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Campi Flegrei, la crescita nella velocità di sollevamento del suolo aumenta la probabilità di terremoti

Ingv: «Un ulteriore sollevamento della caldera potrebbe essere associato a tassi di attività sismica superiori a quelli registrati nel 2023, come già avvenuto nel maggio 2024»
 |  Prevenzione rischi naturali
Il Tempio di Serapide (Macellum), situato nella città di Pozzuoli al centro della caldera dei Campi Flegrei

I Campi Flegrei sono la più grande caldera urbanizzata attiva nel cuore del continente europeo, dove il bradisismo causa continuamente il sollevamento del suolo, quando non terremoti ed emissioni fumaroliche.

Per affrontare la crisi in corso e i possibili scenari, nell’ottobre del 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto per le misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al bradisismo nell'area dei Campi Flegrei, ma è evidente la necessità di maggiori azioni da parte del Governo per calarlo concretamente sui territori. 

Nel frattempo la ricerca scientifica avanza per capre meglio costa sta succedendo nel sottosuolo. Da ultimo un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha analizzato l’evoluzione della deformazione del suolo e dell’attività sismica ai Campi Flegrei dal 2000 al 2023, quantificando la loro accelerazione nel tempo e derivando una  relazione esponenziale tra il sollevamento massimo della caldera e il numero cumulato di eventi sismici.

In particolare, lo studio ha evidenziato la prosecuzione di una accelerazione di lungo periodo (decennale) delle variabili geofisiche iniziata nel 2005 e come questa accelerazione non sia stata costante nel tempo. «Su scala decennale – spiega Andrea Bevilacqua, ricercatore dell’Ingv e primo autore dello studio – il sollevamento del suolo segue un andamento parabolico con un'accelerazione media di circa 0,7-0,8 cm/anno² con riferimento alla stazione Gnss del Rione Terra di Pozzuoli, al centro della caldera. L’andamento temporale del tasso di terremoti è invece sovra-esponenziale, ovvero più rapido di un andamento esponenziale. È comunque importante evidenziare come questi andamenti non siano costanti nel tempo ma soggetti a oscillazioni di varia frequenza. I principali periodi di queste oscillazioni variano da circa 2 a 5 mesi (per i periodi più brevi) fino a circa 1,5 e 3 anni (per i periodi più lunghi). Negli ultimi anni, si è inoltre osservata una tendenza alla riduzione di questi periodi di circa il 10-15%. Una implicazione di questi risultati è che i periodi di ridotta attività sismica non sono necessariamente indicativi di un cambio nel comportamento decennale del vulcano».

Un aspetto particolarmente interessante dello studio ha riguardato la relazione tra deformazione del suolo e numero di terremoti registrati.

«Lo studio ha evidenziato una chiara relazione esponenziale tra sollevamento massimo della caldera e numero cumulato dei terremoti registrati – aggiunge Augusto Neri, ricercatore dell’Ingv e coordinatore della ricerca – Questa relazione è diversa da quella lineare osservata durante l’ultima crisi bradisismica del 1982-1984. Inoltre la relazione esponenziale è diventata più forte a partire dall’anno 2020 circa, ovvero con l’avvicinarsi del sollevamento della caldera alla quota massima raggiunta durante la crisi del 1982-1984. La relazione spiega come mai il sollevamento della caldera registrato negli ultimi anni è stato accompagnato da una più intensa attività sismica rispetto agli anni precedenti. Questo comportamento è analogo a quello dei materiali quasi-elastici soggetti a uno sforzo crescente e può essere interpretato come un progressivo deterioramento delle proprietà meccaniche della crosta più superficiale dei Campi Flegrei».

Lo studio pubblicato utilizza dati registrati fino a novembre 2023 ma è tuttora continuamente aggiornato sulla base dei nuovi dati di monitoraggio registrati.

«Le analisi aggiornate fino alla fine di ottobre 2024 – conclude Flora Giudicepietro, ricercatrice dell’Ingv e coautrice dello studio – confermano che gli andamenti e le relazioni individuate nel periodo 2000-2023 sono tuttora valide. Questo significa che al crescere della velocità di sollevamento aumenta anche la probabilità di terremoti nei Campi Flegrei nei mesi successivi. Un'altra implicazione di questo studio è che, qualora tali andamenti continuassero con le stesse caratteristiche nel futuro, un ulteriore sollevamento della caldera potrebbe essere associato a tassi di attività sismica superiori a quelli registrati nel 2023, come già avvenuto nel maggio 2024. Questo scenario rappresenta una possibile evoluzione futura qualora la crisi bradisismica attualmente in corso dovesse perdurare. D'altra parte, è anche possibile che il processo di sollevamento del suolo flegreo si attenui nel tempo, e questo comporterebbe anche una riduzione dell'attività sismica».

Redazione Greenreport

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