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Stagnone di Marsala: la Regione si attivi per il piano di utilizzazione della riserva

In un’area Rete Natura 2000 si è visto di tutto, fuochi d’artificio, pesca abusiva, rifiuti, navigazione e traffico veicolare incontrollato, parcheggi non regolamentati
 |  Natura e biodiversità

La deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi  è la prima firmataria di un'interrogazione sulla Riserva Naturale Isole dello Stagnone di Marsala che chiede che «A tutela di ambiente ed ecosistema, le attività umane nello Stagnone di Marsala devono essere regolamentate. La Regione intervenga per l’adozione del Piano di utilizzazione della Riserva».

Come si legge sul sito della stessa Regione Siciliana,  «la Riserva Naturale Isole dello Stagnone di Marsala, gestita dal Libero Consorzio Comunale di Trapani, tutela la più estesa laguna della Sicilia (oltre 2.000 Ha), un suggestivo ambiente umido costiero esteso tra Marsala e Trapani, nel margine ovest della Sicilia. Di straordinario interesse naturalistico e paesaggistico, l’area protetta comprende un piccolo arcipelago di isolette (San Pantaleo o Mozia, Schola, Santa Maria e l’Isola lunga) la più grande delle quali costituisce una barriera tra la costa e il mare aperto, creando una laguna dai bassi fondali caratterizzata da una eccezionale biodiversità marina e terrestre. Il vento e le maree sono le due forze vitali dello Stagnone, causa dei moti circolatori delle acque che rendono unico questo ambiente. L’area protetta è caratterizzata in ambito marino dalla presenza di una splendida prateria di Posidonia oceanica e dalla ricchezza di specie ittiche, di comunità algali e di molluschi; in ambito terrestre, la vegetazione  delle quattro isolette e della terraferma è caratterizzata da specie xerofile adattate all’alto grado di salinità tra cui la suaeda, l’atriplex, la salicornia, varie specie di limonio, il giglio di mare; un cenno particolare meritano la Calendula maritima, un raro endemismo di questo tratto della costa della Sicilia occidentale, e l’Anemone palmata, una ranunculacea che cresce su substrato sabbioso, presente esclusivamente in Sicilia occidentale e Sardegna. Inoltre questi ambienti umidi, caratterizzati da uno stretto intreccio tra terra e mare,costituiscono un luogo ideale per la sosta e la riproduzione di molte specie di uccelli migratori (fenicotteri, spatole, cavalieri d’Italia, avocette, garzette, anatidi, ecc.). Lo Stagnone forma con le Saline di Trapani un unico ambiente omogeneo caratterizzato dalla secolare presenza delle saline, che fino a qualche decennio fa costituivano un’importante fonte di reddito del comprensorio e che oggi rappresentano un ambiente di notevole importanza naturalistica e paesaggistica». 

Eppure, in un’area che fa parte della Rete Natura 2000, vengono denunciate da cittadini, associazioni ambientaliste e  mass media attività antropiche appaiono ormai fuori controllo e minacciano di stravolgerne la residua naturalità.

Nell’interrogazione, la Ciminnisi ricorda che «Questa estate s’è visto di tutto: giochi d’artificio, pesca abusiva, abbandono di rifiuti; navigazione e traffico veicolare incontrollato, parcheggi non regolamentati. La mancanza di una disciplina chiara non consente ai cittadini di conoscere il confine tra quello che è consentito e quello che non lo è; né, tanto meno, agli enti preposti di contemperare in maniera efficace le iniziative economiche, turistiche e sportive con le esigenze di tutela ambientale, ancor più pregnanti e significative dopo la recente modifica dell’articolo 41 della Costituzione. Da ultimo, per esempio, è arrivato l’annullamento del sorvolo con velivoli Piper (nell’ambito della iniziativa Vie dei tesori, ndr), sebbene mai interdetto da ENAC il volo sullo Stagnone, che al contrario è vietato nella riserva “limitrofa” ma appartenente alla medesima ZPS. Questa discrasia è l’ennesima prova che serve regolamentare, non si può sperare nel buon senso dei privati per la conservazione e tutela dell’ambiente, della flora e della fauna dello Stagnone».
La Ciminnisi conclude: «L’assessorato regionale all’Ambiente non può rimanere inattivo a guardare, come purtroppo fa da anni l’ente gestore, la ex provincia regionale di Trapani. Infine: il Comune di Marsala ha affidato lo scorso anno una “Indagine esplorativa per un incarico di pianificazione” del Piano di utilizzazione, attività della quale, però, non si conosce alcuna determinazione. Nell’inerzia generale e in mancanza del  piano di utilizzazione, le bellezze naturali che oggi portano migliaia di visitatori all’anno nella Riserva dello Stagnone di Marsala, rischierebbero di essere gradualmente compromesse».

Redazione Greenreport

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