Il Governo Meloni resta sordo al grido d’aiuto dei Campi Flegrei
Dopo le centinaia di scosse degli ultimi giorni, compresa la più forte da quarant’anni, nell’area dei Campi Flegrei confusione e paura continuano a regnare sovrane.
A seguito di un’ordinanza di sgombero alcuni abitanti sono chiamati a lasciare le proprie case, altri temono le conseguenze di rimanere racchiusi entro le quattro mura; la Protezione civile ha risposto ancora una volta presente, mettendo in campo 200 volontari e allestendo a Pozzuoli una grande area di accoglienza nel Palazzetto dello Sport-Palatrincone di Monterusciello, che funge da punto di ristoro e pernottamento. Anche i comuni di Bacoli e Napoli sono attrezzati per rispondere a una eventuale necessità di assistenza alla popolazione.
In totale, sono oltre 400 i sopralluoghi condotti fino a ieri sera sulle abitazioni private: al momento, nel Comune di Pozzuoli, sono 38 gli immobili dichiarati inagibili a seguito della scossa, mentre a Bacoli e Napoli le verifiche effettuate non hanno dato esiti negativi.
Soprattutto, nella giornata di ieri si è riunita nuovamente la Commissione grandi rischi - Settore rischio vulcanico, che ha raccomandato di mantenere alta l'attenzione sulle attività di monitoraggio del vulcano e sulle misure di prevenzione e mitigazione del rischio.
«Sebbene non si riscontrino elementi che suggeriscano una migrazione del magma verso livelli più superficiali, l'analisi dei dati multi-parametrici – spiega la Protezione civile – evidenzia la prosecuzione dell'intensificazione del fenomeno bradisismico. L'inasprimento della crisi in atto richiede, dunque, verifiche frequenti dello stato del vulcano. La Commissione evidenzia inoltre che l’attività sismica potrà proseguire o incrementarsi nelle prossime settimane. Allo stato attuale permane il livello di allerta gialla».
Mentre sul territorio il lavoro d’analisi e di salvaguardia prosegue, ieri il vertice interministeriale convocato dalla presidente Meloni a Palazzo Chigi si è concluso con un nulla di fatto. Dal punto di vista operativo come comunicativo: neanche un comunicato stampa, solo una registrazione video.
Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro Musumeci si rifà ancora al decreto voluto dal Governo nell’ottobre scorso. È stato attuato? «Alcuni obiettivi hanno una scadenza. Altri no. A cominciare dal piano della comunicazione», risponde Musumeci. Le scuole sono sicure? «Bisognerebbe chiederlo ai sindaci, ma spero di sì», e così via.
Nel frattempo la terra continua a tremare. I prossimi 30 e 31 maggio restano in agenda nuove esercitazioni della Protezione civile, per valutare i meccanismi che scatterebbero in caso d’emergenza. Sarà un test importante per capire la reale capacità di reazione da parte del territorio, ma la crisi degli ultimi giorni si lascia dietro risposte assai preoccupanti.