Dal rischio estinzione a 3.500 esemplari in Italia: come cambia la convivenza col lupo, spiegato dall’Ispra
A cominciare dagli anni ‘70 la popolazione italiana del lupo è passata dal rischio di estinzione ai 3500 individui stimati nell’indagine nazionale del 2020-21. Il progetto fu un’esperienza unica, coordinata da Ispra con il contributo di una vasta rete di operatori, tra cui molti volontari appartenenti ad associazioni come il Cai. Questo aumento della specie ha riguardato tutta l’Europa ma in Italia la conservazione e gestione del lupo è stata peculiare.
Oggi molti di noi, pur rimanendo nelle città, potrebbero imbattersi in un esemplare di questa specie, mentre soltanto dieci anni fa ci si poteva ritenere fortunati nello scorgerlo in lontananza in una piana innevata delle montagne abruzzesi. La condivisione dello spazio tra uomo e animali selvatici è sempre maggiore, questo cambiamento dovrebbe condurci verso abitudini più idonee alla convivenza e verso una visione del mondo naturale il più possibile laica.
Un tema che sarà al centro della collaborazione avviata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) insieme al Club alpino italiano (Cai) finalizzata alla raccolta di informazioni ambientali lungo il Sentiero Italia Cai.
In questo contesto il Gruppo speleologico del Cai con la commissione Tam (Tutela ambiente montano) del Cai di Roma organizza una serie di incontri di approfondimento sulla fauna e la biodiversità. Il primo incontro si terrà il 7 novembre e sarà dedicato proprio al lupo: il personale di Ispra che segue l’evoluzione di questa popolazione, la sua gestione e in particolare i conflitti che scaturiscono dalla sua presenza, racconterà quanto è avvenuto e sta avvenendo riguardo la gestione e la conservazione del lupo in Italia.