
Myanmar: oltre 1.700 morti, si scava tra le macerie in cerca degli ancora numerosi dispersi

A tre giorni dallo spaventoso terremoto che ha colpito Myanmar con pesanti ripercussioni anche nelle vicine Thailandia e Cina, le squadre di soccorso continuano a scavare per cercare persone ancora miracolosamente vive. I bollettini delle vittime diffusi dai vertici del regime militare parlano di oltre 1.700 morti, ma sono ancora numerosissimi i dispersi e il bilancio viene ancora dato per provvisorio.
L’Organizzazione mondiale della sanità riferisce di strutture ospedaliere «sopraffatte» da quanto avvenuto, con tre ospedali e 22 parzialmente danneggiati che faticano a prestare i necessari soccorsi medici. «La portata delle morti e delle lesioni non è ancora completamente compresa e i numeri dovrebbero aumentare», ha fatto sapere l’agenzia delle Nazioni Unite all’Associated press. In una nota ufficiale, la stessa Onu parla di corsa contro il tempo per cercare di salvare quante più vite possibile.
Le ricerche di qualche sopravvissuto continuano anche nella vicina Thailandia. Nella capitale del Paese, Bangkok, anch'essa raggiunta dall'evento sismico, 76 operai edili risultano ancora dispersi in seguito al crollo di un grattacielo in costruzione. Il bilancio delle vittime accertate è ora di 17 persone.
Le operazioni di ricerca e salvataggio in Myanmar – riferiscono sempre le fonti delle Nazioni Unite – si concentrano nelle principali città di Mandalay e della capitale Nay Pyi Taw. Alcuni sopravvissuti continuano a essere estratti dalle macerie e diverse squadre di soccorso internazionali hanno raggiunto le aree colpite, anche se gli sforzi di soccorso sono ostacolati dai danni agli aeroporti.
«La gente ha urgente bisogno di ripari, cure mediche, acqua e servizi igienici. Questo disastro aumenta la pressione su persone già vulnerabili che stanno affrontando una crisi allarmante», ha dichiarato attraverso la piattaforma social X l'Ufficio Onu per gli Affari umanitari. Anche i civili birmani sono bloccati tra le forze della giunta militare e le numerose milizie armate che lottano per il controllo del Paese dal colpo di Stato del febbraio 2021. Più di tre milioni di persone sono state sfollate a causa dei combattimenti.
Il Governo di unità nazionale, che rappresenta l'amministrazione civile democraticamente eletta rovesciata dal colpo di Stato, ha chiesto ai combattenti ribelli di osservare un cessate il fuoco di due settimane per consentire agli aiuti umanitari di raggiungere chi ne ha bisogno. Ma il regime militare starebbe continuando ad effettuare attacchi aerei, anche in aree vicine all'epicentro del terremoto.
In un aggiornamento, il Fondo Onu per la popolazione (Unfpa) ha dichiarato che le prime valutazioni sui danni significativi alle strutture sanitarie e lo sfollamento della popolazione stanno comportando l'interruzione dei servizi essenziali, compresa l'assistenza sanitaria riproduttiva. «In emergenze come questa, le donne e le ragazze devono affrontare rischi maggiori, dall'accesso compromesso alle cure materne salvavita all'aumento del rischio di violenza di genere», ha dichiarato Jaime Nadal Roig, rappresentante Unfpa per il Myanmar. «L'Unfpa è impegnata a sostenere gli sforzi di soccorso, ponendo il benessere di donne e ragazze - comprese le donne incinte, le madri e le adolescenti - al centro dei nostri sforzi di risposta umanitaria».
L’Unicef segnala che il terremoto è stato «una catastrofe assoluta» per i bambini della regione, con molti giovani e famiglie di Mandalay ancora dispersi. «Abbiamo bisogno di assistenza urgente, soprattutto per i bambini, che spesso soffrono di più in questo tipo di situazioni», ha spiegato via social Ko Sai, dell’Unicef Myanmar.
L'Organizzazione mondiale della Ssnità (OMS) ha inviato quasi tre tonnellate di forniture mediche dalle sue scorte di emergenza nella più grande città del Myanmar, Yangon, agli ospedali di Mandalay e Nay Pyi Daw. Il direttore nazionale del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite in Myanmar, Michael Dunford, ha dichiarato che l'agenzia ha effettuato domenica la prima distribuzione di cibo d'emergenza a Nay Pyi Taw, che comprendeva biscotti ad alto contenuto energetico, «e stiamo per aumentare la nostra assistenza».
Sempre ieri l'Oms ha lanciato un appello lampo di 30 giorni per raccogliere 8 milioni di dollari per fornire cure traumatologiche, prevenire l'insorgere di malattie e ripristinare i servizi essenziali che sono stati decimati dal terremoto.
