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Rinnovabili, da Elettricità futura osservazioni alla legge toscana sulle aree idonee

Regime transitorio per far salvi i procedimenti avviati, conferma delle aree idonee già individuate, aree idonee assolute e compartecipazione dei Comuni tra i principali punti sollevati
 |  Toscana

La legge sulle aree idonee agli impianti rinnovabili, presentata dalla Giunta regionale a dicembre e ora all’esame del Consiglio, ha iniziato il giro di audizioni per proseguire il proprio iter legislativo: tra i primi interventi raccolti in commissione spicca quello di Elettricità futura – che rappresenta il 70% della filiera elettrica nazionale – insieme a Confindustria Toscana.

Le due associazioni confindustriali chiedono vengano tenuti in considerazione alcuni importanti aspetti, quali la corretta gestione dei progetti già avviati – per salvaguardare gli investimenti sul territorio e dare più certezza e stabilità agli operatori del settore – e la conformità con le disposizioni del D.Lgs n.199/2021 di recepimento della direttiva Red II, che e ha introdotto le aree idonee ex lege.

Elettricità futura, infatti, ha sottolineato l’importanza che sia assicurato un regime transitorio che faccia salvi i procedimenti avviati in data antecedente alla data di entrata in vigore delle leggi e dei provvedimenti regionali e provinciali, al fine di evitare una paralisi del sistema nonché gravi pregiudizi economici agli investitori del settore ed ai proprietari dei terreni concessi.

Inoltre, l’associazione confindustriale ha riaffermato che nella definizione delle aree idonee le Regioni e le Province autonome confermino come idonee le tipologie di aree già classificate idonee ex lege ai sensi dell’articolo 20, comma 8, del D.Lgs 199/2021, frutto di un bilanciamento di interessi operato a monte dal legislatore statale.

Con specifico riferimento al testo della pdl toscana, Elettricità futura si è soffermata principalmente sull’introduzione delle aree idonee assolute, fattispecie non contemplata dal D.Lgs 199/2021 né dal Dm 21 giugno 2024. È stata suggerita, pertanto, un’attenta valutazione rispetto al mantenimento di tale categoria che genererebbe maggiore confusione tra gli operatori e le amministrazioni chiamate a gestire i procedimenti, nonché la necessità di estendere tali aree anche ad altri tipi di superfice. Infine, sono state evidenziate le problematiche derivanti dalla compartecipazione dei Comuni al processo di definizione delle aree idonee.

Sono già note, invece, le posizioni in merito alla pdl espresse da un’ampia coalizione ambientalista, che le ha illustrate durante una partecipatissima assemblea pubblica (e politica) lo scorso 11 gennaio al circolo Arci Isolotto. In particolare, sono tre i punti portati all’attenzione dagli ambientalisti, che riportiamo di seguito:

1. È inaccettabile non definire aree idonee per l'energia eolica. L'energia eolica, (offshore e onshore), è un pilastro imprescindibile della transizione e soffre di un gravissimo ritardo sia in Toscana che a livello nazionale. Attualmente, gli iter degli impianti sono patologicamente lunghi (8-10 anni), ed anche far rientrare tali impianti nelle aree idonee, li renderebbe soltanto un po' meno contorti, ma certamente non comunque eccessivamente rapidi, rispetto all’iter standard europeo di diciotto mesi.

Nelle nostre proposte di dettaglio mostriamo come si possano mettere questi impianti al servizio dei territori, ad esempio prevedendo che il programma di compensazioni territoriali di cui all'articolo 8, comma4, del dlgs 190/2024 debba essere destinato dai Comuni alla realizzazione di comunità energetiche, prioritariamente partecipando direttamente ad una parte dei parchi di cui si chiede l'autorizzazione.

2. L'agrivoltaico non può che nascere dalla collaborazione armoniosa tra agricoltore e azienda energetica, e non deve quindi essere ingessato in forme societarie rigide, che renderebbero sostanzialmente impraticabile il rischio finanziario per la stragrande maggioranza degli agricoltori nella nostra regione.

3. Occorre liberalizzare l'installazione del fotovoltaico sui tetti, rendendolo peraltro obbligatorio per le coperture dei parcheggi, delle scuole e degli edifici pubblici. La Regione deve stimolare i comuni a rivedere i propri regolamenti edilizi, per molti versi anacronistici con il contesto storico che stiamo vivendo. In questo senso, la Regione deve rivedere il PIT e stimolare i Comuni a rivedere i propri Regolamenti Edilizi, che spesso negano di fatto la possibilità di installazione di rinnovabili, creando da subito un ‘Osservatorio’ che analizzi e valuti tali Regolamenti.

Redazione Greenreport

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