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Norcia e la Civitas appenninica Capitale europea della cultura 2033

Una candidatura che richiama la cultura e le capacità di chi vive in montagna come parte fondamentale della costituzione della civiltà europea
 |  Territorio e smart city

Mentre il dibattito sul futuro dell’Europa sembra sempre più incentrato su questioni militari, a Norcia, patria di San Benedetto patrono d’Europa, è stata lanciata la candidatura a capitale europea della cultura 2033 di “Norcia e la Civitas appenninica: terra di cambiamento, crocevia di tradizioni e innovazione”, dove per Civitas appenninica si intende un territorio che comprende 138 comuni tra Umbria, Abruzzo, Marche e Lazio. Un progetto ambizioso che pone la cultura al centro della rinascita di un’area duramente colpita dal sisma del 2016. Il progetto si fonda su due assi portanti: la ricostruzione post-sisma e l’innovazione, l’obiettivo è dimostrare come la cultura possa essere un fattore di rinascita, promuovendo progetti che valorizzino il patrimonio storico e paesaggistico, stimolino la creatività e favoriscano l’inclusione sociale.

La cultura della Civitas appenninica ha profonde radici nel rapporto dell’uomo con il territorio. Sono stati proprio i monaci benedettini i primi a occuparsi della necessità della sostenibilità dell’agricoltura e della gestione del territorio. La rotazione delle colture, la sistemazione idraulica dei versanti, la gestione responsabile delle foreste attraverso regole e misure attuali ancora oggi hanno costituito un patrimonio di conoscenze che i monaci hanno trasmesso in tutta Europa grazie ai monasteri, che non erano solo centri religiosi, ma anche luoghi di formazione dove i contadini imparavano tecniche agricole avanzate. Grazie alla loro capacità di gestire il territorio, i monasteri divennero poli economici, facilitando il commercio e la crescita delle comunità locali. Il loro lavoro ha lasciato un'eredità duratura, influenzando le tecniche agricole moderne e la gestione sostenibile delle risorse naturali.

San Benedetto è stato proclamato patrono d’Europa perché ha dato un contributo decisivo alla formazione della civiltà europea, unendo popoli diversi sotto una visione comune di lavoro, preghiera e cultura dove la gestione sostenibile delle risorse naturali è stata decisiva per lo sviluppo economico e sociale dei popoli europei.

Sotto questa luce la candidatura di Norcia e della Civitas appenninica a capitale europea della cultura assume un significato di estrema attualità. Il combinato disposto dell’abbandono delle aree interne con gli eventi climatici estremi sempre più frequenti, fa del presidio e della gestione delle montagne la nuova frontiera per assicurare un futuro duraturo a chi vive in aree esposte a fenomeni climatici. Abbiamo già contato danni e lutti enormi per eventi climatici estremi, paragonabili a quelli di una guerra; la candidatura di Norcia e della Civitas appenninica ha il merito di ricordarci che il futuro dell’Europa non dipende solo dalle armi ma anche dalle conoscenze e dalle capacità di gestire il nostro territorio.

Paolo Pigliacelli

Si è occupato di gestione di aree naturali protette con ruoli esecutivi in diversi parchi. È stato responsabile del dipartimento progetti della Federparchi ricoprendo posizioni nella IUCN e per Europarc. Ha realizzato numerosi progetti nazionali e internazionali su biodiversità, turismo, agricoltura, mobilità e efficacia di gestione. Attualmente collabora con enti e istituzioni per iniziative sulle politiche territoriali e per misure sull’imprenditorialità locale. È esperto specialista per la Struttura Commissariale Sisma 2016 e collaboratore di Invitalia per il PNRR.