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La Cina risponde ai dazi Usa con lo sviluppo green e low carbon

Energie rinnovabili ed elettrificazione dei trasporti sono un requisito intrinseco per lo sviluppo economico di alta qualità
 |  Nuove energie

Dopo l’annuncio dato dal presidente statunitense Donal Trump dell'imposizione di tariffe reciproche a tutti i partner commerciali, Il 3 aprile il portavoce del ministero del commercio cinese ha annunciato che «La Cina si oppone fermamente a ciò e adotterà contromisure decise per salvaguardare i propri diritti e interessi. Gli Stati Uniti sostengono di aver subito perdite nel commercio internazionale e di aver aumentato i dazi su tutti i partner commerciali sulla base della cosiddetta "reciprocità". Questa pratica ignora l'equilibrio di interessi raggiunto nel corso degli anni nei negoziati commerciali multilaterali e il fatto che gli Stati Uniti hanno da tempo tratto grandi profitti dal commercio internazionale.

I cosiddetti "dazi reciproci" applicati dagli Stati Uniti sulla base di valutazioni soggettive e unilaterali non sono in linea con le normative del commercio internazionale, danneggiano gravemente i legittimi diritti e interessi delle parti interessate e rappresentano una tipica pratica di intimidazione unilaterale. In risposta, molti partner commerciali hanno espresso forte insoddisfazione e chiara opposizione. In una guerra commerciale non ci sono vincitori, né esiste via d'uscita dal protezionismo. La Cina esorta gli Stati Uniti ad annullare immediatamente le misure tariffarie unilaterali e a risolvere adeguatamente le divergenze con i partner commerciali attraverso un dialogo paritario».

Il comunicato statunitense chiarisce che saranno tassati alcuni beni cinesi, tra i quali prodotti in acciaio e alluminio (già soggetti a dazi), auto e componenti automobilistici, mentre risorse energetiche e minerali specifici dei quali gli Usa sono privi, lingotti d'oro, rame, farmaci, semiconduttori e prodotti in legno, saranno esentati dai "dazi reciproci". la Commissione per le tariffe doganali del Consiglio di Stato (il governo cinese) ha risposto che, a partire dal 10 aprile, imporrà tariffe aggiuntive del 34% su tutti i prodotti importati dagli Usa, e ha ribadito che la decisione di Trump «Compromette gravemente i legittimi diritti e interessi della Cina e rappresenta un tipico atto di intimidazione unilaterale».

Ma, a differenza di Giorgia Meloni che, facendo un salto carpiato illogico, ha chiesto di «le regole ideologiche e non condivisibili sul settore dell’automotive del Green deal – l’automotive oggi è colpito dai dazi», aggiungendo che «l’energia che è un fattore di competitività sul quale dobbiamo avere molto più coraggio», la Cina sembra voler sfidare Trump e l’Europa proprio in questi campi.

Già il 2 aprile, durante una conferenza stampa, il portavoce del ministero degli esteri cinese, Guo Jiakun, ha commentato il rapporto dell'International energy agency (Iea) che evidenzia che nel 2024 la capacità di generazione di energia rinnovabile globale è cresciuta di 585 gigawatt, il 92,5% della nuova capacità totale di produzione di energia. Guo ha fatto notare che «La capacità aumentata di generazione di energia rinnovabile cinese rappresenta il 60% di questo aumento globale totale. Anche il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite ha recentemente riconosciuto il contributo internazionale dello sviluppo cinese delle nuove energie. Il percorso cinese di sviluppo green e low carbon è un requisito intrinseco per promuovere uno sviluppo economico di alta qualità, oltre che per dare slancio alla causa globale della risposta al cambiamento climatico e a promuovere lo sviluppo sostenibile».

Poi il portavoce del ministero degli esteri cinese sottolineato che «La costruzione di un mondo migliore e più pulito è una responsabilità comune di tutti i Paesi. Alcuni Paesi stanno invece reprimendo in modo irragionevole lo sviluppo dell'industria verde cinese, il che non solo significa rifugiarsi dietro un alto muro, ma aumenterà anche il costo tecnologico delle energie rinnovabili per la comunità internazionale, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo, bloccando lo sviluppo green globale loe carbon. La Cina continuerà a collaborare con tutte le parti per potenziare lo sviluppo e la cooperazione verde, e invita tutte le parti a contribuire positivamente e a creare condizioni favorevoli per la cooperazione verde internazionale».

Per quanto riguarda l’elettrificazione dei trasporti che sembra così impaurire la premier italiana, il Quotidiano del Popolo – organo ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese - scrive che «I recenti sviluppi nell'industria automobilistica cinese hanno suscitato ampie discussioni, poiché i produttori automobilistici cinesi condividono sempre più tecnologie all'avanguardia con partner globali. Un esempio significativo è rappresentato dai marchi di veicoli a nuova energia (NEV) di Dongfeng Motor, tra cui Voyah, che ha iniziato a trasferire tecnologie a joint venture come Dongfeng Nissan. Questa tendenza non è isolata. Xpeng sta collaborando con il Volkswagen Group China per sviluppare veicoli elettrici, mentre SAIC Motor ha unito le forze con il marchio premium di Volkswagen, Audi, per sviluppare una piattaforma digitale per veicoli intelligenti ed elettrici. Un ulteriore segno di cooperazione strategica è rappresentato dalla creazione di una joint venture tra la compagnia cinese di guida autonoma Pony.ai e GAC Toyota Motor insieme a Toyota China Investment, evidenziando un'alleanza crescente tra gli innovatori cinesi e i leader globali del settore».

Il Quotidiano del popolo sembra voler delineare un strategia green contro i dazi di Trimp: «In mezzo a una nuova ondata di rivoluzione tecnologica e trasformazione industriale, alimentata da progressi nell'IA, nella tecnologia quantistica e nella biotecnologia, la necessità di scambi di idee e una migliore allocazione delle risorse non è mai stata così grande.

Approcci isolazionisti come "disaccoppiamento e rottura delle catene" e "piccolo cortile e muro alto" ostacoleranno solo il progresso tecnologico. Mentre la competizione tecnologica è inevitabile, concepirla come un gioco a somma zero è miope trascurando il grande potenziale di successo condiviso. Lo sviluppo del settore dei veicoli elettrici a nuova energia (NEV) in Cina offre un'esperienza convincente: apertura e cooperazione creano opportunità di beneficio reciproco, promuovendo un ecosistema globale in cui l'innovazione prospera. Con un impegno sempre più forte nell'innovazione tecnologica e nella cooperazione internazionale, la Cina non solo sta migliorando il proprio panorama industriale, ma sta anche contribuendo all'avanzamento della tecnologia a livello globale e rafforzando la convinzione che il progresso si realizzi più efficacemente attraverso la partnership anziché attraverso la divisione».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.