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La Sardegna delle rinnovabili dice basta alla speculazione fossile, stop ai progetti Gnl

«La Sardegna è sotto attacco da parte delle potenti lobby dell’Oil&Gas che vogliono importare il gas e distruggere il settore delle rinnovabili sventrando l’isola con 350 km di gasdotti»
 |  Nuove energie

Oltre 400 persone, solo nell’ultimo giorno, hanno firmato l’appello lanciato su Change.org dal gruppo Sardi per le rinnovabili per dire “Stop alla speculazione fossile in Sardegna, sì alle rinnovabili”, in un’isola dove la transizione ecologica si sta fermando dopo una moratoria di 18 mesi sull’installazione di nuovi impianti rinnovabili, cui sta seguendo un iter legislativo che dovrebbe portare a rendere inidoneo a tali impianti il 99% del territorio sardo. Una risposta populista ai timori reali che attraversano la cittadinanza, fomentata da una martellante campagna mediatica contro le rinnovabili che lascia sul campo un unico vincitore: i combustibili fossili come gas e carbone.

Proponiamo di seguito il testo integrale della petizione, che si può firmare qui.

La Sardegna è sotto attacco da parte delle potenti lobby dell’Oil&Gas che vogliono importare il gas e distruggere il settore delle rinnovabili sventrando l’isola con 350 km di gasdotti. Questo porterebbe la Sardegna indietro di 20 anni, andando ad arricchire i produttori di Gas (Algeria, Libia, Qatar, Usa, Russia) e i venditori in regime di monopolio e continuando ad inquinare la nostra terra.

Non vogliamo affidarci agli speculatori del Gas per i prossimi 20-30 anni!

LA NOSTRA PROPOSTA

Bloccare subito qualsiasi progetto legato all’importazione di LNG. Il Gas non serve alla Sardegna, lo dicono gli studi delle università di Cagliari, di Milano e di Padova.

Definire veramente le aree idonee della Sardegna tenendo conto dei fabbisogni dell’isola, delle sue aree di pregio e delle sue peculiarità storico-ambientali. Priorità deve essere data alle aree già compromesse e a quelle di minor pregio ambientale.

Definire un target realistico e coerente per la transizione ecologica attraverso le sole rinnovabili: quanti impianti grandi, medi, piccoli, comunità energetiche e impianti domestici.

Aprire subito una trattativa con le società serie che vogliono investire in Sardegna perché nell’isola resti il massimo possibile: lavoro, miglioramenti fondiari, ritorno degli investimenti anche per i sardi

IL NOSTRO PENSIERO

Gli unici documenti scientifici affidabili sulla transizione energetica della Sardegna portati avanti negli ultimi anni sono il Birdies, realizzato dall’Università di Ingegneria di Cagliari e il report dal titolo “Una valutazione socio-economica dello scenario rinnovabili per la Sardegna” del Politecnico di Milano assieme all’Università di Ingegneria di Padova. (https://magazine.unica.it/wp-content/uploads/2023/07/Birdies-report-EGOS-2023.pdf e https://www.wwf.it/uploads/sardegna-def.pdf): entrambi concordano sugli obiettivi raggiungibili per una transizione energetica con le sole rinnovabili e nella non necessità di gas per l’isola che è invece ritenuto un salasso economico inutile oltre che un un progetto anacronistico, inquinante che squarterebbe la Sardegna lungo 350 km di gasdotti (e là dove non arriveranno i gasdotti arriveranno i camion di LNG). La filiera dell’LNG oltre a essere persino più inquinante rispetto a quella del carbone (30 % in più secondo questo studio https://www.research.howarthlab.org/publications/Howarth_LNG_assessment_preprint_archived_2023-1103.pdf è tutta in mani straniere.

Le Aree Idonee della Sardegna per gli impianti rinnovabili rendono di fatto impossibile la realizzazione di impianti di media e grande taglia, gli unici in grado di competere con l’LNG. Questo piano di rendere inidonea tutta la Sardegna per gli impianti grandi è palesemente un tentativo fraudolento per aprire le valvole del gas straniero caro e inquinante a discapito invece delle energie prodotte con il sole e con il vento della Sardegna fonti gratuite, locali e non inquinanti.

I target indicati dalla UE per la Sardegna di 6.2 GW al 2030 per arrivare all’indipendenza energetica dell’isola non si potranno raggiungere perché non saranno più necessari: il gas con i suoi contratti di approvvigionamento a lungo termine vincolerebbe i sardi a pagare per almeno 20 anni questa materia prima. I contratti take or pay di questa commodity obbligano l’acquirente a pagare per 20 anni, che il gas lo si importi o meno (effetto blocco o lock-in).

La Sardegna e i sardi, con le rinnovabili ben pianificate e ben realizzate potrebbero ottenere enormi vantaggi per la comunità:

Lavoro: circa 20.000 posti fissi per i primi 5 anni e un ulteriore incremento negli anni successivi se si dovesse continuare con la transizione

Risparmio in bolletta: grazie ai costi di produzione (i più bassi tra tutte le fonti energetiche) e alla concorrenza generata dalla competizione dei tanti attori in gioco, i costi dell’energia con le rinnovabili per la Sardegna si abbasserebbero considerevolmente. 

Investimenti: 7/8 Miliardi di € da parte di aziende sarde, italiane e straniere con un effetto moltiplicatore per il territorio di 3 volte (circa 20 Miliardi di €) entro il 2030.

Misure compensative per i comuni: laddove sorgeranno gli impianti verranno fatti investimenti locali attraverso misure compensative per un valore stimato per la Sardegna di circa 35/40 M€/anno nelle casse dei comuni (se sarà raggiunto il target di potenza)

Sanità: un risparmio di 500 M€/anno al 2030 per riduzione di malattie legate alle emissioni (che ad oggi sono le più alte pro-capite in Italia)

Miglioramento produttivo dell’agricoltura grazie all’agrivoltaico avanzato: basterebbero 6000 Ha di terreni per arrivare a 4 GWp di potenza con questa fonte (oggi in Sardegna ci sono già più di 6000 Ha di serre usate per l’agricoltura ma nessuna se n’è accorto e non abbiamo fatto leggi per definirne l’idoneità urbanistica). Con queste superfici si potrebbero dare 21 milioni di € all’anno ai pastori sardi che avranno affittato i propri terreni. I pastori resteranno a lavorare quei terreni migliorati da un punto di vista agronomico e traendone di conseguenza un reddito di 5/6 volte superiore rispetto all’attuale grazie agli investimenti fatti dalle aziende energetiche sui loro terreni 

Riduzione delle emissioni: entro il 2030, dobbiamo passare da emettere 15 milioni di tonn CO2e a sole ca. 7. E per questo dobbiamo elettrificare e diminuire drasticamente le emissioni.

Incremento del turismo: le ricerche empiriche mostrano un incremento del turismo correlato all’aumento di installazioni di energia rinnovabili https://journals.vilniustech.lt/index.php/JBEM/article/download/10181/8904

Redazione Greenreport

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