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L’acqua resta in Alia Multiutility, al via alternative alla Borsa e ampliamento a nuovi Comuni

L’assemblea dei soci ha approvato gli indirizzi strategici annuali, nove i punti fondamentali per indirizzare il lavoro del cda
 |  Toscana

A un mese esatto di distanza dall’ultimo appuntamento fiorentino, oggi l’assemblea dei soci di Alia Multiutility – ovvero dei Comuni che costituiscono l’ossatura della società, interamente pubblica – è tornata stamani a riunirsi a Prato, nella sede della controllata Estra, per approvare gli indirizzi strategici annuali.

In sala era rappresentato il 96,12% del capitale sociale: a favore ha votato l’81,5%, mentre lo 0,99% si è astenuto e il 13,35% si è espresso in modo contrario. Per gli indirizzi strategici il via libera è arrivato dunque non all’unanimità, ma con maggioranza molto ampia.

Sono nove i punti fondamentali che compongono tali indirizzi, sui quali il cda – con Alberto Irace amministratore delegato, Lorenzo Perra presidente e Nicola Ciolini vicepresidente, oltre che ad di Estra – è adesso chiamato a mettersi al lavoro.

A cambiare entro la fine di quest’anno sarà il nome della società, che dovrà passare dal provvisorio “Alia Multiutility” a una versione definitiva, ma il cuore del percorso industriale resta il medesimo. Tra i punti approvati spicca infatti l’unitarietà di gestione tra i servizi pubblici locali – acqua, igiene urbana, energia –, che sarà mantenuta: «Il perimetro attuale e futuro della multiutility stessa è composto dai settori dell’ambiente, del servizio idrico e dell’energia», si legge nella nota diffusa al termine dell’assemblea, in cui si sottolinea anche la volontà di «proseguire, nei modi e nei tempi, nel percorso di affidamento deliberato in Ait (Autorità idrica toscana, ndr) per la futura concessione del servizio idrico integrato del gestore dell’Ato 3 Medio Valdarno». In altre parole la concessione del servizio idrico nell’area alla partecipata pubblica Publiacqua, in scadenza alla fine del 2025, andrà a gara nei tempi previsti e in base ai criteri su cui è già al lavoro l’Ait.

L’assemblea dei soci ha inoltre sottolineato che «la multiutility non è una holding di partecipazioni, ma un gruppo industriale progressivamente da realizzare», evidenziando la necessità di «definire un nuovo piano industriale per realizzare gli investimenti necessari al sostegno della conversione ecologica», garantendo «il miglioramento della qualità dei servizi ed il contenimento delle tariffe» oltre a concretizzare una governance che «rafforzi il controllo pubblico della gestione». In quest’ottica l’assemblea chiede al cda di «esplicitare le diverse opzioni di finanziamento alternative alla borsa», esplorando «tutti gli strumenti possibili, dal prestito sociale all’azionariato popolare», con quest’ultimo che rappresenta già un caposaldo del “modello Peccioli” con la sua Belvedere, guardando oltre agli attuali confini di Alia.

Confini che in ogni caso l’assemblea dei soci ambisce chiaramente ad ampliare, chiedendo di «promuovere – coinvolgendo attivamente i Comuni soci – l'allargamento della compagine sociale a nuovi Comuni toscani e marchigiani, compiendo ogni ulteriore sforzo per permettere il conferimento di Intesa e Coingas», e dunque consolidando la presenza della multiutility in territorio senese e aretino; in questo contesto, i Comuni soci chiedono inoltre di «promuovere un’iniziativa per il conferimento delle partecipazioni pubbliche locali delle aziende di gestione del servizio idrico toscano», ma in ogni caso di valorizzare le varie articolazioni territoriali nella gestione operativa dei servizi: «Si raccomanda – chiosa nel merito l’assemblea – la creazione di appositi comitati endoconsiliari o esterni al cda, per l’attuazione delle politiche di integrazione, con il coinvolgimento attivo del management delle società partecipate».

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Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.