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Energia, il governo francese mantiene le tariffe di vendita regolamentate: «Fattore di coesione»
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«La presenza di tariffe di vendita regolamentate consente di offrire un certo grado di stabilità e di attutire le variazioni di prezzo sui mercati, che abbiamo visto in particolare durante la crisi energetica del 2022-2023». Dal ministero dell’Industria e dell’energia guidato da Marc Ferracci spiegano così la decisione presa dal governo francese di mantenere le tariffe regolamentate di vendita dell’elettricità (Trve) destinate alle famiglie e alle piccole imprese. «Ci sarebbero più conseguenze negative se le tariffe regolamentate fossero abolite», sottolineano le stesse fonti parigine all’agenzia France Presse ripresa da vari siti d’Oltralpe. Come si legge in un rapporto reso pubblico lunedì e destinato a Bruxelles, il governo francese ha dunque deciso di seguire il parere espresso dalla Commissione di regolazione dell’energia (Cre), che aveva raccomandato il mantenimento di questa offerta lo scorso novembre, e di non seguire invece le raccomandazioni dell’Autorità della concorrenza aveva al contrario si era pronunciata per la cancellazione delle tariffe regolamentate.
Nel rapporto si sottolinea che per il ministro dell’Economia e per quello dell’Energia le Trve «contribuiscono in modo significativo» alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e agli obiettivi di decarbonizzazione attraverso l’elettrificazione degli usi, senza per questo influenzare la concorrenza. Le tariffe regolamentate hanno rappresentato per oltre 24 milioni di utenti un costo ridotto del 15% dall’inizio del mese. E, come viene evidenziato sempre dal rapporto governativo, costituiscono anche un fattore di «coesione sociale e territoriale», in particolare nelle zone non interconnesse alla rete metropolitana continentale (Zni), come i territori insulari. Per questo l’esecutivo si è espresso «a favore del mantenimento dei Trve per le categorie di consumatori attualmente ammissibili».
Questo rapporto è destinato alla Commissione europea, che si pronuncerà entro la fine dell’anno. In applicazione di una direttiva europea sul mercato dell’elettricità risalente al 2019, infatti, ogni Stato membro che ha istituito tariffe regolamentate deve procedere a una valutazione ogni cinque anni, al fine di proporre di mantenerle, eliminarle o adattarle.
Tra l’altro, quando deciso da Parigi è collegato anche all’attuazione del dispositivo Arenh, che è il risultato di un impegno dello Stato francese nei confronti della Commissione europea che è stato istituito dalla legge Nome (legge sulla Nuova organizzazione del mercato dell’elettricità) del 7 dicembre 2010. Arenh è l’acronimo di “Accès Régulé à l’Électricité Nucléaire Historique (Accesso regolamentato all’elettricità nucleare storica) e consente a tutti i fornitori alternativi di acquistare elettricità da Edf, che è la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia, alle condizioni stabilite dalle autorità pubbliche. Per garantire che i suoi clienti beneficino di questo sistema, Edf lo riproduce nelle sue offerte.
Un meccanismo che evidenzia un fatto: il ricorso all’Accesso regolamentato all’elettricità nucleare storica può consentire di mantenere basse le bollette in Francia perché il prezzo dell’elettricità da nucleare è politicamente imposto, dunque quel che ci guadagna l’utente lo perde lo Stato.
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