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Il Consiglio regionale della Toscana dice basta a impianti come l’Eni di Calenzano dentro le città

Mazzeo: «Oltre alle parole dobbiamo mettere in campo atti concreti ed è quello che faremo da qui alla fine della legislatura»
 |  Toscana

Durante il lutto regionale che ha assorbito l’intera giornata di ieri, per commemorare le 5 vittime mietute a Calenzano dall’esplosione nel deposito carburanti Eni avvenuta lo scorso 9 dicembre, una nutrita delegazione delle istituzioni toscane si è riunita davanti all’impianto per deporre fiori e raccogliersi in un minuto di silenzio.

Sul luogo dell’incidente il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo insieme ai capigruppo Vincenzo Ceccarelli (Pd), Elena Meini (Lega), Irene Galletti (M5S) e Marco Stella (Forza Italia) e i consiglieri Fausto Merlotti (Pd), Marco Martini (Pd), Giovanni Galli (Lega) e Sandra Bianchini (Fratelli d’Italia). Hanno partecipato alla commemorazione anche il presidente della Giunta regionale Eugenio Giani, l’assessora Monia Monni, il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, il vicesindaco di Bientina Alessandro Cai e il presidente del Consiglio comunale di Prato Lorenzo Tinagli.

«La nostra presenza qui – ha spiegato il presidente Antonio Mazzeo –, insieme senza distinzione di colore politico, è per mandare un messaggio forte a tutte le istituzioni a quelle nazionali, a noi stessi e a quelle locali. Non si può morire andando a lavorare e fino a che ci sarà una sola vittima saremo corresponsabili dell’accaduto. Noi – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – dobbiamo lavorare sugli strumenti urbanistici, a livello nazionale è necessario che si lavori molto di più sui controlli per garantire una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta purtroppo dell’ennesima tragedia in Toscana. Abbiamo salutato i familiari delle vittime e a ciascuno di loro va l’affetto e la vicinanza di ognuno di noi. Trovare le parole in questi casi non è semplice. Penso che oltre alle parole dobbiamo mettere in campo atti concreti ed è quello che faremo da qui alla fine della legislatura. L’impegno che prenderemo da legislatori è quello di cambiare gli strumenti urbanistici e fare in modo che non ci siano più stabilimenti come questo all’interno delle città. In futuro impianti come questo devono essere costruiti in luoghi isolati».

Si tratta di una posizione che si affianca ma non si sovrappone a quella del sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, e di Legambiente Toscana col suo presidente Fausto Ferruzza. Il primo cittadino chiede infatti di trovare un’altra collocazione per l’attuale impianto Eni di Calenzano, non solo per evitare che future infrastrutture dello stesso tipo vengano collocate fuori dalle città (e del resto, chi costruisce più nuovi depositi carburanti da 170mila mq?).  

La posizione del Cigno verde propone invece un approccio di sostenibilità ad ampio spettro, chiedendo di ragionare in un’ottica di area vasta, ovvero bonifica del territorio dove oggi è presente l’impianto Eni di Calenzano e creazione del Parco agroecologico della Piana. Una strada diretta verso la transizione ecologica dunque, che impone il rapido e progressivo abbandono delle infrastrutture fossili per fare spazio agli impianti rinnovabili e al ripristino dei territori degradati.

Redazione Greenreport

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