Crisi climatica e inquinanti agricoli, ecco perché la laguna di Orbetello soffoca
La creazione di un Consorzio ad hoc per la gestione della laguna di Orbetello, che avrà la denominazione di Parco ambientale per lo sviluppo sostenibile della laguna di Orbetello, è stato approvato in commissione Ambiente della Camera ma è ancora lontano dal materializzarsi.
«A settembre ci saranno le ultime due votazioni finali alla Camera e al Senato, che rappresentano il passo conclusivo per l'approvazione definitiva di questo importante progetto», conferma nel merito il deputato Marco Simiani. Nel frattempo il Governo assicura un finanziamento annuale pari a 1 mln di euro, contro gli almeno 3 necessari.
La Regione Toscana ha già dichiarato lo stato di calamità e messo a disposizione 1 mln di euro, mentre il Comune di Orbetello ha appena finito di posizionare cento metri di panne all'uscita del canale di Ansedonia, utili per evitare divieti di balneazione e gestire il deflusso in uscita dalla laguna, sebbene anche solo il colore della suddetta acqua non sia propriamente invitante.
Oltre a questa misura sperimentale, continua il campionamento straordinario da parte di Arpat richiesto dal sindaco come misura aggiuntiva; già da un paio di settimane circa ha disposto il Comune a proprie spese analisi aggiuntive straordinarie nel canale, nella Laguna e nel mare ad Ansedonia nel totale di 60 campioni in 20 giorni alterni. Tali campionamenti vengono poi inviati ufficialmente ad Arpat e le risultanze Arpat ad Asl.
«Da parte nostra – aggiunge il sindaco Casamenti – rimaniamo in attesa dell'approvazione della legge che riguarda il parco ambientale della laguna, che abbiamo richiesto più volte sottolineandone l'urgenza e rappresentando, anche in sede di visita della commissione Ambiente, la richiesta del Comitato tecnico scientifico, il quale chiede anche la predisposizione di apposito emendamento alla proposta di legge in corso di discussione che consenta la definizione delle procedure per la movimentazione, in aree ubicate all'interno del contermine lagunare di Orbetello, dei sedimenti risultanti dall'escavo dei fondali, sulla scorta di quanto fatto per la laguna di Venezia».
Quel che certo è che in assenza d’interventi strutturali – si parla della necessità di realizzare canali anche sotterranei per migliorare il ricircolo delle acque in laguna, a fronte d’investimenti stimati in 30-40 mln di euro – la situazione «coi cambiamenti climatici rischia di peggiorare», come certifica il Wwf. La valutazione è semplice: all’aumentare della temperatura dell’acqua, diminuisce infatti l’ossigeno disciolto.
Il W Italia gestisce la Riserva naturale statale “Laguna di Ponente di Orbetello” che è situata nella parte più settentrionale della laguna di ponente di Orbetello, al confine con la frazione di Albinia. Si tratta di un’area che, per il momento, non è stata interessata dai fenomeni di ipertrofia che negli ultimi giorni hanno causato la morte per anossia di migliaia di pesci, soprattutto nella laguna di levante e nella parte della laguna di ponente che bagna il centro abitato di Orbetello
«Dobbiamo ricordare quanto abbiamo evidenziato da anni poiché – sottolineano dal Panda nazionale – siamo di fronte ad episodi che ormai si verificano ciclicamente. L’ultimo, giunto alle cronache nazionali per l’enorme numero di pesci morti, risale al 2015, ma episodi simili ci sono stati anche negli anni ‘80 e ’90. Come hanno ben spiegato gli esperti, uno dei fattori principali degli episodi di ipertrofia sono le tonnellate di azoto che vengono riversati nelle acque della laguna provenendo dai fertilizzanti utilizzati nei campi agricoli e in parte anche dalle attività di acquacoltura. L’azoto stimola la crescita della massa vegetale della laguna, in particolare le alghe che poi muoiono, marciscono e provocano lo sviluppo di attività batteriche di decomposizione, con conseguente diminuzione di ossigeno e successivo sviluppo di batteri anaerobici da cui deriva la produzione di idrogeno solforato, a cui si deve il cattivo odore che, in questi giorni, in base alla direzione del vento, è percepibile in diverse aree circostanti la laguna. Non ci sono soluzioni immediate poiché si tratta di fenomeni che, una volta innescati, sono difficilmente contrastabili nei tempi brevi. Inoltre, è facile prevedere che, con il cambiamento climatico in atto, la situazione non potrà che peggiorare».
Secondo gli ambientalisti del Wwf – oltre a monitorare quanto accade raccogliendo e analizzando i dati che provengono dalle centraline multi-parametriche, e a raccogliere e smaltire correttamente le carcasse dei pesci – bisognerà «necessariamente anche prendere in considerazione la possibilità di aprire i canali che collegano la laguna con il mare, per diminuire la massa di pesci presenti in laguna ed evitare, almeno in parte, di farli morire per anossia».
Dunque, in un contesto simile, «chi parla di facili soluzioni con risultati immediati evidentemente non ha contezza della complessità di quanto sta accadendo – ammonisce il Wwf – Ci sarà tempo per analizzare l’accaduto e valutare, da parte della comunità scientifica e della magistratura, se c’è stato qualcosa che poteva essere fatto e non è stato fatto. Ormai è chiaro che questo è un problema con cui bisognerà convivere anche nei prossimi anni e fino a quando non si comincerà ad agire sulle cause e non solo sugli effetti, si potrà fare ben poco».
Per questo il Wwf ha chiesto di realizzare un’analisi del rischio per arrivare alla stesura di un protocollo condiviso che permetta di affrontare le situazioni di emergenza in modo sistematico, senza dover improvvisare e procedere a vista.