Skip to main content

La specie è stata portata da «rigorosamente protetta» a semplicemente «protetta»

La Convenzione di Berna indebolisce la protezione del lupo. Gli animalisti: errore, più facile ora abbatterli

Protestano Wwf Italia, Oipa international e Io non ho paura del lupo: pericoloso ritorno al passato per motivazioni politiche
 |  Natura e biodiversità

Già la scorsa settimana l’associazione “Io non ho paura del lupo”, insieme alle organizzazioni europee che compongono la European alliance for wolf conservation (Eawc) aveva inviato una lettera ai membri della Convenzione di Berna in merito alla proposta di declassamento che sarebbe stata discussa tra ieri e oggi. «Vorremmo attirare la vostra attenzione sul fatto che, sebbene il numero di lupi sia aumentato in alcuni Stati membri dell’Ue, i lupi europei non costituiscono un’unica popolazione, ma sono frammentati in nove popolazioni distinte», si leggeva nel testo. «Sei di queste nove popolazioni sono ancora minacciate secondo i criteri della Lista Rossa dell’IUCN, mentre solo tre non sono considerate minacciate (categoria “Minor Preoccupazione”). Fino a pochi anni fa, le popolazioni di lupi in Europa erano dieci, ma i lupi sono scomparsi nel sud della Spagna a causa di elevati livelli di bracconaggio e consanguineità, nonostante fossero una specie strettamente protetta». Nella lettera veniva anche sottolineato che «ci sono molte ragioni per ritenere che un indebolimento dello status di protezione del lupo a livello europeo possa aprire la strada a politiche di gestione letale più liberalizzate, con gravi conseguenze per il lupo in tutta Europa» e anche che «questo non solo renderebbe più difficile promuovere soluzioni non letali per gestire i potenziali conflitti, ma ostacolerebbe la possibilità di realizzare la coesistenza tra esseri umani e lupi nei tempi previsti dal Quadro di Biodiversità di Kunming-Montreal del 2022».

Ma non c’è stato niente da fare: oggi il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha votato a favore del declassamento dello status di protezione del lupo, portando la specie da «rigorosamente protetta» a semplicemente «protetta». «Questa è una sconfitta per la natura e per la scienza. Una scelta che rischia di riportarci indietro di decenni» –  dichiara ora Daniele Ecotti, presidente di Io non ho paura del lupo - Abbiamo il dovere morale e scientifico di proteggere questa specie, non solo per il suo valore intrinseco, ma per l’equilibrio degli ecosistemi e per il futuro delle generazioni che verranno». La decisione va contro il parere degli esperti e della scienza, denuncia l’associazione insieme a molte altre sigle del mondo ambientalista e animalista. Si tratta di una decisione che, denuncia il Wwf Italia, «ci riporta indietro di mezzo secolo e apre una strada pericolosa per il futuro della conservazione della natura in Europa». 

Nonostante i numerosi appelli della società civile e di centinaia di migliaia di cittadini in tutta Europa, sottolinea il Panda, è stata fatta una scelta che in parole povere significa soltanto una cosa: d’ora in poi l’abbattimento dei lupi sarà molto più facile.

Finora il Comitato aveva sempre respinto tale proposta grazie alla posizione dell’Unione europea che e ha un peso importante al suo interno. Ricostruisce l’associazione ambientalista: «Il cambio di rotta è stato quindi determinato dalla proposta di declassamento formulata dalla Commissione europea nel dicembre 2023 e approvata dal Consiglio dell’Unione europea il 27 settembre scorso sulla base di considerazioni eminentemente politiche e in netto contrasto con i dati scientifici attualmente disponibili sullo stato di conservazione del lupo in Europa. La stessa Commissione europea nell’analisi condotta nel 2023 aveva confermato che lo stato di conservazione del lupo in Europa non avrebbe giustificato un declassamento del suo regime di tutela e che l’adozione di misure di prevenzione rappresentava la soluzione più efficace sul medio e lungo termine per ridurre la perdita di bestiame causata dagli attacchi dei lupi».

Nonostante le evidenze, sottolinea il Wwf Italia, «la Commissione ha deciso di portare avanti la proposta di declassamento sulla base di motivazioni politiche e personali della Presidente Ursula von der Leyen e attraverso un processo di consultazione pubblica che, come denunciato da ClientEarth al Mediatore Europeo, non risulta essere in linea con le linee guida dell’Unione europea. Un precedente preoccupante per la protezione della natura in Europa la cui disciplina dovrebbe basarsi solo sui dati scientifici rigorosi e non su valutazioni e opportunismi di carattere politico». 

 La decisione della Convenzione di Berna entrerà in vigore esattamente tra tre mesi, a meno che 1/3 delle Parti della Convenzione di Berna (ovvero 17) non vi si opponga. A quel punto la Commissione europea potrà proporre una modifica dello status di protezione del Lupo nel quadro della Direttiva Habitat che rappresenta il cuore delle politiche dell’Unione europea in materia di conservazione della biodiversità e di tutela dei siti naturali. Si apre quindi un percorso pericoloso in cui gli interessi di parte e gli approcci ideologici anti-natura potrebbero avviare una revisione generalizzata della normativa europea in materia di conservazione della natura. 

Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali del Wwf Italia, dichiara: «Ormai è evidente a tutti quanto la natura sia sotto attacco, in Europa come in Italia. La decisione del Comitato della Convenzione di Berna di declassare lo status di protezione del lupo dà ingiustificatamente seguito ai tentativi ideologici di scagliarsi contro la tutela della fauna selvatica portati avanti dal mondo venatorio e da una parte del mondo agricolo. Purtroppo, il Governo italiano si è fatto portavoce in Europa di queste istanze antiscientifiche. Ora la Commissione europea potrà proporre una modifica dello status di protezione del lupo nel quadro della Direttiva Habitat aprendo la strada a ulteriori modiche che finiranno per compromettere la legislazione dell’Unione europea in materia di conservazione della biodiversità e delle aree naturali protette. Come Wwf Italia seguiremo da vicino i prossimi sviluppi e chiediamo al Governo italiano e alle istituzioni dell’Unione di riportare la scienza al centro delle decisioni che riguardano la tutela della natura. Vi è però bisogno di una forte reazione da parte dell’opinione pubblica perché le istituzioni devono comprendere che la maggioranza dei cittadini europei vogliono proteggere la biodiversità del nostro continente»

Parole di dura condanna arrivano anche dall’Oipa International (Organizzazione internazionale per la protezione degli animali) che definisce la decisione di oggi «un grave passo falso nella direzione di un impoverimento della biodioversità in Europa». Il commento della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sottolinea l’organizzazione animalista, esprime la motivazione a monte di quella che è una decisione prettamente politica: rispondere alle richieste degli agricoltori ignorando le istanze contrarie che chiedono misure di prevenzione in grado di favorire una serena coesistenza con i grandi carnivori.
Oipa International fa notare come questa linea, una volta diventata operativa, consentirà di ammazzare più lupi: «Prima però si dovrà cambiare la Direttiva Habitat e successivamente i vari Paesi dell’Ue potranno modificare le loro leggi nazionali. Un iter che potrebbe durare anni. Nel frattempo, speriamo in un ravvedimento dei nemici dei lupi, dell’ambiente, degli animali».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.