Più di 300 organizzazioni della società civile chiedono il mantenimento di una rigorosa protezione del lupo
Il declassamento dello status di protezione del Lupo - sia ai sensi della normativa unitaria che della Convenzione di Berna - non è giustificato
Con una dichiarazione congiunta promossa da BirdLife International, ClientEarth, European Environmental Bureau (EEB) e Wwf European Policy Office, oltre 300 organizzazioni della società civile – tra le quali molte italiane, comprese Legambiente, Lipu, LAV, Fondazione Pro Natura, chiedono agli Stati membri dell'Ue di rafforzare, non indebolire, la protezione dei lupi. La coalizione si oppone alla proposta della Commissione europea di declassare la protezione del lupo ai sensi della Convenzione di Berna. Al contrario, le associazioni chiedono maggiori sforzi per promuovere la coesistenza con i grandi carnivori attraverso misure preventive e per proteggere i progressi compiuti nella conservazione del lupo negli ultimi decenni.
Ecco il testo della dichiarazione congiunta:
Joint Statement by 300+ Civil Society Organisations
Non invertire i progressi della conservazione: l'UE deve intensificare gli sforzi di coesistenza e mantenere una forte protezione del lupo!
Le sottoscritte organizzazioni della società civile e del benessere degli animali invitano gli Stati membri dell'Ue a respingere la proposta della Commissione europea di indebolire lo status di protezione dei lupi ai sensi della Convenzione di Berna. Vi esortiamo invece a intensificare gli sforzi per raggiungere la coesistenza con i grandi carnivori, come lupi e orsi.
Il lupo è una specie rigorosamente protetta e secondo le prove scientifiche deve rimanere tale. Un tempo quasi estinti a causa della persecuzione, della caccia e della distruzione dell'habitat, i lupi hanno fatto un notevole ritorno nei territori europei, grazie alla protezione legale garantita dal diritto internazionale e dell'Ue, nonché agli sforzi delle autorità ambientali competenti, degli agricoltori, degli scienziati, delle ONG e delle comunità locali. Tuttavia, le loro popolazioni sono ancora lontane dall'essere in uno stato di conservazione buono e sostenibile. L'ultima valutazione dell'IUCN mostra che 6 delle 9 popolazioni transfrontaliere di lupi nell'Ue sono vulnerabili o quasi minacciate. Ridurre ora la loro protezione metterebbe la specie a maggior rischio e comprometterebbe l'obbligo legale dell'Ue di raggiungere popolazioni di lupi stabili e vitali.
Attualmente, non esiste alcuna base scientifica a sostegno di una modifica a livello Ue della legislazione esistente. Il recupero del lupo è ancora in corso e gli obiettivi principali sia della Convenzione di Berna che della Direttiva Habitat (vale a dire garantire il ripristino e la conservazione delle specie in via di estinzione) non sono ancora stati raggiunti. Inoltre, e come confermato nell'analisi approfondita della Commissione, non vi è alcuna prova scientifica che l'abbattimento riduca efficacemente la predazione sugli animali da allevamento. L'obiettivo della proposta della Commissione è di ridurre tale predazione da parte del lupo, ma non vi è alcuna prova scientifica sull'efficacia dell'abbattimento per raggiungere questo obiettivo. In realtà, potrebbe persino essere controproducente e aumentare gli attacchi agli animali da allevamento poiché rischia di sconvolgere la struttura sociale dei lupi.
La proposta della Commissione giunge in un momento in cui sono in corso sforzi per raggiungere la coesistenza tra comunità locali e popolazioni di lupi. Negli ultimi dieci anni, l'Ue e i suoi Stati membri hanno investito molto tempo e risorse per migliorare la coesistenza. Questo è facilitato da diverse piattaforme Ue e regionali e da progetti di successo finanziati da LIFE che mostrano soluzioni reciprocamente vantaggiose a breve e lungo termine. La proposta di ridurre la protezione del lupo mina tutti questi sforzi e investimenti. Sarebbe un allontanamento dall'obiettivo dell'Ue di raggiungere una coesistenza armoniosa tra esseri umani e grandi carnivori. Riconosciamo le sfide che derivano dal ritorno del lupo in alcune regioni dell'Ue e l'impatto che può avere sui singoli allevatori e proprietari di animali. Pertanto, è essenziale intensificare gli sforzi per rendere le misure di prevenzione esistenti, come recinzioni, cani da guardia e rafforzamento della presenza umana, più accessibili ai proprietari di animali e supportarli con gli strumenti di prevenzione appropriati. Dovrebbero essere mantenuti gli sforzi per adattare le soluzioni esistenti alle loro esigenze. Allontanarsi da un approccio di coesistenza verso una riduzione della protezione del lupo ignorerebbe tutti gli allevatori che hanno investito e stanno proteggendo con successo le loro mandrie dai lupi per anni.
