Corridoi verdi, più capacità di stoccaggio e idrogeno: gli impegni della Cop29 in ambito energetico
A Baku si vuol far dimenticare l’infelice uscita di Ilham Aliyev, da oltre vent’anni Capo di Stato dell’Azerbaigian che nel giorno d’apertura dei lavori ha definito petrolio e gas «un dono di Dio» a cui la sua nazione né intende né deve rinunciare. Il ministro dell’Energia del Paese, Parviz Shahbazov, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha illustrato le «Energy initiatives», le iniziative della Presidenza della Cop29 su energia verde, sistemi di accumulo e idrogeno. Nel corso dell’incontro con i giornalisti, sono state annunciati in particolare tre importanti impegni della Presidenza in ambito energetico.
Il primo impegno illustrato a Baku, il Global energy storage and grids pledge, ha l’obiettivo di aumentare la capacità di stoccaggio dell’energia a livello mondiale di sei volte rispetto ai livelli del 2022, raggiungendo 1.500 GW entro il 2030. Per migliorare le reti energetiche, i firmatari si impegnano anche a potenziare la capacità delle infrastrutture, con l’obiettivo di aggiungere 25 milioni di chilometri di rete entro il 2030. Questo sforzo si inserisce nel contesto delle previsioni dell’International energy agency (Iea), che sottolinea la necessità di costruire o di ristrutturare 65 milioni di chilometri di rete entro il 2040, per poter così raggiungere il traguardo delle emissioni nette zero previsto per il 2050.
Il secondo impegno è il cosiddetto Green energy pledge: prevede che i firmatari si dedichino alla creazione di zone e corridoi energetici verdi, con l’obiettivo non solo di sostenere iniziative di promozione del settore energetico ma anche di promuovere investimenti, favorire la crescita economica, incentivare la cooperazione regionale, modernizzare e ampliare le infrastrutture. In questo ambito, l’Azerbaigian ha recentemente annunciato il progetto Green energy corridor tra il Caspio, il Mar Nero e il continente europeo, un’iniziativa storica volta a facilitare il flusso di energia rinnovabile dall’Asia centrale all’Europa, stabilendo interconnessioni energetiche strategiche tra Azerbaigian, Georgia, Romania e Ungheria attraverso il Mar Nero. L’iniziativa, a cui hanno contributo diverse realtà italiane, tra cui Cesi e Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem), mira a consentire l’esportazione di energia verde verso l’Unione europea sotto forma di elettricità o idrogeno verde.
Infine, è stata annunciata la Hydrogen declaration: la dichiarazione finale definisce principi guida e priorità strategiche per favorire la creazione di un mercato globale per l’idrogeno pulito e i suoi derivati, superando le barriere normative, tecnologiche e finanziarie. L’obiettivo è quello di aumentare in modo significativo la produzione di idrogeno verde rispetto all'attuale milione di tonnellate annue e di ridurre i 96 milioni di tonnellate di idrogeno attualmente prodotti da combustibili fossili non abbattuti. Sostenuta da diversi organismi delle Nazioni unite, l’iniziativa è volta a ridurre le emissioni di gas serra e a contribuire alle ambizioni climatiche globali raccogliendo e compiendo progressi collettivi sull’idrogeno. Si basa sugli impegni assunti lo scorso anno alla Cop28 per accelerare la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio, abbandonare i combustibili fossili e triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030, aprendo così nuove strade per un maggiore riconoscimento dell’idrogeno rinnovabile e pulito e dei suoi derivati come strumento chiave per la decarbonizzazione. La Presidenza della Cop29 ritiene che questo sia un passo cruciale «sia per il settore pubblico che per quello privato, per sbloccare il potenziale di un mercato globale dell’idrogeno pulito e dei suoi derivati con principi guida e priorità, per affrontare le barriere normative, tecnologiche, di finanziamento e di standardizzazione».
Interpellato sulle iniziative illustrate, il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) Fatih Birol ha osservato: «Con il mondo che si sta muovendo a velocità sostenuta verso l’Era dell’elettricità, l’analisi dell’Iea ha chiarito molto bene che per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici - tra cui triplicare la capacità globale di energia rinnovabile in questo decennio, rafforzando al contempo la sicurezza energetica - i Paesi devono aumentare rapidamente l’immagazzinamento di energia e anche espandere e aggiornare le loro reti elettriche. Il Global energy storage and grids pledge della Cop29, che si basa sul lavoro dell’Iea, rappresenta un importante passo avanti. Esortiamo i governi di tutto il mondo a rendere l’accumulo di energia e le reti resilienti priorità fondamentali nel loro sforzo di costruire sistemi energetici più sicuri, accessibili e sostenibili».
Il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per le energie rinnovabili (Irena) Francesco La Camera ha commentato: «Le iniziative energetiche della Cop29 sono fondamentali per mantenere l’obiettivo 1,5°C. Alla Cop28, i leader mondiali si sono impegnati a raggiungere il target globale di triplicare la capacità rinnovabile entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo è necessario non solo aumentare la produzione, ma anche superare le sfide associate all’integrazione delle rinnovabili nelle reti. Le soluzioni di accumulo, l’espansione della rete e gli investimenti significativi sono fattori determinanti. In qualità di agenzia depositaria del monitoraggio dei progressi verso la triplicazione delle rinnovabili, noi di Irena siamo convinti che l’approvazione e l’attuazione delle iniziative odierne da parte dei Paesi diventerà la chiave per far avanzare le transizioni energetiche in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi».