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Il dato emerge dal report di Terna relativo al mese di luglio

Energia da rinnovabili, da inizio 2024 l'Italia segna +4,3 GW: siamo ancora molto lontani dagli obiettivi di decarbonizzazione

La capacità di eolico e fotovoltaico in esercizio è aumentata del 39% rispetto allo stesso periodo 2023, ma di questo passo a fine anno avremo soltanto +7,3 GW da fonti green
 |  Nuove energie

Dall’inizio del 2024, fa sapere Terna, la fornitura di energia da fonti rinnovabili è aumentata di 4.282 megawatt (MW), ovvero circa 4,3 gigawatt (GW). La capacità rinnovabile in esercizio, sottolinea sempre la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, è aumentata di 1.208 MW, facendo segnare un +39% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato è positivo, ma basta fare un rapido calcolo per capire che comunque, di questo passo, ci fermeremo a circa +7,3 GW di produzione da eolico e fotovoltaico alla fine del 2024. Molti meno dei 12 Gw annui necessari per centrare entro il 2030 gli obiettivi di decarbonizzazione. 

I dati forniti da Terna nel rapporto mensile sul sistema elettrico meritano un’attenta lettura. A luglio, viene sottolineato nel report appena diffuso, il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 31,3 miliardi di kWh, in crescita del 4,5% rispetto a luglio 2023. Si tratta del dato mensile di luglio più alto in termini di consumi dal 2015. La variazione positiva, che recupera pienamente il dato negativo di luglio dello scorso anno (-3,4%), è stata raggiunta con due giorni lavorativi in più (23 contro 21) e una temperatura media mensile sostanzialmente in linea rispetto a luglio 2023, ad eccezione dell’ultima settimana del mese, durante la quale la temperatura media ha superato di 3 C° quella dello stesso periodo dello scorso anno. 

L’indice Imcei (Indice mensile dei consumi elettrici industriali) elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, ha fatto registrare una crescita del 3,5% rispetto a luglio 2023. Con dati destagionalizzati e corretti per l’effetto calendario, la variazione si porta a +3,1%. In particolare, positivi i comparti della cartaria, chimica, alimentare, meccanica, siderurgia e metalli non ferrosi. In flessione, ceramiche e vetrarie, mezzi di trasporto e cemento calce e gesso.

Tornando al bilancio mensile di Terna, lo scorso mese la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86,4% dalla produzione nazionale e per la quota restante (13,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 4,3 TWh, l’1,5% in meno rispetto a luglio 2023. A livello progressivo, da gennaio a luglio 2024, l’import netto è in aumento del 3,1% rispetto ai primi sette mesi del 2023.

In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 27 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 44,2% della domanda elettrica (era 38,1% a luglio 2023). In aumento la fonte idrica (+38,7%), con valori record di idraulicità al Nord che si riducono spostandosi verso il Sud, facendo registrare minimi storici in Sicilia, fotovoltaica (+22,4%) e geotermica (+0,7%); l’incremento della produzione del fotovoltaico (+867 GWh) è dovuto al contributo positivo dell’aumento di capacità in esercizio (+877 GWh) che ha compensato il minor irraggiamento (-10 GWh). In diminuzione la fonte eolica (-11,6%) e termica (-6,5%). In particolare, la quota di produzione a carbone è in riduzione del 74,8% rispetto allo stesso mese del 2023.

Nei primi sette mesi del 2024, tornando al dato da cui eravamo partiti, la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 4.282 MW (di cui 3.853 MW di fotovoltaico). Tale valore è appunto superiore di 1.208 MW (+39%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il report Terna si chiude qui, ma restano due fattori. Il primo lo dicevamo all’inizio: con questo ritmo di aumento delle rinnovabili, il 2024 si chiuderà con una produzione di circa +7,3 GW, ben lontano dal necessario +12 GW richiesto dagli obiettivi di decarbonizzazione. E non a caso gli operatori del settore elettrico, dopo la pubblicazione del Testo unico sulle rinnovabili, chiedono al governo di fare di più e di meglio per semplificare la realizzazione di nuovi impianti. 

Il secondo fattore che si porta dietro la quota ancora troppo bassa delle rinnovabili è anche più evidente, soprattutto per le famiglie e le aziende alle prese con costi delle bollette che non accennano a diminuire: anche con le rinnovabili al 44%, il prezzo lo fa ancora il gas, e in questo contesto i costi non possono che restare alti.

Redazione Greenreport

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