E’ essenziale riconoscere che la salvaguardia dei lupi in Europa va oltre la protezione di una singola specie; implica la conservazione della biodiversità e la promozione di una convivenza equilibrata con la natura. I lupi svolgono un ruolo fondamentale nella stabilità dell'ecosistema. Il loro ritorno nelle regioni da cui erano stati un tempo sradicati segna un importante risultato in termini di conservazione. Nell'attuale crisi globale della biodiversità, non possiamo rischiare di compromettere questo progresso.
Recenti sondaggi indicano un forte sostegno pubblico negli Stati membri per il mantenimento di protezioni rigorose e la promozione della coesistenza con i lupi, anche tra le comunità rurali più colpite dalla presenza di grandi carnivori. I lupi sono parte integrante del nostro patrimonio e dei nostri territori europei condivisi.
Invece di ridurre la protezione dei lupi, l'Ue dovrebbe:
Mantenere e potenziare gli sforzi per promuovere la coesistenza tra lupi e comunità locali, sottolineando le misure di prevenzione per ridurre la predazione sugli animali da allevamento e migliorando i sistemi di indennizzo. Molti Stati membri dovrebbero fare un uso migliore delle informazioni esistenti sulle misure di coesistenza, degli esempi di buone pratiche e delle opportunità di finanziamento Ue disponibili.
Garantire la corretta applicazione della tutela legale esistente fornita dalla Direttiva Habitat dell'Ue in tutti gli Stati membri ed eliminare la caccia illegale ai lupi. Gli Stati membri devono scoraggiare i reati ambientali, non legalizzarli, come confermato in un recente caso della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Sostenere iniziative per sensibilizzare i cittadini e fornire al pubblico informazioni accurate e basate sulla scienza sui lupi, compresi i benefici ecosistemici e socioeconomici forniti dai grandi carnivori e il comportamento appropriato in caso di incontro. I cittadini dell'Ue hanno il diritto di essere ben informati.
Rispettare il dovuto processo scientifico sancito dalla legislazione Ue sulla conservazione della natura. Secondo l'articolo 17 della direttiva Habitat, gli Stati membri presenteranno la loro valutazione dello stato di conservazione nel 2025. Qualsiasi discussione sullo stato di protezione deve basarsi su tali relazioni e non su pressioni politiche.
Declassare le protezioni legali per il lupo non solo ostacolerebbe gli sforzi di conservazione, ma andrebbe anche contro un forte sostegno pubblico e prove scientifiche a favore della conservazione del lupo in Europa. Inoltre, la proposta politicamente motivata della Commissione europea rischia gravemente di creare un precedente per altre specie e di aprire la porta ad altre modifiche nelle leggi Ue sulla natura. Questo porterebbe a incertezza giuridica e farebbe regredire anni di efficaci sforzi di conservazione in tutto il continente. Una mossa del genere danneggerebbe seriamente la reputazione dell'Ue come leader nella protezione ambientale.
Dante Caserta, responsabile affari Legali e istituzionali del Wwf Italia, ha commentato: «In questi giorni gli Stati Membri decideranno se approvare o meno la proposta della Commissione europea sul declassamento della protezione del lupo in Europa. Il WWF in tutta Europa sta contrastando questa scelta e come WWF Italia chiediamo con forza al Governo italiano e al Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin in particolare di opporsi alla proposta anti-scientifica della Commissione. La scienza e l'opinione pubblica fino ad oggi si sono espressi chiaramente: il declassamento dello status di protezione del Lupo - sia ai sensi della normativa unitaria che della Convenzione di Berna - non è giustificato. Persino la Corte di Giustizia dell’Unione europea si è recentemente pronunciata ben due volte sulla necessità di garantire una protezione rigorosa del Lupo ai sensi della Direttiva Habitat. A livello italiano, chiediamo da sempre l’approvazione del nuovo Piano di gestione del Lupo con il rafforzamento e l’attuazione di misure di prevenzione adeguate che possano consentire una convivenza pacifica tra Lupo e uomo. Occorre riavviare un tavolo nazionale per affrontare la questione seriamente con un approccio basato sulla scienza e sul confronto tra tutte le parti interessate»