Lo scarafaggio tedesco, un parassita creato da noi e che abbiamo diffuso ovunque
La blatta tedesca (Blattella germánica) è lo scarafaggio più diffuso e resistente tra le migliaia di specie di questo insetti che popolano la Terra. Eppure, l’origine di questa specie è enigmatica, in parte, perché è onnipresente in tutto il mondo nelle strutture abitate dall’uomo, ma assente negli habitat naturali. Alle latitudini temperate e fredde, all’aperto gli scarafaggi congelano, quindi sono costretti a convivere con gli esseri umani, diventano specie sinantropiche.
Lo studio “Solving the 250-year-old mystery of the origin and global spread of the German cockroach, Blattella germanica” pubbblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da un folto team internazionale di ricercatori ha cercato, a quanto pare con successo, di risolvere il mistero della comparsa degli scarafaggi nell’Europa centrale che, secondo testimonianze storiche, risale a circa 270 anni fa.
Il principale autore dello studio, Qian Tang dell’Harvard University e della National University of Singapore, e l’autore senior, Theodore Evans dell’University of Western Australia, scrivono su The Conversation che dal sequenziamento del DNA risulta che la Blattella germanica è in realtà originaria di un’area tra l’'India orientale e il Bangladesh e aggiungono che «E’ una storia affascinante su come gli esseri umani hanno consentito l'evoluzione e la diffusione di uno dei nostri parassiti più odiati».
I primi scarafaggi di questa specie furono visti nei negozi di alimentari dell'esercito durante la Guerra dei Sette Anni (1756–63) e ciascuno degli eserciti in lotta battezzò la blatta in dispregio dell’altro: i russi lo chiamarono "scarafaggio prussiano", mentre i soldati britannici e prussiani lo chiamarono "scarafaggio russo". Poi nel 1767, il biologo svedese Carl Linnaeus classificò e diede il nome alla specie (Blatta germanica). Blatta in latino significa “evita la luce” e germanica perché gli esemplari esaminati da Linneo erano stati raccolti in Germania. Successivamente il genere venne cambiato in Blattella per raggruppare le varietà più piccole di scarafaggi.
Poi gli scienziati scoprirono specie affini, con un'anatomia simile, in Africa e in Asia e in diversi avevano già ipotizzato che lo scarafaggio tedesco potesse essersi evoluto per la prima volta in Africa o in Asia, prima di conquistare il mondo. Ma non avevano modo di testare le loro teorie. Tang, Evans e il loro team hanno potuto farlo e spiegano che «Abbiamo prelevato campioni di DNA da 281 scarafaggi in 17 Paesi in tutto il mondo. Poi abbiamo confrontato le sequenze di DNA per una particolare regione genetica, chiamata CO1. Questo è noto come “codice a barre del DNA”. Quando abbiamo confrontato lo scarafaggio tedesco con specie simili provenienti dall'Asia, abbiamo trovato una corrispondenza. La sequenza della blatta tedesca era quasi identica a quella della Blattella asahinai del Golfo del Bengala. Oltre l'80% dei nostri campioni di scarafaggi tedeschi corrispondevano perfettamente. Il restante 20% differiva appena. Questo significa che le due specie si sono differenziate l’una dall’altra solo 2.100 anni fa: un batter d’occhio in termini evolutivi».
Tang ed Evans ritengono che B. asahinai si sia adattata a vivere a fianco degli esseri umani dopo che gli agricoltori hanno distrutto il suo habitat naturale, proprio come hanno fatto altre specie, e spiegano ancora: «Così gli antenati della B. asahinai si trasferirono dai campi indiani negli edifici e divennero dipendenti dall'uomo».
Ma come hanno fatto le blatte del Bengala a diffondersi nel resto del mondo e a diventare “tedesche”? Per rispondere a questa domanda i ricercatori hanno analizzato un’altra serie di sequenze di DNA del genoma dello scarafaggioconosciute come SNP (polimorfismi a singolo nucleotide ) e, utilizzando i campioni provenienti da tutto il mondo sono stati in grado di capire come lo scarafaggio è diventato tedesco e globalizzato.
Tang ed Evans scrivono su The Conversation che «La prima ondata migratoria emerse dal Golfo del Bengala circa 1.200 anni fa e viaggiò verso ovest. E’ probabile che gli scarafaggi si siano fatti trasportare dai commercianti e dagli eserciti dei califfati islamici omayyadi e abbasidi in espansione. L'onda successiva si spostò verso est circa 390 anni fa in Indonesia. Probabilmente viaggiavano con compagnie commerciali europee, come la Compagnia britannica delle Indie Orientali o la Compagnia olandese delle Indie Orientali. Molte di queste compagnie commerciarono in tutto il sud-est asiatico e in Europa dall'inizio del XVII secolo. La nostra ricerca suggerisce che gli scarafaggi tedeschi arrivarono in Europa circa 270 anni fa, il che corrisponde ai documenti storici della Guerra dei Sette Anni. La blatta tedesca si è poi diffusa dall’Europa al resto del mondo circa 120 anni fa. Questa espansione globale è coerente con i documenti storici di questa nuova specie in vari Paesi».
I due scienziati ritengono che il commercio globale abbia facilitato la diffusione della Blattella germanica perché «Popolazioni più strettamente imparentate si trovano in Paesi con legami culturali, piuttosto che in Paesi semplicemente vicini tra loro. In linea con questo, abbiamo riscontrato un’altra espansione in Asia – a nord e verso est in Cina e Corea – circa 170 anni fa. Quando le navi a vapore sostituirono le navi a vela, gli autostoppisti vennero trasportati più rapidamente. Tempi di viaggio più brevi significavano che avevano maggiori probabilità di arrivare vivi e invadere nuovi Paesi. Poi i miglioramenti nell’edilizia abitativa, come gli impianti idraulici e il riscaldamento interno, hanno creato condizioni favorevoli alla sopravvivenza e alla prosperità negli edifici di tutto il mondo».
Ma alle persone gli scarafaggi non piacciono e quindi la sopravvivenza degli invasori dipendeva dalla loro capacità di rimanere nascosti.
Tang ed Evans raccontano una rapidissima storia evolutiva di successo: «Lo scarafaggio tedesco si è evoluto per diventare notturno (come suggerisce il nome) ed evitare gli spazi aperti. Smise di volare, ma mantenne le ali. Questi scarafaggi sono noti per la loro capacità di sviluppare rapidamente resistenza a molti degli insetticidi utilizzati negli spray superficiali. La resistenza può comparire nel giro di pochi anni. Dati gli alti costi di scoperta, test di sicurezza e registrazione, questo rende difficile la sfida di trovare nuovi principi attivi. Quando furono introdotte negli anni '80 le esche per scarafaggi erano economiche ed efficaci. Ma presto divennero meno efficaci contro gli scarafaggi tedeschi. Questo perché le esche utilizzavano gli zuccheri per attirare gli scarafaggi. Gli scarafaggi più golosi venivano uccisi, mentre quelli che preferivano altri gusti sopravvivevano e si riproducevano».
I due scienziati concludono con un avvertimento: «Mentre sviluppiamo nuove strategie per controllare gli scarafaggi tedeschi, dobbiamo considerare come potrebbero evolversi per sfuggire agli attacchi. Se comprendiamo come emerge la resistenza, potremo trovare modi migliori per contrattaccare. Possiamo identificare i punti deboli da sfruttare. Ma, alla fine, lo scarafaggio tedesco continuerà ad evolversi e ad adattarsi per sopravvivere, quindi la corsa agli armamenti tra noi e lo scarafaggio andrà avanti negli anni a venire».