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Il ministro dell’Ambiente vuole «adattare a un modello diverso» la legge 394 del 1991

Stati generali delle aree protette, la riforma dei parchi proposta dal ministero in sei punti

Pichetto: «Dobbiamo mettere in rete realtà straordinarie che non dialogano però tra loro, e dare a questa rete un coordinamento centrale continuativo»
 |  Natura e biodiversità

Si sono chiusi ieri a Roma gli Stati generali delle aree protette, con l’obiettivo condiviso – almeno per quanto riguarda la cornice, mentre sui contenuti il dibattito è appena iniziato – da Federparchi e ambientalisti di aggiornare la legge quadro ovvero la 394 del 1991.

«La 394 è un’ottima legge, ma ha trentaquattro anni e va adattata a un modello diverso, che tenga conto degli indirizzi internazionali. Occorre guardare avanti, a un nuovo equilibrio di sistema giuridico e normativo di governo – spiega il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto – Dobbiamo mettere in rete realtà straordinarie che non dialogano però tra loro e di dare a questa rete un coordinamento centrale continuativo».

Sullo sfondo resta un quadro attuale non roseo: secondo i dati messi in fila da Greenpeace e Wwf in occasione della Cop16 sulla biodiversità, che si è svolta in Colombia due mesi fa, meno dell’1% delle aree marine italiane è protetto in modo efficace, mentre la superficie terrestre protetta si ferma al 21,68%. In quest’ultimo caso sembra che l’obiettivo del 30% possa essere alla portata dell’Italia, ma occorre mettere le cose nella giusta prospettiva: per raggiungere il target, in soli 5 anni il nostro Paese dovrebbe creare la metà delle aree protette terrestri che ha creato in oltre 100 anni.

«Alla necessità di rispondere alle attese legittime circa il miglioramento della gestione delle aree protette e ai bisogni degli operatori, il ministero dell’Ambiente – argomenta il sottosegretario Claudio Barbaro – ha offerto l’opportunità di redigere un documento programmatico condiviso, plurale, sensibile a tutte le sollecitazioni che sono pervenute da questa formidabile occasione di confronto. A cura del ministero e di Federparchi si provvederà alla circolazione, fra i protagonisti degli Stati generali, di una piattaforma documentale alla quale sarà possibile proporre suggerimenti ed emendamenti, al fine di pubblicare entro gennaio 2025 il documento definitivo».

Secondo il ministero, gli interventi sulla 394/91 da ipotizzare possono convergere in 6 punti riassunti in un documento programmatico, che riportiamo di seguito integralmente:

1. Velocità/flessibilità decisionale
Il sistema è appesantito, sia dai gravami delle nomine gestionali, sia dalle stesse strutture interne. Valutare quindi come e quanto sia possibile proporre modelli più efficienti che sappiano conciliare tutte le esigenze in campo.
2. Governance
Il tema della Governance per Riserve e Aree Marine si è riproposto, nell’assunto che in questo caso, a differenza degli Enti Parco, gli Enti Gestori non hanno funzioni proprie ma svolgono la loro attività in virtù di una delega da parte del Ministero. Una più pertinente definizione della governance, delle funzioni e delle autonomie ad essa attribuite, pone anche il tema dell’Organico.
3. Organico
I Parchi e le altre Aree Protette, lamentano carenza di Organico amministrativo e di vigilanza. È un tema da risolvere e da sviluppare anche in materia di autonomia gestionale e di impiego delle Risorse.
4. Risorse
Emerge l’esigenza di promuovere uno sviluppo di una finanza pubblica delle aree protette, che al netto dei trasferimenti Statali, deve prevedere criteri di premialità, evitare residui non impiegati ed avanzi, agevolare un regime di agevolazione fiscale per l’ottenimento di trasferimenti liberali o di sponsorizzazioni, anche in una logica di intervento centrale, anche per godere dei vantaggi di una economia di scala.
5. Coordinamento
Coordinamento significa unità di visione, di narrazione, di prospettiva di tutte le Aree Protette. È in analisi la creazione di un organo al vertice della Rete complessiva di tutte le Aree Protette, nazionali e regionali, al fine di promuovere interventi comuni, collegamenti strategici, sviluppo unisono di indirizzi in svariati campi, compresa l’attività scientifica, di promozione, di educazione ambientale
6. Educazione Ambientale
Potenziare fortemente l’educazione ambientale come il principale e più utile “momento di contatto” fra le Aree Protette e i cittadini.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.