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Tsunami ready: è in provincia di Latina il primo Comune italiano pronto ad affrontare i maremoti

Si tratta di Minturno, che dopo quattro anni di preparazione per aumentare la sicurezza di territorio e cittadini oggi riceve il prestigioso riconoscimento Unesco
 |  Territorio e smart city

Minturno, in provincia di Latina, è il primo comune italiano a ricevere il prestigioso riconoscimento di comune Tsunami ready da parte della Commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco (Unesco-Ioc).

Si svolge oggi la manifestazione di consegna del titolo e della documentazione in presenza del Sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli e della vice sindaca Elisa Venturo, del coordinatore del gruppo comunale della Protezione civile Michele Camerota e del dr. Dario Mongelli curatore del progetto Tsunami Ready sul territorio. La consegna del riconoscimento avverrà per mano del dr. Denis Chang Seng, segretario dell’Ioc-Unesco per l’area Neamtws, della dott.ssa Antonella Scalzo del Dipartimento della Protezione civile italiana, del dr. Alessandro Amato, responsabile del Centro allerta tsunami dell’Ingv e presidente per il per il Sistema di allarme rapido e mitigazione degli tsunami dell’Unesco e del dr. Pio Di Manna, ricercatore presso l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Tsunami Ready è un programma di riconoscimento volontario della comunità locale, volto a promuovere la preparazione al rischio tsunami come collaborazione attiva tra le organizzazioni governative per la gestione delle emergenze, le amministrazioni locali e i cittadini. Il programma ha come obiettivo principale quello di migliorare la sicurezza pubblica prima, durante e dopo le emergenze da tsunami.

Il percorso di accreditamento del comune di Minturno ebbe inizio nel mese di luglio del 2020. L’Italia, con il comune di Minturno è stato il primo paese dell’area Euro-Mediterranea (Neamtws) ad adottare il programma che favorisce la sinergia tra le parti chiamate in causa a partire dalla sfera istituzionale agli organi di competenza territoriali per la gestione e salvaguardia del territorio, alla Protezione civile (ai vari livelli) sino al coinvolgimento degli operatori locali (proprietari di strutture turistiche e di servizi costieri) e degli stakeholders.

Nel corso dei quattro anni, come previsto dai dodici indicatori che compongono il programma, sul territorio sono stati promossi e completati diversi interventi che partono dalla valutazione del rischio tsunami per il tratto costiero e della conseguente individuazione delle aree costiere d’inondazione ad interventi di preparazione che hanno coinvolto i vari livelli (istituzionale fino alla copertura dell’ultimo miglio cioè i cittadini) sino alla predisposizione e alla verifica dei sistemi di avviso e disseminazione dei messaggi di allerta.

Il percorso è stato impegnativo quanto coinvolgente. Tra gli interventi salienti, ci preme ricordare i diversi incontri svolti presso la sede del Comune di Minturno e della Protezione civile locale, le esercitazioni per rischio tsunami “table top”, condivise a livello europeo e nazionale; le prove di evacuazione verticale attivate con il contributo degli organi locali in differenti complessi scolastici e, a seguire, gli incontri di disseminazione e dialogo con gli studenti per inquadrare le azioni all’interno di un framework culturale di mitigazione del rischio tsunami. Non per ultimo il test dei diffusori sonori istallati ad opera della giunta comunale e della protezione civile nelle aree costiere idonee e l’installazione della segnaletica verticale.

Il percorso condotto dal comune di Minturno è esemplare, indice di organizzazione, coesione tra le parti e consapevolezza verso la riduzione dei pericoli naturali. Questo percorso virtuoso si innesta in un quadro di accrescimento della consapevolezza in ottica multirischio con lo sguardo volto ai cambiamenti climatici. Ogni indicatore Tsunami ready raggiunto è un tassello di resilienza donato alla comunità.

di Centro allerta tsunami, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv)

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Redazione Greenreport

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