Geotermia, il Consiglio europeo chiede un più rapido sviluppo di questa fonte rinnovabile
Con le conclusioni approvate oggi dai ministri dell’Energia degli Stati membri dell’Ue, il Consiglio europeo chiede «un più rapido sviluppo» della geotermia, sottolineando che si tratta di una fonte rinnovabile che «può essere utilizzata per riscaldamento e raffreddamento convenienti e sicuri, e può fornire una fornitura stabile di elettricità. Pertanto, può decarbonizzare il consumo energetico degli edifici e rendere le industrie più competitive e sostenibili».
La geotermia «non dipende dagli eventi meteorologici e può fornire generazione di elettricità e produzione di calore 24 ore su 24 – sottolinea nel merito Csaba Lantos, ministro ungherese dell'Energia – Le conclusioni di oggi mirano a promuovere questa fonte energetica sostenibile, che può aiutarci a garantire una transizione fluida verso un'Europa senza emissioni di carbonio, rafforzare la nostra competitività e garantire la nostra sovranità energetica».
Più in dettaglio, le conclusioni del Consiglio invitano la Commissione europea a elaborare una strategia sulla decarbonizzazione del riscaldamento e raffrescamento degli edifici, che in Ue sono responsabili del 40% del consumo finale dell’energia e di circa il 36% delle emissioni; a questa richiesta si aggiunge quella di istituire un’Alleanza geotermica europea, per riunire attorno a un unico tavolo decisori politici, industrie e investitori.
Per quanto riguarda invece i singoli Stati membri, l’invito del Consiglio è quello a semplificare le norme e rendere più rapidi gli iter autorizzativi geotermici – in particolare quelli che prevedono la riconversione sostenibile di ex impianti fossili, riqualificando la forza lavoro locale – oltre a facilitare l’accesso a programmi finanziari e incentivi, utili ad abbattere gli elevati costi inziali dei progetti geotermici e a favorire la diffusione d’infrastrutture per il teleriscaldamento.
«Il Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec) accoglie con grande favore le conclusioni di Consiglio concordate oggi dai ministri dell’Energia europei, ora spetta alla Commissione europea dargli seguito», commenta a caldo il segretario generale dell’Egec, Philippe Dumas. «Il piano d'azione geotermico deve facilitare gli investimenti nei posti di lavoro locali, nella crescita e nella riduzione dei costi energetici per famiglie, uffici e industrie», aggiunge nel merito Sanjeev Kumar, responsabile delle politiche dell'Egec.
Le conclusioni odierne del Consiglio europeo arrivano a valle del rapporto sulla geotermia pubblicato lo scorso venerdì dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), nel quale si documenta l’eccezionale potenziale di questa fonte rinnovabile custodita nel sottosuolo: da sola, potrebbe soddisfare 140 volte tanto il fabbisogno globale di elettricità, e attivare investimenti da 1 trilione di dollari al 2035.
Già all’inizio di quest’anno l’Europarlamento (con una maggioranza del 96%) chiedeva l’avvio di una nuova strategia europea a sostegno della geotermia, e il nostro Paese ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo capofila: è in Italia (per la precisione in Toscana) che le tecnologie geotermiche sono nate per la prima volta al mondo, nel 1818, e sempre in Toscana vive il più antico complesso geotermoelettrico al mondo. Le centrali attive producono tanta elettricità da equiparare un terzo della domanda toscana, ed è in corso la trattativa tra l’attuale gestore – Enel green power – e la Regione per arrivare a un rinnovo ventennale delle concessioni minerarie, che porterebbe con sé un piano di sviluppo da miliardi di euro.