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Perché introdurre grandi erbivori in natura non è sempre una buona idea

Uno studio internazionale sconsiglia l'introduzione del bisonte europeo nella penisola iberica
 |  Natura e biodiversità

Lo studio “Rewilding through inappropriate species introduction: The case of European bison in Spain”, pubblicato su Conservation Science and Practice da 40 ricercatori provenienti da 25 università e e centri di ricerca di 9 Paesi e che comprendeva anche Sandro Lovari dell’università di Siena e Marco Apollonio dell’università di Sassari, ha demolito i progetti per introdurre il bisonte europeo in Spagna: «Sono stati venduti come progetti di ripristino della natura, anche se, in realtà, non raggiungono questo obiettivo»
Il team di ricercatori, specialisti di ecologia storica, paleontologia, archeologia, giurisprudenza, genetica, ecologia, biologia conservativa e cambiamenti climatici e guidato dell’Universidad de Oviedo e dall’Instituto Mixto de Investigación en Biodiversidad (Universidad de Oviedo-CSIC-Gobierno de Asturias) ha pubblicato la prima riflessione scientifica sull'introduzione del bisonte europeo in La Spagna, che sconsiglia totalmente per gli impatti che avrebbe sulla fauna iberica e innalza i limiti che non devono essere superati da questi progetti di rinaturalizzazione.
Gli autori dello studio sottolineano che «I progetti per introdurre il bisonte europeo in Spagna sono stati spacciati come progetti di ripristino della natura, anche se, in realtà, non raggiungono questo obiettivo. Secondo i suoi promotori, il bisonte europeo recupererebbe il bisonte dipinto perduto ad Altamira, contribuirebbe a frenare il cambiamento climatico e funzionerebbe come un decespugliatore naturale in grado di prevenire gli incendi boschivi. In realtà, il bisonte europeo non è in grado di ripristinare alcun habitat perduto in Spagna, né può svolgere nessuna di queste funzioni meglio di quanto possano fare gli erbivori autoctoni selvatici o domestici esistenti».
I ricercatori spiegano che «E’ impossibile che il bisonte europeo sostituisca il bisonte rappresentato ad Altamira, noto come bisonte della steppa, perché questo bisonte preistorico è una specie diversa, definitivamente estinta, che viveva in un habitat conosciuto come steppa del mammut che attualmente non esiste più. D’altronde, nessuno è riuscito a dimostrare che il bisonte europeo abbia mai vissuto nella penisola iberica, quindi introdurlo in natura sarebbe illegale. Originario dell'Europa dell'Est, se non è mai riuscito ad abitare nessuna penisola del Mediterraneo, dobbiamo supporre che sia incapace di sopravvivere in un clima così caldo e arido senza l'assistenza umana, che deve fornirgli il cibo, l'acqua e le cure veterinarie di cui ha bisogno. Questo potrebbe essere il motivo del numero significativo di acclimatazioni fallite a causa della loro elevata mortalità».
Il team internazionale di ricercatori non ha dubbi: «Per ragioni ecologiche, bioclimatiche, legali ed etiche, l’introduzione del bisonte europeo in Spagna è un caso che supera i limiti di un ragionevole rewilding«. E accusano: »Sono stati fatti tentativi per giustificare la sua introduzione con mezze verità e ipotesi mai provate, approfittando della sua immagine iconica di specie emblematica per raggiungere uno scopo privo di prove provate. E’ stato sfruttato il suo appeal sociale e mediatico, anteponendo gli aspetti emotivi a quelli strettamente oggettivi per generare un ambiente favorevole alla sua introduzione, cercando di dare l'impressione di un piano di recupero della fauna iberica estinta e di una specie in pericolo che aveva bisogno di essere salvata».
Gli autori dello studio concludono lanciando un appello ai gruppi sensibili alla conservazione della natura, avvertendoli su «L'illegalità e l'errore di introdurre specie in luoghi dove non sono mai esistite o che lo hanno fatto in condizioni completamente diverse da quelle attuali, proprio per il mito che rappresentano»

Redazione Greenreport

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