
Nell’ultimo anno l’Ue ha speso 375,9 miliardi di euro per l’import di combustibili fossili

La transizione energetica necessita di ingenti investimenti, ma quanti ne sottolineano i costi spesso ignorano quelli dello status quo. Oltre ai crescenti danni e morti legati ai sempre più frequenti quanto intensi eventi meteo estremi, la semplice dipendenza dall’import di combustibili fossili rappresenta un aggravio assai oneroso per l’economia europea (e italiana in particolare).
Secondo i nuovi dati pubblicati oggi da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, nel 2024 l’Ue ha speso 375,9 miliardi di euro per l’importazione di combustibili fossili, nonostante il dato sia in sensibile calo rispetto al 2023 sia in termini economici (-16,2%) sia per volumi (calati del 7,1% a quota 720,4 mln di tonnellate).
Andando al dettaglio dei vari flussi, Eurostat segnala un calo sull’import di tutti i combustibili fossili, a testimoniare l’avanzata della transizione energetica: il petrolio segna -4,7% in valore e -2,1% in volume; per il gas naturale liquefatto si parla rispettivamente di -39,1% e -15,1%, mentre per il metano allo stato gassoso di -30,2% e -4,4%.
Passando invece a osservare i Paesi dai quali importiamo, il quadro cambia in base in base al combustibile fossile. In valore, il principale fornitore di petrolio all’Ue sono gli Stati Uniti (16,1%), seguiti da Norvegia (13,5%) e Kazakistan (11,5%); gli Usa hanno fornito quasi la metà del gas naturale liquefatto importato (45,3%), davanti alla Russia (17,5%) e all'Algeria (10,7%); infine, il 45,6% del metano gassoso importato è arrivato dalla Norvegia, seguita da Algeria (19,3%) e Russia (16,6%).
È dunque evidente come la corsa delle energie rinnovabili possa dare un contributo decisivo a una maggiore autonomia e sicurezza energetica nel Vecchio continente, contribuendo al contempo a tagliare i costi dell’energia. Un aspetto particolarmente importante per l’Italia, dove l’associazione confindustriale Unem (ex Unione petrolifera) stima che la fattura energetica nazionale sia arrivata a pesare lo scorso anno 48,5 miliardi di euro, di cui 20,6 mld di euro dovuti all’import di gas, e altri 21,2 per quello di petrolio.
