Livorno, i lavori della Darsena Europa si concluderanno nel 2028: il punto dal cantiere
Dopo il via libera definitivo arrivato a luglio dal ministero dell’Ambiente, oggi il cantiere della Darsena Europa – ovvero il maxi ampliamento a mare del porto di Livorno chiamato a trasportare nel XXI secolo il terzo scalo italiano per traffico merci – è stato oggetto di una visita istituzionale da parte del commissario straordinario dell’opera (Luciano Guerrieri) e della vice (Roberta Macii) insieme al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
In quest’occasione è stata confermata la data del 2026 come anno entro il quale dovrebbero concludersi i lavori di consolidamento della prima vasca di colmata del futuro terminal container della Darsena, mentre l’intero progetto dovrebbe concludersi entro il 2028 come confermano dalla Regione.
In questi mesi, il raggruppamento di imprese incaricato di seguire i lavori, il Rti guidato da Sidra, braccio operativo italiano del colosso belga Deme, e composto dalla controllata Infrastructure di Fincantieri, da Sales e Fincosit, si è dato un gran bel da fare per livellare i mammelloni di materiale presenti sul terreno. L'ultimo step è adesso quello di drenare tutti e 339.000 metri quadrati della superficie della cassa di contenimento.
«Entro la fine del 2025 avremo consolidato i primi 80 mila mq del terreno – ha dichiarato Guerrieri – Nel giro di due anni, e in largo anticipo rispetto alla realizzazione delle opere a mare, avremo quindi realizzato una quota parte delle aree del futuro terminal container».
Inserendosi nel dibattito di queste settimane sull'utilizzo immediato dei piazzali in attesa del completamento di tutta la Piattaforma, Guerrieri ha sottolineato che si tratta di una discussione delicata che dovrà coinvolgere necessariamente tutto il cluster portuale: «Nelle more della realizzazione della prima fase della Darsena Europa, sarà possibile destinare temporaneamente i nuovi piazzali ad altri usi, ma tali soluzioni non dovranno pregiudicare l'obiettivo finale, che è quello di realizzare il terminal container della Darsena Europa».
Nel corso della visita in cantiere, Guerrieri si è inoltre soffermato sulle opere a mare: «Il 7 ottobre scorso ci è stato consegnato dalle imprese il progetto esecutivo relativo alla realizzazione delle dighe foranee e delle attività di dragaggio. Si tratta di un progetto enorme che comprende anche il piano di monitoraggio, che dovrà essere concordato con Arpat. Noi vogliamo fare le cose per bene: il progetto esecutivo è attualmente in fase di verifica tecnica e contiamo di poterlo approvare nelle prossime settimane. Entro la fine dell'anno contiamo di poter iniziare i primi lavori relativi alla realizzazione delle dighe foranee. Nel frattempo, la struttura commissariale lavorerà sulla predisposizione del bando di gara per la gestione e realizzazione del terminal container».
«La piattaforma Europa, base per la Darsena Europa, sta prendendo forma, anche visivamente tra scogliere e colmate – ha sottolineato nel merito Giani – Sarà il punto di partenza per realizzare la banchina dove, in alcuni tratti, le navi avranno un pescaggio garantito da 17 a venti metri rispetto ai dodici attuali. La conseguenza è evidente: questo vuol dire introdurre Livorno nelle rotte delle grandi linee internazionali marittime con una movimentazione di merci senza precedenti in Italia. Per il progetto della Darsena Europa la Regione ha stanziato 200 milioni di euro. Vogliamo portare Livorno al centro del commercio marittimo internazionale, convinti che la Darsena possa essere una base infrastrutturale foriera di una sviluppo economico di grande portata».
Come emerso in un recente convegno organizzato dalla Goletta Verde di Legambiente, per rendere sostenibili i (crescenti) traffici portuali è però necessario percorrere in parallelo una doppia strada – sulla quale oggi non sono emerse novità –, ovvero collegamenti ferroviari e fonti rinnovabili per alimentare il cold ironing delle banchine.
Nel merito, Legambiente propone di installare fino a circa 300 MW di impianti eolici per l’autoproduzione di energia, che possa alimentare da terra le navi ormeggiate in porto abbattendo drasticamente l’imponente inquinamento atmosferico (e climatico) oggi imposto alla città da questi giganti del mare.