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Via libera alla messa in sicurezza dell’ex cava di antimonio di Cetine

La cava a Chiusdino chiusa nel 1949. L’antimonio può causare un avvelenamento simile a quello da arsenico
 |  Toscana

Firmato il contratto per la messa in sicurezza del sito ex minerario de Le Cetine, nel Comune di Chiusdino (SI), dove attualmente si trovano scarti minerari e di residui di lavorazione derivanti dell’estrazione dell’antimonio, svolta tra il 1878 e il 1949. I lavori saranno eseguiti dalla HEXA GREEN s.r.l. di Noale (VE) per un importo contrattuale complessivo di 2.380.410,19 euro. La durata prevista è di 240 giorni dalla consegna.

In una nota la Regione Toscana ricorda che «L’antimonio, all’epoca utilizzato per essere utilizzato per l’industria bellica, in particolare nella fabbricazione di armi e proiettili, è un metalloide oggi considerato tossico, dato che può causare un avvelenamento simile a quello da arsenico. Inoltre spesso questa mineralizzazione si trova accompagnata da altri elementi ugualmente tossici (arsenico, mercurio, cobalto), le cui concentrazioni – assieme a quelle dell’antimonio – superano spesso i valori consentiti. Per motivi di sicurezza, dunque, è stata prevista una serie di opere finalizzate alla sistemazione e messa in sicurezza dei versanti della ex miniera, con la rimodellazione dei versanti, la realizzazione di una copertura finale multistrato “capping”, la regimazione delle acque meteoriche, nonché la realizzazione di una rete di intercettazione raccolta e un collettamento delle acque e dei drenaggi da condurre ad un impianto di trattamento di tipo “Barriera Reattiva Permeabile” e di fitodepurazione, anche in funzione del possibile futuro recupero egli edifici e degli immobili legati alla passata attività mineraria». 

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l’assesora regionale all’ambiente Monia Monni hanno sottolineato che «Grazie all’impegno della Regione Toscana trova finalmente conclusione un percorso iniziato nel 1999, che ha visto varie fasi e molti Accordi per la bonifica e il recupero ambientale dei siti ex estrattivi minerari delle colline metallifere, che solo a distanza di 20 anni ha visto assegnate le risorse necessarie e che ha richiesto un delicato lavoro di coordinamento con il territorio, in particolare con l’amministrazione comunale di Chiusdino e l’Unione dei Comuni della Val di Merse e di quella delle Colline Metallifere, per garantire il rispetto dell’elevato pregio paesaggistico della zona. Oggi finalmente bonificare quell’area è possibile ed a breve sarà realtà».

Redazione Greenreport

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