ma le ricadute sociali e gli impatti ambientali non sono ancora noti
 |  Toscana

Nel gennaio 2024 è arrivato al ministero delle Imprese il Protocollo d’intesa per realizzare una nuova acciaieria a Piombino grazie a un investimento congiunto da parte di Metinvest e Danieli, e dopo un anno di fiato sospeso stamani – attorno allo stesso tavolo – è stato firmato l’accordo che disciplina la partnership congiunta delle due realtà siderurgiche in Metinvest Adria spa, cui sarà affidata la costruzione e gestione della nuova acciaieria.

«La firma dell’accordo tra gli azionisti segna un passo decisivo per il rilancio del polo siderurgico di Piombino, con la tecnologia green, avanguardia in Europa – dichiara il ministro Adolfo Urso – Al tempo stesso, rafforza la cooperazione strategica tra Italia e Ucraina, creando un solido ponte tra le nostre industrie metallurgiche particolarmente importante nella prospettiva della ricostruzione dell'Ucraina».

Il progetto prevede la creazione di un'acciaieria con una capacità produttiva annuale di 2,7 milioni di tonnellate: la costruzione dell'impianto sarà finanziata principalmente tramite fondi raccolti da istituti finanziari e creditizi internazionali, insieme al capitale proprio degli azionisti.

«Data l'instabilità globale e la guerra in corso in Ucraina – aggiunge l’ad del gruppo Metinvest, Yuriy Ryzhenkov – la firma di questo accordo è un passo fondamentale per garantire lo sviluppo sostenibile e il futuro delle industrie metallurgiche ucraine e italiane. Questa è la nostra possibilità di unire e accelerare l'integrazione dell'Ucraina nell'Ue». Sulla stessa linea commenta anche l’ad del gruppo Danieli, Giacomo Mareschi: «Questo impianto non sarà solo un simbolo di progresso industriale, ma anche un elemento chiave per la modernizzazione della produzione siderurgica in Italia e in Europa».

L’acciaieria in progetto viene definita come “ecosostenibile” ma di fatto sono ancora pochissime le informazioni disponibili nel merito. È noto soltanto che nell’impianto si prevede di usare la tecnologia del forno ad arco elettrico con in ingresso rottami, ghisa e ferro ridotto direttamente, che saranno reperiti dalle attività ucraine di Metinvest.

Si tratta dunque di una tecnologia molto diversa e più sostenibile rispetto a quella che caratterizzava l’acciaieria di Piombino fino al 23 aprile del 2014, quando l’ex Lucchini spense l’altoforno, precipitando la città in una crisi tanto industriale quanto antropologica ancora irrisolta: nel corso di un decennio è naufragata l’avventura degli algerini di Cevital, mentre quella degli indiani di Jsw – che ad oggi gestiscono lo storico impianto – ancora non è pienamente decollata. L’ipotesi che fosse Jsw a realizzare un forno elettrico infatti finora non si è concretizzata, e lo scorso ottobre Jsw e Metinvest Adria hanno siglato un accordo che prevede la coesistenza nell’area industriale di Piombino, affidando a Jsw un piano di revamping del treno di laminazione.

Ad oggi, la sostenibilità della nuova acciaieria Metinvest Adria è tutta da misurare. Il progetto Danieli-Metinvest è stato sonoramente bocciato nel 2023 da Legambiente e Wwf quando l’ipotesi era di vederlo nascere in Friuli Venezia Giulia, ma a Piombino il contesto è assai diverso; non a caso il circolo Legambiente Val di Cornia, sempre nel 2023, ha aperto all’ipotesi con la fondamentale premessa di voler capire meglio quali tipi di impianti si pensa di installare.

Successivamente, nel marzo 2024, le tre principali associazioni ambientaliste nazionali – Legambiente, Greenpeace e Wwf – hanno espresso una posizione congiunta sull’ipotesi piombinese delineando 8 condizioni irrinunciabili per far sì che la nuova acciaieria sia davvero sostenibile. Ad oggi né le imprese né le istituzioni coinvolte hanno espresso posizioni in merito.

Di fatto senza un piano industriale sul tavolo risulta impossibile avanzare valutazioni nel merito. Oltre al profilo delle emissioni inquinanti e climalteranti, è però evidente come siano due gli aspetti principali da mettere sotto osservazione: il consumo di energia e la produzione di rifiuti (per non parlare della necessarie bonifiche al Sin).

Nel corso di decenni di produzione siderurgica, nell’area ex-Lucchini si sono accumulate milioni di tonnellate di rifiuti che ancora non sono uscite dal perimetro della fabbrica. Per riciclare quanto possibile e per smaltire in sicurezza il resto, a Piombino era nata una partecipata pubblica – Rimateria – che è stata fatta fallire dopo un concordato rivendicato come un successo dal Comune.

Ad oggi il problema dei rifiuti siderurgici resta dunque intatto, se non peggiorato. E si riproporrà anche con l’eventuale produzione da parte dell’acciaieria Danieli-Metinvest, se non verrà affrontato sin da subito.

Sul fronte dell’energia, invece, gli impianti siderurgici sono tra i maggiori consumatori per eccellenza e rientrano tra le industrie hard-to-abate, ovvero le più difficili da gestire per l’abbattimento delle emissioni climalteranti. All’acciaieria servirà energia, tanta e pulita: lo scenario auspicabile è quella di alimentarla con idrogeno verde, su cui peraltro è già in corso una sperimentazione in Italia tra Snam, TenarisDalmine e Tenova.

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.