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Il Nobel Parisi: «L’Italia punti sull’energia solare e geotermica. Il nucleare? Azzardato»

Audizione in Parlamento del premio per la Fisica, che gela gli entusiasmi dei sostenitori dell’atomo: «Questa opzione potrà essere valutata quanto le relative tecnologie saranno disponibili. Al momento sono sulla carta»
 |  Nuove energie

Le audizioni sul nucleare in Parlamento non stanno andando nella direzione sperata dal governo. Dopo la stroncatura arrivata nei giorni scorsi da parte del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), un’ulteriore bocciatura è stata espressa da un’altra fonte decisamente autorevole: il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. Davanti alle commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive) della Camera, Parisi ha detto (il suo intervento è dal minuto 10 del video) che l’Italia dovrebbe puntare sull’energia solare, su quella geotermica e sulle smart grid, mentre per le centrali nucleari di quarta generazione, le mini centrali nucleari e la fusione manca il fattore convenienza e i tempi sono ancora lunghi in quanto al momento non esistono prototipi del genere. «I costi dell’energia solare stanno calando del 10% l’anno e su scala europea Italia, Grecia e Spagna sono i Paesi che hanno maggiori possibilità per installare centrali solari - ha osservato Parisi – in più l’Italia ha una risorsa geotermica straordinaria che potrebbe essere sfruttata maggiormente. Ed è fondamentale investire in smart grid e aggiornare le turbine idroelettriche per migliorare l’efficienza della produzione». Il nucleare, ha invece aggiunto il Nobel, non risolve il problema dell’energia elettrica: «Questa opzione potrà essere valutata quanto le relative tecnologie saranno disponibili. Al momento sono sulla carta. È certamente un’opzione interessante per il futuro, ma un investimento adesso sarebbe azzardato». Lo stesso vale per l’energia da fusione: «Finora le sperimentazioni sono andate avanti e ogni mese danno nuovi risultati, ma è realistico pensare che prima di 20 anni non ci saranno impianti. Certamente dobbiamo investire nella ricerca in questo campo, ma è un futuro che non possiamo programmare: prima - ha concluso - abbiamo la necessità di fare prototipi funzionanti».  

Al momento i costi del solare sono decisamente inferiori a quelli delle altre fonti, ha Parisi, mentre quelli del nucleare sono aumentati anche a causa delle necessità di sicurezza. Non solo. Il Nobel per la Fisica ricorda che ci sono «tantissimi problemi che non si possono risolvere», ad esempio «si parla di deposito ma non solo non sono riusciti a farlo, nemmeno sono stati in grado di decidere dove farlo». In tutto questo, il nucleare di «IV generazione è importante ma non ha nessun prototipo funzionante su grande scala, ed è l’evoluzione del Super-Phénix in Francia, che dopo essere stato costruito ha avuto svariati incidenti per troppi anni ed è stato chiuso», fa notare Parisi. «La IV generazione è interessante ma ha un grande problema, sono impianti raffreddati a metalli a 500 gradi, e con un ambiente pieno di neutroni e ad alta temperatura c’è un problema di corrosione dei tubi idraulici, non è detto funzioni, infatti il Super-Phénix è andato male», continua Parisi rispondendo alle domande dei parlamentari delle due commissioni riunite, «è però interessante avere un occhio sul futuro, fare un investimento ora è azzardato perché ci sono moltissime altre cose su cui possiamo fare investimenti, come sul risparmio energetico, e farlo in modo più efficiente di come fatto in passato».

Rispetto alla non completa programmabilità delle rinnovabili, che si risolve accumulando elettricità quando è in eccesso per usarla quando manca, il Nobel fa notare che «il costo degli accumulatori è enormemente diminuito, e se ci fosse un eccesso a metà giornata si potrebbe usare per produrre gas» come l'idrogeno, suggerisce il Premio Nobel per la Fisica. Però «il miglior accumulatore sono i pompaggi, ma dobbiamo migliorarne efficienza e capacità», suggerisce Parisi, «la solarizzazione dell’Italia va accompagnata da investimenti, nella smart grid e negli impianti idroettrici» e servono «naturalmente anche misure legislative di semplificazione dell’installazione del solare». Che non è esattamente quello che ha fatto finora il governo con il Testo unico sulle rinnovabili, il decreto aree idonee e il decreto agricoltura. Anzi.

Redazione Greenreport

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