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I lupi etiopi si nutrono di nettare

E’ il primo caso noto di un grande carnivoro che potrebbe essere anche un impollinatore
 |  Natura e biodiversità

Lo studio “Canids as pollinators? Nectar foraging by Ethiopian wolves may contribute to the pollination of Kniphofia foliosa”, pubblicato su Ecology da Sandra Lai, Jorgelina Marino e Claudio Sillero-Zubiri dell’università di Oxford, Don-Jean Léandri-Breton dell’università degli Studi di Milano, Adrien Lesaffre di AL Wild Expedition e Abdi Samune dell’Ethiopian Wolf Conservation Programme, ha documentato per la prima volta che i lupi etiopi (Canis simensis) si nutrono del nettare dei fiori di Kniphofia foliosa. E’ la prima scoperta di un grande carnivoro che si nutre di nettare e i “lupi rossi” dell’Etiopia potrebbero quindi anche essere degli impollinatori e i ricercatori fanno notare che «Si tratterebbe forse della prima interazione pianta-impollinatore nota che coinvolge un grande carnivoro».
Il lupo etiope è la specie di canide selvatico più rara al mondo e il carnivoro più minacciato dell'Africa. Presente solo negli altopiani etiopi, ne sopravvivono meno di 500 esemplari, in 99 branchi limitati a 6 enclavi afroalpine.
Le Kniphofia foliosa , fioriscono in abbondanza da fine maggio a ottobre. Ritornando in vita dopo la stagione secca, i vasti campi di Kniphofia foliosa secchi cambiano rapidamente da steli appassiti giallo polvere a grappoli verdi di foglie arcuate che vantano sorprendenti spighe di fiori simili a torce. Questi fiori emergono come grappoli di fiori tubolari, iniziando come boccioli rosso fuoco che gradualmente passano a un giallo brillante e solare man mano che maturano. Questi piccoli fiori producono grandi quantità di nettare, attraendo un'ampia varietà di specie di impollinatori. Il dolce nettare unito ai colori vivaci e alle strutture uniche dei fiori creano una combinazione irresistibile per insetti, uccelli e mammiferi. Il nettare viene persino mangiato dalle comunità locali Oromo come una forma di miele, a volte aggiunto per addolcire il caffè.
Ogni anno, durante il picco della stagione della fioritura, inizia uno spettacolo straordinario: i lupi etiopi, solitamente noti per la loro dieta a base di roditori carnivori, sono attratti anche dal nettare della Kniphofia foliosa. Sillero descrive questo eccezionale comportamento dei lupi degli altopiani etiopi: «Ho scoperto per la prima volta il nettare della Kniphofia foliosa quando ho visto i figli dei pastori nei Monti Bale leccare i fiori. In poco tempo, ne ho avuto un assaggio anch'io: il nettare era piacevolmente dolce. Quando in seguito ho visto i lupi fare lo stesso, ho capito che si stavano divertendo, attingendo a questa insolita fonte di energia. Sono soddisfatto che ora abbiamo segnalato questo comportamento come comune tra i lupi etiopi e ne abbiamo esplorato il significato ecologico».
I ricercatori dell'Ethiopian Wolf Conservation Program (EWCP) hanno osservato i lupi etiopi alla ricerca del nettare del fiore e dicono che «Alcuni individui visitano fino a 30 fiori in un singolo spostamento, con più lupi di branchi diversi che sfruttano questa risorsa. Ci sono anche alcune prove di apprendimento sociale, con i giovani portati nei campi di fiori insieme agli adulti. Così facendo, i musi dei lupi si ricoprono di polline, che potrebbero potenzialmente trasferire da un fiore all'altro mentre si nutrono. Questo nuovo comportamento è forse la prima interazione nota tra pianta e impollinatore che coinvolge un grande predatore, nonché l'unico grande predatore carnivoro mai osservato mentre si ciba di nettare».
La Lai, autrice principale del nuovo studio, ha concluso: «Queste scoperte evidenziano quanto ancora dobbiamo imparare su uno dei carnivori più minacciati al mondo. Dimostrano anche la complessità delle interazioni tra le diverse specie afroalpine che vivono sul meraviglioso Tetto dell'Africa. Questo ecosistema estremamente unico e ricco di biodiversità resta minacciato dalla perdita e dalla frammentazione dell'habitat».

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Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.